Aruba Global Cloud Data Center, esempio di green datacenter

Aruba Global Cloud Data Center, esempio di green datacenter

Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba, porta come esempio di un valido modello green aziendale il Global Cloud Data Center, che utilizza energia rinnovabile con certificazione di Garanzia di Origine (GO), ossia proveniente da fonti rinnovabili.

Oggi si assiste a un’enorme crescita del consumo energetico, motivo per cui è necessario prendere atto di questo fenomeno e attivarsi per fare scelte progettuali che siano efficaci in termini di sostenibilità e impatto ambientale.
È fondamentale adoperarsi per trovare “strategie green” e “consumare” in maniera intelligente, impegnandosi quindi a fare un uso corretto dell’energia e a favorire l’uso delle energie rinnovabili. Il ruolo dei data center nella sfida per abbattere le emissioni di CO2 e tagliare i costi energetici è sicuramente centrale.
Per rendere un data center a impatto zero è necessario abbracciare tutte le tecnologie green che riguardano l’alimentazione, gli UPS e i sistemi di condizionamento. Ma ovviamente il primo passo è quello di pensare fin dalla prima fase di progettazione all’impatto che un data center avrà in termini di consumo energetico.

Quando un’azienda progetta un nuovo data center – così come funziona per il team interno di progettazione di Aruba – deve pensare fin dall’inizio – oltre che a come garantire la massima affidabilità, sicurezza e prestazioni – anche a come raggiungere la massima efficienza e risparmio energetico: grazie a questo modello, oggi Aruba riesce mediamente a risparmiare l’emissione circa 18 Mln di tonnellate di CO2 all’anno.

Arauba Global Cloud Data Center, esempio di green datacenter

Ad esempio, Global Cloud Data Center di Aruba (che abbiamo visitato in occasione dell’inaugurazione nel mese di ottobre 2017) – il data center campus più grande d’Italia vicino Milano – utilizza energia rinnovabile con certificazione di Garanzia di Origine (GO) ossia proveniente da fonti rinnovabili. A ciò si aggiunge l’energia rinnovabile autoprodotta nel sito: nello specifico, il data center si avvale di una centrale idroelettrica di proprietà che si trova all’interno del campus tecnologico e di numerosi pannelli fotovoltaici che ricoprono parte delle pareti: è anche da queste fonti che si garantisce parte dell’approvvigionamento ‘intelligente’ e sostenibile di energia.

Come fare, quindi, per rendere un data center realmente green? È necessario proporre un data center al massimo dell’avanguardia, rispettando al contempo le necessità del pianeta, non pesando inutilmente con l’emissione di sostanze serra dannose ed evitando il consumo di risorse energetiche non riproducibili. Un data center green se realizzato con strutture e metodi avanzati, attenti all’autoproduzione e alle fonti rinnovabili, o a una combinazione di questi aspetti, può contribuire a garantire che la propria potenza sia 100% rinnovabile.

Non da ultimo, è necessaria una presa di coscienza per capire che è essenziale investire in quelle fonti che devono essere vicine al luogo in cui poi si utilizza l’energia, per evitare tutti gli sprechi dovuti ai trasporti.
Se si considera la produzione di energia, nelle fasi di trasformazione e di trasporto se ne perde il 30/40%: questo viene meno con la produzione in loco, e a parità di costi. Per le aziende che consumano grandi quantità di energia, quindi, dovrebbe essere obbligatorio guardare alle forme di autoproduzione o, dove non possibile, quantomeno alla cogenerazione ad alto rendimento.

Se si cominciasse a mettere insieme tutti questi sforzi e ad applicarli a tutti i settori industriali si farebbe una differenza enorme, conducendo una partita vincente sia per le imprese, sia per l’ambiente. Si tratta di una procedura che prima di tutto è eticamente corretta ma che, inoltre, comporta meno sprechi, consente di gestire più liberamente i prezzi e rende più competitive le aziende dal punto di vista commerciale.