Abbiamo incontrato Fabio Plebani, Country Manager di Idealo: un’occasione per fare il punto sul panorama e-commerce italiano da un punto di vista privilegiato.
Idealo, fondata nel 2000, ha indubbiamente dei tratti peculiari che la distinguono dai competitor. Ad esempio, la qualità dei partner che si rivolgono a Idealo deve rispettare requisiti stringenti, come un post-vendita di alto livello, o l’assenza di dazi doganali a carico del consumatore.
Un importante punto caratteristico sono le recensioni qualificate; sulla produzione di materiale originale Idealo investe in maniera importante. Un dato su tutti: dei circa 900 dipendenti, ben 200 sono impegnati nell’attività di redazione interna.
Il rapporto con i partner (o potenziali partner) italiani, rivela Plebani, rispecchia la situazione del Paese nei confronti del fenomeno e-commerce.
Paradossalmente sono molto più pronti i consumatori, rispetto alle aziende. La ricerca di offerte economicamente vantaggiose, porta il cliente italiano ad avere una forte attenzione circa i migliori prezzi disponibili su Internet. Inoltre, continua il country manager, il valore medio dell’acquisto italiano è superiore (ad esempio) a quello spagnolo: si cerca di risparmiare su prodotti ad alto costo, come un elettrodomestico, piuttosto che acquistare prodotti di scarso valore economico.
Abbiamo approfondito il tema della differenza fra i partner italiani e quelli stranieri. Plebani ci ha indicato una serie di problemi che l’Italia deve ancora affrontare, per liberare il proprio potenziale. Tra questi, una scarsa propensione alla globalizzazione dei mercati. Non pochi sono gli e-commerce nostrani privi di scelta della lingua inglese, a riprova della visione solo nazionale del mercato (anzi, spesso addirittura locale).
Inoltre, mancano figure aziendali dedicate allo scopo: se il referente d’elezione per Idealo è l’e-commerce manager, in Italia questa figura è praticamente assente. La dimostrazione di come il nostro Paese debba ancora fare un certo cammino verso questa fondamentale tipologia di vendite, arriva da Idealo stessa.
Se nel Regno Unito, almeno l’80% dei partner scegliere di collaborare con formula legata al revenue sul venduto, in Italia avviene l’esatto opposto: gran parte opta per il pay-per-click, magari fissando un budget mensile prefissato.
Come si spiega? Presto detto: si ha scarsa comprensione dell’e-commerce a tutto tondo, si considera Idealo come un generatore di traffico web, e non (come chiaramente invece è) un moltiplicatore di opportunità di vendita.
Si tratta di uno step, spesso culturale, che ci auguriamo venga fatto il prima possibile: l’affiancamento di realtà come Idealo potrà contribuire positivamente in questo senso.