VMware pone l’accento sulle sempre più stringenti esigenze di security, segnalando come il modo stesso di fare sicurezza debba cambiare. Un aiuto può arrivare dalla virtualizzazione.
Come sottolinea Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia, citando una ricerca condotta dall’Istituto Vanson Bourne, i CEO dovrebbero essere ritenuti responsabili per i danni dei cyber attacchi, ma spesso sono all’oscuro di alcune importanti violazioni dei dati. Si tratta di un report che tratteggia una realtà chiaroscura, fatta di zone d’ombra, dove il 22% dei responsabili IT italiani non rivela ai propri vertici gli attacchi informatici.
C’è ancora molto lavoro da fare per sensibilizzare l’IT e le aziende, considerando che solo l’8% dei responsabili in EMEA valuta la sicurezza informatica una priorità. A fronte di questi dati allarmanti, APT, malware e ransomware proliferano e mutano di ora in ora e, spesso, chi dichiara di non aver subito attacchi, semplicemente non ha gli strumenti per valutarne l’impatto e, con tutta probabilità, è già stato colpito.
Esfiltrazioni e furto di asset importanti sono costantemente portati a termine da hacker e associazioni criminali, anche se talvolta la perdita di informazioni può avvenire a causa di insider malintenzionati, o per scarsa capacità e conoscenza dei dipendenti “in buona fede”.
Di fatto, con la complessità di un mondo sempre più digitale, i metodi di sicurezza attuali non tengono il passo. Le imprese sono sempre più sotto la minaccia di gravi attacchi informatici, e il 30% degli intervistati ritiene probabile un attacco entro 90 giorni. Infatti, il 32% dei responsabili IT sostiene che una delle maggiori vulnerabilità per la propria organizzazione sia il fatto che le minacce informatiche evolvono più velocemente dei sistemi di sicurezza.
Come illustrato da Rodolfo Rotondo, Business Solutions Architect VMware Accelerate Advisory Services, l’approccio proposta dalla società, e basato su NSX e AirWatch, può portare a un notevole incremento della sicurezza generale.
Secondo WMware occorre ripensare la security e i sistemi di comunicazione, soprattutto in ambito datacenter, ma non solo. A fronte di una spesa IT praticamente “flat”, oggi si spendono circa 75 miliardi di Dollari a livello globale in sicurezza, mentre i danni provocati dagli attacchi salgono a 450 milioni di Dollari in tutto il mondo (9 milioni in Italia nel 2015).