Sergio Brizzo, CEO di Across, ci parla delle cookie policy e delle nuove linee guida: rafforzeranno il potere decisionale dei singoli; si punterà agli interessi dei cluster.
Dal 9 gennaio sono entrate in vigore le nuove linee guida sui cookie dei siti web, presentate dal Garante Privacy lo scorso anno. Pur trattandosi di un provvedimento normativo essenziale, esso rischia di spaventare gli utenti meno esperti che possono erroneamente pensare che i cookie di per sé siano “un male”.
Le aziende dovranno sempre ottenere il consenso dell’utente per l’utilizzo dei cookie. Ad eccezione per quelli che non tracciano e non profilano, quindi cookie tecnici e analytics, a patto che questi ultimi forniscano solo statistiche aggregate (e non traccino gli utenti). In ogni caso l’utente deve essere informato dell’uso di questi cookie, in un banner nella home page o nell’informativa privacy del sito.
In realtà, a seconda della tipologia, i cookie possono svolgere diverse funzioni: di monitoraggio o di memorizzazione di informazioni su specifiche configurazioni riguardanti gli utenti che accedono ad un server. Da qui, la distinzione dei cookie in tre macrocategorie: tecnici, di profilazione e analytics.
Cookie policy – tipologie
I cookie tecnici consentono la normale navigazione di un sito e la rendono ottimale per ogni utente. Sono infatti utilizzati al solo fine di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
I cosiddetti “cookie di profilazione” creano profili personalizzati relativi all’utente per finalità pubblicitarie e vengono utilizzati poi per intraprendere attività di marketing, ad esempio di retargeting o advertising sui social media.
Sono infatti utilizzati per ricondurre a soggetti determinati specifiche azioni o schemi comportamentali ricorrenti nell’uso delle funzionalità offerte, al fine del raggruppamento dei diversi profili all’interno di cluster omogenei.
I cookie analytics, infine, sono quelli utilizzati al fine di valutare l’efficacia di un servizio fornito da un sito, contribuendo a misurarne il “traffico” e fornendo dettagli come il numero di visitatori ripartiti per area geografica, fascia oraria della connessione o altre caratteristiche.
Per i cookie di profilazione, l’informativa deve avere un linguaggio semplice, grazie al quale l’utente possa chiudere il banner (informativa) semplicemente cliccando sulla X.
Cookie policy – dove va il mercato?
Secondo Across, in questa fase è essenziale verificare l’adeguamento alle singole richieste del Garante Privacy, affidarsi a fornitori esterni che conoscano la materia e sappiano come gestirla.
Google ha dichiarato che dal 2023 il proprio browser Chrome non supporterà più i cookie di terze parti, già esclusi nelle impostazioni di default di Safari e Mozilla. Per forza di cose – dunque – il digital marketing si troverà di fronte ad un’ulteriore svolta a cui dovrà iniziare a reagire già da ora.
Cosa fare quindi? Aziende e publisher devono da subito cercare di valorizzare al meglio i propri dati di prima parte, implementando ogni forma di customer experience che miri a rintracciare gli utenti all’interno del proprio dominio web.
Gli editori, certamente, torneranno ad investire maggiormente sulla pubblicità contestuale, cercando di usare i cookie di prima parte e favorendo l’autenticazione per conoscere in maniera più dettagliata i propri utenti.
Un mondo senza cookie è possibile ma impone importanti cambiamenti al digital marketing. Il corretto trattamento del dato e la fiducia degli utenti dovranno necessariamente essere riposizionati al centro!