Toshiba SSD Q Series Pro e Hybrid SSHD, velocità e capacità

Le versioni in prova sono accomunate dal formato da 2,5″, con spessore ridotto da 7 mm e dalla disponibilità dell’interfaccia Serial Ata 3 a 6 GBps. Simili soluzioni, come anticipato, possono essere facilmente integrate nei notebook e negli Ultrabook di ultima generazione, nei MiniPC, nei barebone ad alte performance e persino negli appliance multimediali compatti.

Toshiba SSD Q Series Pro e Hybrid SSHD, velocità e capacità

La versione SSD Q Series Pro che abbiamo ricevuto è quella da 256 GByte, modello Toshiba HDTS325, dotata di uno chassis leggero e ben rifinito e di un distanziatore in bundle, per una corretta installazione in alloggiamenti da 9,5 mm. La dotazione include inoltre un software di migrazione, da scaricare attraverso il sito dedicato, pensato per trasferire rapidamente i contenuti dal vecchio drive all’unità SSD.

A fianco del controller Toshiba TC358790XBG sono stati integrati chip di memoria NAND MLC con tecnologia di integrazione a 19 nm. A fronte di velocità dichiarate di 554 MB/s e 512 MB/s, rispettivamente in lettura e scrittura sequenziale, questo modello vanta un assorbimento energetico di 1,87 W.
Il consumo ridotto, al pari del peso contenuto, rendono questo SSD un ideale upgrade per notebook e sistemi portatili, complice anche l’elevata affidabilità nella maggior parte delle condizioni, come evidenziato dal MTTF (Mean Time to Failure) di 1,5 milioni di ore.

Toshiba SSD Q Series Pro e Hybrid SSHD, velocità e capacità

Il drive ibrido Toshiba SSHD MQ01ABF050H incorpora una meccanica con capacità da 500 GByte e una sezione da 8 GByte di memoria Flash NAND SLC (Single Level Cell). Questo tipo di tecnologia fornisce elevati livelli di velocità e affidabilità, risulta fino a tre volte più veloce rispetto allo standard MLC e mette a disposizione un numero di cicli di cancellazione e scrittura fino a 10 volte superiore.

La componente magnetica sfrutta piatti con un regime di rotazione di 5.400 rpm, per contenere consumi e vibrazioni, mentre il comparto SSD viene utilizzato come cache attraverso un algoritmo di autoapprendimento, capace di gestire in autonomia i dati per migliorare le prestazioni. In pratica, il processo si occupa di spostare i dati a maggiore accesso nella fetta di disco ad alte prestazioni, in modo trasparente all’utente e senza che possano essere imposte variazioni o modifiche. Ad ogni avvio del sistema e dopo ogni giornata di lavoro, l’architettura e la logica di funzionamento si adattano, di fatto, alle abitudini d’uso dell’utente.

Toshiba SSD Q Series Pro e Hybrid SSHD, velocità e capacità

Ne risulta che i file e i documenti aperti più frequentemente saranno accelerati in modo sensibile. Lo stesso vale per il boot e le fasi di standby e shutdown. Questo tipo di sistema differisce notevolmente da quanto visto in precedenza con il disco WD Black2, dove la componente SSD e quella meccanica risultano separate e non interagiscono tra loro, come abbiamo visto durante le prove.