Ryan Bateman, Marketing Director di Dynatrace, apre a un dialogo aperto per quanto riguarda il digital performance management, quale evoluzione efficace dell’APM.
2016: una storia che tenderà a ripetersi, forse questa volta con un pubblico diverso e più ampio.
In azienda, i team che si occupano di sviluppo e operation si impegnano costantemente senza sosta nel trasformare la propria cultura e adattarsi alle crescenti aspettative dei clienti, A VANTAGGIO di chi si occupa del business ma, purtroppo, NON INSIEME a essi.
Non so se vi è mai capitato di leggere le previsioni di Daniel Burrus, il concetto di base della sua metodologia separa i trend “soft” da quelli “hard”. Le previsioni per il 2016, basate sulle certezze assolute (hard trend), sono quelle che consentono alle aziende di progettare i prossimi passi con un’efficacia maggiore. Da questo punto di vista non si possono definire semplicemente “previsioni” ma quasi certezze. Il comportamento delle aziende rispetto a queste evidenze influenza nel corso dell’anno lo sviluppo dei soft trend.
Seguendo questa impostazione, a mio avviso gli hard trend del 2016 nel mondo delle performance, supportati da fatti misurabili, tangibili e completamente prevedibili, sono tre:
1. Le aziende dovranno garantire ai clienti esperienze di alto livello se vogliono sopravvivere in uno scenario sempre più competitivo
2. Per prendere decisioni corrette, sarà necessario adottare metriche sia qualitative che quantitative rispetto all’analisi della customer experience
3. La collaborazione all’interno dell’azienda si rivelerà un fattore fondamentale per avere successo
Nel corso del 2015 i responsabili del marketing digitale hanno sperimentato picchi significativi rispetto alla disponibilità delle funzionalità delle principali piattaforme di Consumer Experience Management e Digital Experience. Sul fronte opposto, i team IT dedicati allo sviluppo e alle operation hanno dovuto affrontare una saturazione simile dal punto di vista delle opzioni di Application Performance Management.
Lo stesso problema, affrontato separatamente da due punti di vista diversi, che in entrambi i casi ha dimostrato che nessuna soluzione è perfetta!
Per questo motivo, a mio avviso, il fattore chiave per cavalcare con successo gli hard trend del 2016 sarà avere a disposizione strumenti adeguati per promuovere la collaborazione tra questi diversi team attraverso un linguaggio comune.
Con questo obiettivo, proseguirà l’adozione da parte delle organizzazioni più mature delle soluzioni per il digital performance management quale evoluzione dell’APM. Insieme, i responsabili del business, le operazioni IT e lo sviluppo, sapranno innovare più rapidamente, ridurre la complessità e fornire una migliore esperienza ai clienti.
Sono curioso di scoprire come si svilupperà questo confronto tra i vari dipartimenti nel corso del 2016 e sono ottimista rispetto alle nuove correlazioni e possibili integrazioni che avverranno nelle analitiche, quando queste saranno maggiormente condivise tra tutti gli attori dell’organizzazione.
Le imprese potranno raggiungere i loro obiettivi con efficacia solo dopo aver avviato pienamente questo dialogo e avere ottenuto l’allineamento tra le analitiche quantitative di business, fornite dalle soluzioni per la Customer Experience e quelle IT provenienti dalle soluzioni di Application Management Performance. Solo quando questa congiunzione si verifica pienamente è possibile fornire ai clienti delle esperienze che superano le loro aspettative, in qualsiasi momento e con una qualità più elevata che mai.