Bobby Beckmann, CTO di Lifesize, e Marco Lupi, Country Manager di Lifesize in Italia, mettono in evidenza le principali tendenze delle comunicazioni video nel 2020.
Il video oltre le riunioni aziendali – Nel corso del 2020, vedremo l’uso del video estendersi ben oltre la tradizionale riunione aziendale: diverse professionalità in diversi settori, quali la telemedicina, l’architettura e la pubblica amministrazione inizieranno a beneficiarne su ampia scala. La telemedicina è la naturale evoluzione dell’assistenza sanitaria nell’era digitale; i video in cloud avranno un ruolo fondamentale nel migliorare accessibilità ed esperienza di comunicazione, anche da un punto di vista economico.
La ricchezza e la qualità dei video oggi consentono anche in ambito architetturale una frequente collaborazione e condivisione di progetti tra professionisti e clienti. Per quanto riguarda il settore pubblico, le funzionalità video ci portano ad un passo dal poter fare la fila da remoto, per una serie di incombenze che oggi rischiano di farci perdere molto tempo – per esempio, per il rinnovo della patente.
I team di lavoro distribuiti saranno dipendenti… dal video!
Marco Lupi, country manager Lifesize Italia
La carenza di competenze di soffre, soprattutto in certi settori, il nostro mercato del lavoro, non lascia altra scelta alle aziende se non quella di cercare talenti indipendentemente dalle aree geografiche. Grazie a tecnologie sempre più innovative per lo smart working, le organizzazioni possono attingere alle risorse anche in territori non presidiati fisicamente e assegnare responsabilità e ruoli chiave anche a personale lontano dall’headquarter o persino a team interamente distribuiti.
Nel nostro Paese sono illuminanti i dati recentemente diffusi dal Ministero dell’Economia, che dal 2017 coinvolge in programmi di lavoro da remoto oltre 700 dipendenti, con risultati eccellenti in termini di produttività, in particolare con la riduzione delle assenze brevi per congedi o malattia, rispettivamente del 40% e del 37%, oltre che di miglioramento dell’intensità lavorativa e del clima aziendale.
Allo stesso modo, il progetto Smart Companies di Mantova, con cui diverse aziende della provincia hanno promosso una sperimentazione triennale sul lavoro da remoto, ha messo in evidenza risultati incoraggianti: ogni lavoratore smart ha risparmiato in media 56 minuti di tempo per ciascuna giornata di lavoro “smart”, reinvestendo il 31% di esso nel lavoro. Deciso anche l’impatto sull’ambiente: in totale sono state evitate emissioni pari a 42 t di anidride carbonica, per il cui assorbimento sarebbe stata necessaria l’attività di circa 2800 alberi.
Negli Stati Uniti, invece, dove le aziende possono beneficiare di incentivi finanziari per il lavoro a distanza, nel 2018 sono stati circa 5 miliardi di dollari i risparmi complessivi delle organizzazioni solo sui costi dei dipendenti part-time che hanno lavorato da remoto.
Nei prossimi mesi, con la forza lavoro sempre più distribuita, il video avrà un ruolo ancora più importante nel rafforzare la connessione tra le risorse e supportare la collaborazione all’interno dei team. Come risultato dei nuovi modelli di assunzione che le imprese stanno adottando e della necessità di aumentare il livello di interazione personale che una telefonata consente solo in maniera limitata, la collaborazione video diverrà un elemento chiave nelle strategie di comunicazione aziendale.
Il revival dei dispositivi – Tornano di moda le apparecchiature per la videoconferenza. L’evoluzione della tradizionale sala conferenze (con il boom delle sale riunione) riporterà in auge gli apparecchi di videoconferenza a sé stanti. L’hardware e il software saranno la coppia più potente nell’ambito della videoconferenza nel corso del 2020 e gli investimenti nella roadmap dei fornitori lo dimostrano già. La biforcazione del mercato tra gli approcci del sistema ambientale – dispositivi contro kit – diventerà meno pronunciata e il modello di apparecchio guadagnerà di nuovo grazie a una maggiore facilità d’uso nonché a minori costi di installazione e di acquisto.
Bobby Beckmann, CTO di Lifesize
Il WebRTC regnerà incontrastato – WebRTC (web real-time communications) consente di connettersi tramite audio e video senza dover scaricare software o plug-in. Tuttavia, a seconda del browser, in passato l’esecuzione di una versione completa di un’app WebRTC non è stata l’esperienza più immediata e semplice. Questo, fino al 2019.
Con la notizia che il nuovo browser Microsoft Edge sarà da ora in poi basato su Chromium, le implementazioni di WebRTC saranno significativamente più fluide e coerenti e molte altre applicazioni WebRTC inizieranno ad essere eseguite in modalità nativa nei browser, siano esse Chrome, Firefox, Safari o Edge. Di conseguenza, i CTO e i CIO non dovranno investire tanto tempo e risorse nella gestione dei processi di sviluppo e distribuzione.
Flessibilità e mobilità sul posto di lavoro: il “carburante 5G” – Nel corso del 2020 vedremo il 5G, la quinta generazione di reti cellulari, rivoluzionare le connessioni mobili ad alta velocità. Lavorare da remoto sarà ancora più semplice: l’esperienza di lavoro dai dispositivi mobile andrà di pari passo con l’esperienza mobile dei consumatori. Mentre la domanda di flessibilità sul posto di lavoro e il fenomeno BYOD cresceranno, grazie a Millennials e Gen Z, il 5G avrà un ruolo fondamentale per i dipendenti che tenderanno ad abbandonare progressivamente laptop e dispositivi ingombranti a favore dei propri telefoni, per lavorare sempre più da mobile in maniera flessibile. La capacità di comunicare e collaborare tra sedi e fusi orari differenti, senza essere costretti a una scrivania o a un laptop, porterà inevitabilmente a una maggiore mobilità sul posto di lavoro e – oserei dire – a un maggiore divertimento.