Cloud e cyber security, le strategie e le acquisizioni ReeVo

Forte delle competenze che ha portato l'integrazione di Itnet, Sighup e Abbana, ReeVo vuole diventare il cloud cyber security provider di riferimento in Europa.

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Il provider di servizi integrati di cloud e cyber security ReeVo ha colto l’occasione del suo primo evento dedicato al canale per incontrare la stampa e fare il punto della situazione sull’offerta, sulle strategie di acquisizione e di internazionalizzazione (l’azienda è presente anche in Spagna e Francia) e anche sul ruolo che hanno oggi i partner.

“ReeVo nasce oltre 20 anni fa come cloud provider – ha raccontato Salvatore Giannetto, presidente dell’azienda –. Nel tempo, ha gradualmente incorporato servizi di cyber security e oggi questa integrazione ci permette di differenziarci dalla concorrenza, che è tipicamente focalizzata solo su uno di tali ambiti. Di fatto, abbiamo due mezzi diversi per raggiungere lo stesso scopo: proteggere le aziende italiane ed europee, i loro dati e le loro infrastrutture e garantire la continuità operativa. Lo facciamo con un approccio totalmente basato sul canale. Abbiamo più di 300 system integrator e rivenditori in Italia, più una cinquantina a livello europeo. Tramite loro riusciamo ad avere un’adeguata capillarità geografica”.

Industrializzare soluzioni destinate mercato enterprise

ReeVo non è cresciuta solo in termini geografici, ma anche dal punto di vista organico e dell’implementazione dei servizi. In tempi recenti ha portato a termine tre operazioni strategiche di merger and acquisition: la francese Abbana (con l’obiettivo di “penetrare in maniera più puntuale nel mercato d’Oltralpe”), due in Italia, (il provider Itnet e il cloud native vendor Sighup) che “ci hanno permesso di ampliare il portafoglio di servizi e di integrare e far crescere la nostra strategia di cloud”.

Tali acquisizioni giocano un ruolo fondamentale nella value proposition di ReeVo. L’obiettivo dell’azienda è infatti di industrializzare soluzioni destinate al mercato enterprise per “pacchettizzarle” in modo che siano accessibili alle piccole e medie imprese. A onor del vero, più medie che non piccole, se si considera che il target è tipicamente una realtà che fattura da 20 milioni di euro a 2 miliardi l’anno.

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Una scelta che ha alla base una precisa analisi del mercato. “Abbiamo alcuni clienti di livello enterprise – ha precisato Antonio Giannetto –, ma il tasso di penetrazione in tale segmento dei servizi cloud è molto elevato, raggiunge la quasi totalità di aziende. E il numero di realtà è limitato. Del tutto diversa è la situazione sul versante PMI: le imprese sono molto più numerose e di queste, secondo le più recenti analisi, solo il 64% usa i servizi cloud. E spesso per servizio cloud si intende solo la posta elettronica. Questo apre la via a molteplici opportunità”.

I ruolo delle acquisizioni

Per ottenere tale risultato, “abbiamo acquisito le competenze che ci consentono di costruire una piattaforma che di fatto non esisteva, che non hanno nemmeno gli hyperscaler – ha sottolineato Antonio Giannetto –. Una piattaforma che permette addirittura ai clienti di evitare di farsi carico della sua gestione, ce ne occupiamo noi. Questo ci permette di differenziarci decisamente nel nostro mercato di riferimento. È una proposta che si trova in pochissime situazioni, estremamente verticali, mentre noi vogliamo industrializzarla. Ovviamente, sempre senza dimenticare le logiche di protezione dei dati”.

In tal senso, assumono dei ruoli chiari le acquisizioni. Itnet assicurare una connettività dedicata carrier neutral, che permette sia di collegare i data center di ReeVo sia cloud differenti, compresi quelli degli hyperscaler. Mentre Sighup fornisce un maggiore know how in ambito container, consentendo a ReeVo di ampliare la piattaforma di servizi public cloud integrandola con kubernetes. “Questo ci permette di affrontare l’evoluzione del modello di infrastruttura. Riteniamo infatti che in futuro ci sarà una migrazione dall’attuale IAAS al PAAS, quindi una piattaforma gestita dove il cliente utilizza ciò che gli serve, senza preoccuparsi della gestione, della sicurezza o di dove sono i dati”.

In pratica, una sorta public cloud as a service, dove ReeVo può fornire “chiavi in mano” tutti i servizi necessari a un’azienda per migrare al cloud o anche solo una parte. Una proposta particolarmente adatta a una realtà, come una PMI, in cui “il passaggio al cloud non può essere uno switch off, come accade soprattutto nei settori produttivi. Sono usati ancora macchinari che devono interconnettersi con il server, con certi computer o con le infrastrutture. Quindi c’è una forte richiesta di un modello hybrid cloud, di trasferire all’inizio solo alcuni servizi o solo alcune componenti. C’è l’esigenza di una digitalizzazione guidata più graduale”.

Il cloud cyber security provider di riferimento in Europa

Una precisa strategia rivolta a un target ben definito, che nasce in Italia ma che ReeVo intende estendere a livello continentale. Anzi, che ha già iniziato estendere a partire dalla seconda metà dello scorso anno, prima in Spagna e poi Francia dove l’azienda ha affermato di stare offrendo servizi di altissima gamma e certificati e dove sta costruendo un canale.

Sono i primi passi verso un obiettivo decisamente ambizioso: “Vogliamo diventare il cloud cyber security provider di riferimento per il mercato europeo. Oggi in Europa non c’è un player con un profilo come il nostro” ha sostenuto Antonio Giannetto.

Così, dopo la Spagna, il percorso di espansione dovrebbe prevedere l’ingresso in Portogallo, dove ReeVo “sta già facendo delle azioni”.  Tuttavia, sta ponendo grande attenzione anche al mercato grecoper una nicchia particolare nel mondo della cyber security. Abbiamo delle competenze molti forti sulla protezione del segmento navale”.

L’azienda è poi interessata ai Paesi dell’Est, primo fra tutti la Polonia dove “i data center stanno spuntando come funghi”. Meno interesse, almeno per il momento, c’è verso le nazioni che tradizionalmente rappresentano gli obiettivi di chi ha mire espansionistiche, come per esempio la Germania:È inflazionata, vanno tutti lì”, ha concluso Antonio Giannetto.