La digitalizzazione delle aree rurali è un processo fondamentale per la produttività del Sistema-Paese, le proposte e le idee di PEFC Italia e UNIPisa.
La trasformazione digitale in atto sta cambiando il modo di lavorare e di vivere, favorendo integrazione e collaborazione. Questo processo è bilaterale: imprese e amministrazioni si sono avviate da tempo lungo questo percorso, ma anche cittadini e dipendenti stanno portando avanti richieste specifiche.
I lavoratori chiedono di poter disporre di adeguate soluzioni tecnologiche, sono convinti che l’automazione possa migliorare il modo di lavorare, spesso ostacolato da attività manuali e dalla mancanza di soluzioni per la gestione dei workflow. Si denota così un netto cambiamento rispetto all’atteggiamento di scetticismo nei confronti della digitalizzazione che si riscontrava prima della pandemia.
Migliorare la connettività e l’accesso ai servizi digitali
Come potenziare imprese e servizi al cittadino in aree rurali dove, sovente, la connettività è scarsa e il grado di informazione rispetto al “digitale” è limitato?
Le moderne innovazioni, dal 5G al cloud, dalla banda ultra-larga all’accesso multi-gigabit con le soluzioni fixed wireless consentiranno sicuramente di migliorare la situazione attuale, ma c’è ancora molto lavoro da fare.
In generale, stando al rapporto DESI (Digital Economy and Society Index) della Commissione Europea, l’Italia – su 27 Paesi – occupa il diciottesimo posto nella classifica sullo stato di digitalizzazione. L’Italia sta quindi colmando il divario rispetto all’Unione europea (nel 2021 era al ventesimo posto), ma c’è ancora molto da fare: oltre la metà dei cittadini italiani non dispone neppure di competenze digitali di base. Inoltre, le tecnologie di connessione – 4G, 5G, fissa – ancora non raggiungono in modo uniforme le aree rurali.
Le premesse, però, ci sono tutte per ipotizzare una svolta importante; pensiamo ad esempio alla capacità computazionale potenzialmente illimitata del cloud, il cui maggior ostacolo attualmente deriva dalla scarsa larghezza di banda e dall’instabilità della connessione.
Non è troppo avveniristico, comunque, immaginare trattori connessi che utilizzano algoritmi di image recognition per operare autonomamente o sensori in grado di fornire in tempo reale indicazioni sulle problematiche riscontrate in vigneto.
Anche il mondo delle rilevazioni da drone è destinato a cambiare: in un futuro non troppo lontano sarà possibile pilotare i velivoli anche a grande distanza e in piena sicurezza, favorendo le operazioni di monitoraggio da remoto. Con l’introduzione dello standard 5G, inoltre, i droni potrebbero volare anche in modo autonomo, consentendo così di destinare più tempo alle attività di pianificazione delle missioni e di elaborazione dei dati in tempo reale da parte dei tecnici per una consulenza pressoché immediata sulle problematiche.
Proposte per il cambiamento
PEFC Italia, Amigo, CNR-ISTI e UNIPI presentano numerose proposte per potenziare l’accessibilità e le connessioni attraverso il progetto “DESIRA”, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020.
L’intento è quello di migliorare la connettività e l’accesso ai servizi digitali per le popolazioni delle aree montane, aumentando l’attrattività di queste zone, valorizzando formazione e smart working.
Il progetto Digitisation: Economic and Social Impacts in Rural Areas è coordinato dal Prof. Gianluca Brunori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. A collaborare, un Consorzio costituito da 25 partner in tutta Europa. Attraverso 20 “Living Labs” condotti nei vari Paesi europei dai partner del consorzio, Desira ha studiato gli impatti socioeconomici dell’innovazione legata alle telecomunicazioni.
L’obiettivo è quello di individuare modalità operative per massimizzare i benefici della tecnologia al servizio del territorio. Tutto questo, mantenendo chiaramente in evidenza i canoni fondanti: sostenibilità, innovazione responsabile, contribuzione alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU.
PEFC Italia e DESIRA
Per l’Italia, il PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale, ha coordinato un Living Lab su tecnologie al servizio della tracciabilità delle filiere foresta-legno-energia.
In sede di dibattito si sono evidenziate le vulnerabilità del sistema e come una maggiore digitalizzazione possa apportare benefici entro un lasso di tempo ragionevole, entro il 2031.
Da qui, alcune raccomandazioni politiche e di proposte funzionali per agevolare l’ingresso di strumenti digitali nelle aree rurali e montane. Di questo si è parlato durante il webinar “Digitalizzare le aree interne dell’Italia: sfide e opportunità nel progetto Horizon 2020 DESIRA”.
