#IDCDatacenter19 è l’hashtag scelto per l’evento milanese IDC Data Center of the future: il concetto stesso di data center sta cambiando rapidamente.
Edge, cloud e IoT sono solo alcuni dei driver che stanno variando profondamente gli scenari italiani ed internazionali.
Sergio Patano, Associate Research Director di IDC ha fornito dati e vision della nota società di ricerche di mercato sul mondo data center. Molti hanno erroneamente pensato che i data center sarebbero diventati obsoleti in seguito all’avvento del cloud. In realtà, si è assistito a un riposizionamento e cambiamento strategico, al supporto delle imprese e delle nuove opportunità per il business.
Entro il 2023 il 75% delle spese IT saranno legate alla terza piattaforma, e la crescita degli investimenti nel settore è a dir poco impressionante. Dal 2022 in poi, il livello di automazione sarà particolarmente spinto, permettendo di riposizionare le risorse umane aziendali in attività a più alto valore aggiunto. Evidente come questo comporterà per i reparti IT un periodo di forte pressione: dovranno gestire abilmente le nuove tecnologie, bilanciandole con budget e cost saving.
Patano rivela come stia iniziando a cambiare la percezione dei manager verso i data center: secondo lo studio IDC solo il 9% lo percepisce e considera un mero centro di costo, il 74% lo ritiene un centro erogazione di servizi, e il 17% come fonte di profitto. Quest’ultima percentuale, seppur gradualmente, sta crescendo.
Ha quindi proseguito illustrando le dieci previsioni di IDC, su un orizzonte sia a breve termine che a medio/lungo:
– La necessità di rendere sicuro il crescente volume dei dati generati dall’edge computing guiderà il 40% delle aziende a creare e gestire Data Vault in molteplici location. I colocator torneranno quindi a giocare un ruolo decisivo nella crescita dell’economia e si creeranno nuove partnership.
– Nel 2019, l’80% dei nuovi servizi digitali enterprise sarà costituito dai workload compositi che necessiteranno di interconnessioni sicure e affidabili, con dati e analytics di terze parti. In Cloud o colocation, essenziale quindi anche tenere sotto controllo tutte le problematiche di connessione. Giocherà un ruolo assai importante la tecnologia SD-WAN.
– Entro 3 anni, il 70% delle aziende adotterà soluzioni dinamiche di SD-network per garantire sicurezza e flessibilità dell’interazione fra cloud, datacenter e edge. VFN e SDN-WAN saranno la spina dorsale tecnologia della infrastruttura.
– Entro il 2021, il 60% delle aziende dovrà accedere a infrastrutture di power e cooling, che operino tre volte più efficientemente degli standard odierni. Questo allo scopo di gestire le continue fluttuazioni e le richieste dei sistemi.
– Entro il 2022, il 50% degli asset IT nei data center sarà funzionare autonomamente grazie a funzionalità integrate smart.
– Per il 2022, il 40% delle aziende raddoppierà la propria spesa in asset IT, in particolare quelli posti all’edge e in colocation, rispetto a quella nei data center monolitici per fornire servizi digitali a IoT, IIoT e utenti.
– L’anno successivo, il 60% delle aziende utilizzerà modello di consumo flessibili e a basso costo, che sfrutteranno depositi di risorse IT forniti da HW vendor e colocator
– Entro il 2019, il 25% delle aziende si sposterà dai grandi datacenter, verso altri più piccoli ma collocati strategicamente per supportare applicazioni di calcolo data-intensive.
– Dopo il 2020, la maggior parte delle aziende sposterò gli investimenti dall’ammodernamenti dei datacenter attuali verso l’implementazione di piattaforme cloud dedicate da cui lanciare servizi innovativi.
– Entro il 2022, il 40% della spesa verso colocator sarà per la gestione avanzata degli asset e l’ottimizzazione dei servizi, non più per servizi di facility e di connettività di base.
Il consiglio di Patano? Valutare attentamente le proprie esigenze. Ogni azienda è unica e non è pensabile di poter applicare una soluzione standard a problemi specifici. Le stesse previsioni e vision di IDC rappresentano uno spunto e aiutano certamente a leggere il quadro d’insieme, in cui va calata la singola realtà.
Fabio Degli Esposti, CIO di SEA – Aeroporti CIO di SEA (la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate), ha concordato, rimarcando la centralità della tecnologia per massimizzare la marginalità della azienda: “Se SEA produce un ottimo utile, è anche merito nostro!” ha scherzato (ma non troppo) il manager italiano. Non sempre tuttavia la tecnologia out-of-the-box risponde alle esigenze del business.
La flessibilità e l’evoluzione sono essenziali. Per questo, il 57% delle organizzazioni con una chiara strategia di innovazione ha deciso di sviluppare una propria piattaforma tecnologica. Concludendo, il CIO ha ricordato che innovare non è un vantaggio, o una opzione sul tavolo. È l’unica opzione possibile, lo spartiacque fra soccombere e prosperare.
Roberta Marchini – Lenovo DataCenter Group Technical Sales Manager ha voluto sottolineare quanto sia pervasivo il tema della digital transformation, nel senso più ampio possibile. La sfida tecnologica, per i data center, è quella di adattarsi alle recenti tendenze del mondo aziendale. La stessa IDC ha fotografato un forte fenomeno di “abbandono” dei cloud pubblici, a favore di cloud privati. Una tendenza in linea con il concetto di “tailor-made”, richiamato dallo stesso Patano. Non assisteremo, quindi, alla fine dei data center. È prevedibile anzi un aumento del numero totale, ma di minor dimensione, più agili e studiati per l’edge computing.