Riccardo Facciotti, Tech Sales Director South EMEA di Infinidat, evidenzia costi e consumi dei datacenter, proponendo soluzioni per un efficientamento reale.
I dati continuano a crescere a un ritmo incredibile. Di conseguenza, la gestione dello spazio storage è diventata una questione importante per le aziende, tanto più che ad essa si lega in modo diretto il tema del consumo energetico. Per fare un esempio concreto, un datacenter di dimensioni medie negli Stati Uniti utilizza circa 34.000 kW di elettricità ogni anno, che in termini monetari equivale a circa 180.000 dollari all’anno.
Secondo stime di Infinidat, fino al 40% di questo consumo energetico è ascrivibile direttamente allo storage. Per questo motivo, le aziende sono costantemente alla ricerca di nuovi spazi dove collocare fisicamente i loro dati. E si tratta di costi che spesso superano il budget del reparto IT, cosa che rende l’efficienza dello storage un tema ancor più cruciale per le aziende. Tanto più che la potenza dei datacenter è prevista in aumento fino a 140 miliardi di kW/ora entro il 2020, solo negli Stati Uniti, valore che equivale alla produzione annuale di 50 centrali elettriche.
E in Italia? Secondo uno studio della Fondazione Politecnico di Milano, un datacenter di grandi dimensioni può arrivare a consumare 3.000 kW, ovvero quanto 1.000 appartamenti. Per una piccola e media impresa si può stimare un assorbimento medio di circa 300 Kilowatt. In Italia si stima ci siano circa 3.000 data center il cui consumo totale si aggira intorno a 1 Gigawatt (circa 1/50 del consumo nazionale totale). Non si tratta di un fenomeno che riguarda solo il mondo occidentale, ma di un problema che tocca tutti i paesi, anche quelli in fase di sviluppo.
Inoltre, anche il processo di raffreddamento dell’infrastruttura storage ha una pesante influenza sui costi energetici. Più elevate sono le performance richieste ai sistemi, più questi dovranno essere raffreddati per mantenere il corretto funzionamento di tutta la rete. Se si verificasse un blocco a causa del surriscaldamento, questo potrebbe impedire il funzionamento corretto di tutta l’infrastruttura, compromettendo di fatto la salvaguardia dei dati. Per ridurre il consumo energetico dei datacenter, gli stessi array che lo compongono devono raggiungere una maggiore efficienza energetica.
Proprio con questo obiettivo, Infinidat ha identificato tre suggerimenti importanti che possono aiutare le aziende a migliorare l’efficienza energetica della loro infrastruttura storage.
1. Ridurre il consumo di energia consolidando i sistemi storage – Uno storage opera con tutti i suoi dischi, ma un provisioning intelligente, abbinato a una collocazione razionale dei dati, può consentire di evitare picchi di consumo ed il conseguente surriscaldamento dell’array stesso. In questo modo, ogni disco sarà pronto a rilasciare i dati in modo più rapido ed efficiente. Una disposizione sequenziale dei dati permette di organizzarli in modo più intelligente e di trasferirli verso DRAM e SSD per la loro lettura, piuttosto che mantenere il disco in continua rotazione: questo permette di ridurre il consumo complessivo di energia.
2. Massimizzare la densità degli storage – Pochi lo sanno, ma i file che vengono eliminati da uno storage vedono i loro contenuti sostituiti, letteralmente, da degli zeri. Il risultato è che, in presenza di file cancellati, il sistema continuerà a considerare anche quelli teoricamente eliminati, aumentando ancora la sua capacità e di conseguenza diminuendo la sua efficienza. Oggi, sul mercato esistono tecnologie che offrono la possibilità di eliminare automaticamente gli zeri che fanno parte dei dati, cosa che incrementa la densità degli storage e consente di memorizzare più dati in uno spazio più ridotto. La maggior parte degli storage disponibili sul mercato, possono eliminare gli zeri memorizzati tra i dati in un secondo tempo, ma questo richiede comunque un surplus di energia.
3. Ridurre al minimo lo spazio utilizzato – Se la maggior parte dei sistemi applicano lo stesso tipo di compressione, l’utilizzo di metodologie di compressione intelligenti può essere di grande vantaggio. Questa modalità può identificare tipologie differenti di dati e selezionare ogni volta il sistema di compressione più efficace da una libreria di algoritmi dedicati. Questo permette di ottenere un tasso di compressione più elevato, che consente agli utenti di memorizzare più dati su un array già denso.
È la combinazione di queste tecnologie che aiuta l’infrastruttura storage a operare in modo molto più efficiente, riducendo la potenza e l’energia richieste. Inoltre, queste tecnologie permettono agli storage di raggiungere prestazioni superiori senza generare più calore, e quindi senza necessità di ulteriore raffreddamento.
Con tutte queste caratteristiche Infinidat propone sul mercato una soluzione di nuova generazione in grado di consumare di meno a parità di spazio gestito rispetto a qualsiasi altra soluzione storage presente sul mercato. Consumando di meno, conseguentemente il box richiede un minor numero di BTU/h che significano un risparmio ulteriore per il cliente, con una velocità e throughput senza uguali, possiamo dire senza ombra di dubbio che il modello InfiniBox è il vero green storage del futuro.