Intel svela i dettagli della piattaforma Xeon E7 v2, i nuovi processori di fascia alta pensati per l’integrazione nei sistemi server di classe enterprise. La piattaforma x86 nasce per garantire maggiori prestazioni e un rapporto performance-per-watt migliorato rispetto alla passata generazione Xeon v1.
Queste CPU nascono per supportare i trend di compunting più rilevanti e per sostenere il pesante insieme di calcoli necessario per gestire e organizzare il flusso di informazioni che caratterizza i big data. Le grosse moli di dati, recuperate dal web, dai social network e da ogni altro genere di piattaforma, costituiscono infatti una grossa sfida per le società e gli analisti. Poter disporre di hardware capaci di accelerare le operazioni di calcolo, l’applicazione di matrici e il controllo di tutti i sensori oggi disponibili online diventa determinante per contenere i tempi di elaborazione.
Intel propone i processori Xeon E7 v2 proprio per minimizzare i tempi necessari per l’applicazione di determinati algoritmi. Non solo, come ci ha illustrato Carmine Stragapede, Direttore Generale Intel Italia, la nuova piattaforme permette di accelerare l’adozione dell’elaborazione dati in memoria o, In-Memory Computing. Di fatto, Intel prevede una crescita di sei volte, entro il 2018, dei sistemi in grado di effettuare la gestione in memoria dei dati. Questo in virtù dei molti vantaggi derivanti da questa tecnologia, che consente l’accesso immediato al flusso dati, senza dover attendere la copia o lo spostamento da determinate aree degli array disco. L’elaborazione delle informazioni avviene così in modo estremamente più rapido rispetto alle architetture convenzionali, con un ritorno immediato per differenti comparti di business, dal retail, al business industriale, agli enti pubblici.