Buffalo LinkStation 220, storage di rete, backup e personal cloud

Alla prova dei fatti, Buffalo LinkStation 220 si è dimostrato di facile integrazione in una rete preesistente. Al primo avvio sono richiesti solo pochi minuti per l’inizializzazione dei dischi mentre, successivamente, è possibile raggiungere il dispositivo puntando all’indirizzo IP acquisito automaticamente via DHCP, o utilizzando le utility fornite sul CD a corredo.
I passaggi preliminari successivi invitano a modificare la password di amministratore e suggeriscono la creazione di cartelle condivise, a livello pubblico, o con restrizioni, in caso di share private.

Buffalo LinkStation 220, storage di rete, backup e personal cloud

L’interfaccia di gestione è particolarmente semplice, facile da leggere e in lingua italiana. La sezione centrale riassume le funzionalità attive e può essere arricchita di dettagli man mano che si configurano e si abilitano i differenti servizi offerti.
Particolarmente interessante la possibilità di creare cartelle condivise per l’abilitazione del personal cloud. La procedura guida l’utente nei differenti passaggi e, in caso difficoltà, per esempio nell’apertura automatica delle porte, è possibile intervenire manualmente, selezionando crittografia, route, porte interne e sessioni.
Per per quanto riguarda la gestione dei drive e dell’array abbiamo apprezzato il buon numero di informazioni che vengono fornite dal sistema e la possibilità di abilitare un controllo con riparazione automatica dei dischi, in caso di errori.

Buffalo LinkStation 220, storage di rete, backup e personal cloud

Il tempo di risposta dell’interfaccia e il refresh delle singole schermate impongono qualche momento di attesa. La velocità nella risposta ai comandi impartiti e il tempo richiesto per ridisegnare l’interfaccia a schermo possono raggiungere i 5 -6 secondi e possono risultare fastidiosi, soprattutto nella fasi inziali di configurazione, quando si passa frequentemente da una pagina all’altra.

Durante i test abbiamo apprezzato la buona silenziosità della piattaforma, la ventola posteriore si fa sentire solo raramente, quanto la macchina è sotto sforzo continuo.
Le prove di trasferimento hanno evidenziato prestazioni medie in lettura di 67 MB/s e valori in scrittura di 62 MB/s. Si tratta di valori in linea con la categoria del prodotto e indicati per un uso simultaneo da parte di un numero ridotto di utenti, pena il decadimento rapido delle prestazioni. Di fatto, operando simultaneamente attraverso la rete con più client, le performance si riducono nettamente, scendendo sino a 15 – 20 MB/s.
Nelle operazioni di copia diretta di file di differenti dimensioni si registrano velocità di circa 35 MB/s, mentre in lettura si possono raggiungere picchi di 81 MB/s.

Buffalo LinkStation 220, storage di rete, backup e personal cloud

Nel complesso, questa soluzione Buffalo vanta un prezzo di ingresso interessante per il modello diskless e particolarmente appetibile per la versione 2x 1 TByte, in vendita a 323,00 Euro.
Le versioni successive, da 4 TByte (in prova), 6 TByte e 8 TByte sono da valutare in base al tipo di utilizzo che si intende fare. Questa generazione di NAS può infatti asservire adeguatamente ai compiti di backup periodico e archiviazione dati, ma può risultare piuttosto lenta nella gestione di grossi file e nei contesti multi-utente.

 

Punteggio

70
su 100

PRO

Prezzo interessante; supporto personal cloud e accesso web; supporto Active Directory; server FTP e server di stampa integrati; software di backup con 5 licenze incluso.

CONTRO

Chassis migliorabile; manca un sistema di blocco dei drive; porta USB host solo posteriore; tempi di risposta e refresh dell’interfaccia; decadimento performance in ambienti multi-utenza.