Da sinistra: Marco Bussone, Angelo Frascarelli, Eleonora Mariano
L’evento è stato moderato dal giornalista Simone Cosimi. Hanno preso parte Gianluca Brunori (professore UNIPI, coordinatore progetto Desira), Marco Bussone (Presidente UNCEM), Angelo Frascarelli (Presidente ISMEA) ed Eleonora Mariano (Responsabile progetti PEFC Italia).
Gianluca Brunori, Professore dell’Università di Pisa
La digitalizzazione è un cambiamento socio-tecnico, nel quale le componenti tecnologiche e quelle sociali sono strettamente collegate: non deve essere vista come un fine, ma uno strumento al servizio delle aree montane e rurali.
Per questo il progetto DESIRA ha scelto un approccio di tipo interattivo e ha sviluppato una metodologia per l’analisi basata sul coinvolgimento di diversi attori – dagli agricoltori e gestori forestali agli studiosi, fino ai decisori politici – così da incontrare i bisogni degli utenti e delle popolazioni coinvolte e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Digitalizzazione sostenibile delle aree montane e rurali
Eleonora Mariano, Responsabile progetti per PEFC Italia
È necessario sviluppare infrastrutture che permettano alle aree rurali e montane di stare al passo con il resto del Paese per quanto riguarda la connettività e le possibilità di utilizzo della rete, delineando una roadmap che indichi agli organi di governo come accompagnare tali comunità nella transizione digitale sostenibile. In ogni caso, è fondamentale che la tecnologia sia co-progettata con gli attori e gli utenti locali, sulla base delle esigenze presenti e future e delle specificità del territorio.
Gianluca Brunori
Grazie alla digitalizzazione, si possono superare disagi fisici e svantaggi socioeconomici, sviluppare maggiore sensibilità ambientale. Ad esempio, le tecnologie digitali possono anche aiutare a prevedere, prevenire e mitigare i principali danni prodotti dalle calamità naturali e/o antropiche, come alluvioni, inquinamento, siccità e incendi.
Le raccomandazioni di PEFC Italia, Amigo, CNR-ISTI e UNIPI
- Migliorare la connettività e l’accesso ai servizi digitali per le popolazioni delle aree montane. Secondo le indicazioni di PEFC, Amigo, CNR-ISTI e UNIPI, è necessario accelerare sul Piano nazionale per la banda ultra-larga, al fine di sviluppare un’infrastruttura che consenta alle aree rurali e montane di tenere il passo con il resto del Paese.
- Pianificare lo sviluppo attraverso nuove forme di cooperazione. La digitalizzazione può avere un’importante funzione aggregativa e di coinvolgimento nelle aree montane e rurali, con l’obiettivo di creare “smart villages” in cui non conta tanto il numero di tecnologie implementate quanto l’utilizzo che se ne fa per sostenere la comunità stessa. Tra le iniziative da introdurre emerge anche la creazione di fondazioni pubblico-private che promuovano la nascita di start-up e imprese nelle aree montane.
- Sostenere la creazione e il mantenimento di posti di lavoro nelle aree montane. La pandemia ha favorito la diffusione di forme di lavoro e studio a distanza, spingendo anche molte persone a cercare luoghi più tranquilli, a contatto con la natura e in cui il costo della vita è mediamente più basso. Per questo è fondamentale da una parte sviluppare soluzioni che promuovano lavoro e studio a distanza nelle aree rurali, ad esempio trasformando aree pubbliche in spazi di co-working, dall’altra implementare percorsi universitari che prevedano la formazione a distanza per consentire agli studenti di formarsi nei loro territori.
- Aumentare l’attrattività dei territori montani e il riconoscimento dei servizi generati dalla gestione sostenibile del territorio. Questo sarebbe possibile, secondo PEFC Italia, sostenendo la creazione di strumenti in grado di stimare e riconoscere il valore effettivo dei servizi offerti dagli agricoltori, dai forestali e dai cittadini alla comunità, come ad esempio il monitoraggio ambientale e il taglio dell’erba. Questo tipo di riconoscimento anche economico aiuterebbe a creare “nuovi lavori” e a combattere lo spopolamento.
Il progetto DESIRA, che si concluderà ufficialmente nel 2023, si occuperà inoltre di contribuire allo sviluppo delle politiche in tutta l’Unione Europea e di facilitare un Forum sulla digitalizzazione rurale proprio per discutere il modo in cui le politiche potrebbero affrontare opportunità e sfide della digitalizzazione anche nei settori agricolo e forestale e per la gestione delle aree montane.