I data center di CDLAN consentono di offrire soluzioni di business continuity e disaster recovery, soluzioni rafforzate da reti MAN con architettura ad anello.
CDLAN è un’azienda che sviluppa soluzioni ICT per supportare la digitalizzazione delle imprese. La società opera nel mercato italiano ed è completamente indipendente, si propone come un’alternativa ai grandi operatori, sia Telco sia hyperscaler. Corrado Del Po, CEO di CDLAN, ci ha parlato di data center, di business continuity e di cyber security.
CDLAN è nata nel 2000 come system integrator, nel 2003 è diventata operatore di telecomunicazioni, nel 2008 ha fatto un primo investimento nella realizzazione di infrastrutture proprie, con la costruzione di una MAN (Metropolitan Area Network) in fibra ottica a Milano. L’operazione è stata poi ripetuta a Roma, in seguito a Bologna. Disporre di infrastrutture proprie consente a CDLAN di essere più rapida nel provisioning e nell’assurance, permette di personalizzare le soluzioni, fatte su misura per le necessità dei clienti.
Nel 2016 viene inaugurato C21, il data center Tier IV compliant operativo all’interno del Caldera Park, la zona a più alta densità di reti IP in Italia e sede del Milan Internet Exchange (MIX), peering point pubblico con oltre duecento operatori di rete interconnessi. Nell’arco di poco più di quattro anni, C21 è stato riempito per più dell’80% della sua capacità. Nel 2018 è stato inaugurato E100, un data center situato a Roma.
Data center e business continuity
I due data center permettono a CDLAN di offrire soluzioni di business continuity e disaster recovery, soluzioni rafforzate dalle reti MAN create negli anni passati e caratterizzate da un’architettura ad anello, i cui punti di servizio sono tutti in doppia via.
La società offre ai clienti le sue proposte solo dopo una fase di analisi delle necessità e delle posture lavorative. Se queste ultime non sono conformi alle esigenze della sicurezza informatica, l’azienda fa il possibile per correggerle, così da creare una base valida su cui costruire la soluzione più adatta, sempre con la massima attenzione alla business continuity.
Le proposte di CDLAN sono sostanzialmente di tre tipi: stand alone in ambito TLC (accessi Internet, reti private), data center in colocation oppure cloud (macchine virtuali, Backup as a Service, Storage as a Service e altro ancora).
I vanti dell’azienda sono sia l’integrazione ad hoc di queste componenti sulle esigenze del cliente sia una grande attenzione per quanto riguarda il supporto, sia pre sia post-vendita. I clienti sono seguiti da un team dedicato.
Oggi il fatturato di CDLAN può essere diviso in tre parti: il 30% deriva dal settore telecomunicazioni, il 60% dai data center, il 10% dai servizi cloud. Attualmente il settore in più rapida crescita è quest’ultimo, grazie a importanti investimenti e al progetto di creare un gruppo di società tramite una serie di acquisizioni. Queste società rimarranno libere di agire in autonomia ma forniranno a CDLAN il know-how necessario per muoversi al meglio nel settore del cloud e della cybersecurity.
La gestione di un data center
La filosofia della società è chiara: il modo migliore per assicurare continuità nella gestione di un data center è fare manutenzione regolare e frequenti test con i sistemi a regime, durante il normale funzionamento. L’azienda è una delle poche che fanno test mensili con le macchine sotto carico: queste operazioni includono ad esempio l’interruzione dell’energia elettrica per un dato periodo. Di recente, CDLAN ha aggiunto anche la pratica di creare piccole anomalie casuali che non impattano sul funzionamento del data center ma che consentono di osservare in che modo e in che tempi le squadre di manutenzione sono in grado di reagire.
La società ha una manualistica molto completa (MOP, Manual Of Procedure), che descrive in maniera precisa tutte le operazioni da fare sia a regime sia in caso di emergenza. Il personale responsabile dei data center segue scrupolosamente tali indicazioni, per ridurre al minimo gli imprevisti e per gestirli al meglio quando capitano. Di fatto, le problematiche nella gestione del data center nascono quando si fa una cattiva manutenzione; occorrono controlli regolari su ogni aspetto e dispositivo.
Seguendo queste regole, CDLAN riesce a intervenire in modo proattivo, correggendo anomalie e potenziali problemi prima che possano generare serie disfunzioni dell’infrastruttura.
Sostenibilità e consumi energetici
Un data center consuma molta energia e su questo aspetto c’è poco da fare. Per ridurre l’impatto ambientale, CDLAN usa esclusivamente energia da fonti rinnovabili e fa il possibile per ottimizzarne l’uso. Per esempio, ha automatizzato la gestione delle luci LED, in modo che si accendano solo quando serve e che si spengano in automatico. Inoltre, il personale che gestisce le macchine per il raffreddamento, il settore più energivoro dell’azienda, è particolarmente attento nella regolazione delle temperature operative e interviene secondo una logica di ottimizzazione e taglio dei consumi.
Sempre in ottica di sostenibilità, la società raccoglie la grande quantità di imballaggi che i clienti portano e lasciano nel data center, separa i rifiuti per tipo di materiale e li smaltisce in modo ecocompatibile.
Dato che il data center è per buona parte utilizzato per erogare servizi di colocation, CDLAN non ha controllo sull’hardware che i clienti portano per l’installazione, anche nel caso in cui siano macchine che consumano molta energia. Il discorso cambia invece per la sezione dedicata al cloud, che l’azienda gestisce in autonomia. Per questo settore la scelta delle macchine è fatta principalmente in base al miglior rapporto potenza di calcolo/consumo energetico delle CPU. A proposito di processori, nel 2024 CDLAN conta di impiegare anche GPU, più efficienti delle CPU nelle applicazioni di intelligenza artificiale. Le potenzialità delle GPU saranno rese disponibili come Infrastructure as a Service (IaaS).
Sempre l’anno prossimo, CDLAN affronterà il processo per la certificazione ISO 50001, che sancirà il suo impegno per la sostenibilità e per la carbon neutrality. Quest’ultima è un’esigenza nata all’interno dell’azienda e sostenuta dal CEO. Il metodo scelto per raggiungere la carbon neutrality consiste nel compensare le emissioni CO2 sostenendo progetti certificati di riforestazione in America del Sud e in Asia. Tale scelta è scaturita dal desiderio di agire concretamente a favore dell’ambiente, con strumenti e modalità certe e verificabili. Le aree in cui saranno piantati gli alberi e attivate iniziative di prevenzione forestale, infatti, sono controllate da un ente internazionale, che rilascia un certificato per i crediti di compensazione di CO2 ottenuti.
La sovranità dei dati
Il 90% del fatturato di CDLAN (TLC e data center) è neutro per quanto riguarda l’importante tema legato alla sovranità dei dati. Per il restante 10%, dovuto alle attività nel cloud, si tratta invece di una esigenza particolarmente sentita dai clienti e a livello di compliance. Siccome la totalità dei clienti della società è italiana e i suoi data center sono nella nostra nazione, CDLAN non ha alcuna difficoltà a garantire la localizzazione in Italia dei dati. Per quanto riguarda l’estero, l’azienda sta valutando un’espansione in Europa. I piani sono di creare altreinfrastrutture all’estero, in nazioni come Germania, Francia, Olanda e UK. Queste infrastrutture serviranno per i clienti italiani che fanno affari con le nazioni europee o che hanno divisioni all’estero.