La ricerca effettuata da Sizmek rileva che 4 brand su 10 distribuiscono contenuti su siti non sicuri e che il 90% circa dei marketer vuole aumentare la sicurezza. Infatti l’indagine ha messo in evidenza il livello di preoccupazione dei marketer riguardo alla sicurezza, visto che ben il 38% ha ammesso di aver pubblicato un annuncio pubblicitario su una pagina web dannosa o insicura.
Lo studio, che è stato svolto intervistando oltre 500 marketer di brand in Europa e negli Stati Uniti, ha anche mostrato che solo il 61% di essi ha attualmente una soluzione di sicurezza di terze parti o un partner di sicurezza per la propria campagna digitale. Questa nuova ricerca di Sizmek è la prima di una serie di tre rapporti incentrati sulle sfide che i marketer si trovano ad affrontare nell’attuale panorama digitale.
Enrico Quaroni, Managing Director Italy di Sizmek
L’ecosistema dei media digitali è complesso e frammentato, quindi non sorprende che gli esperti di marketing stiano dando priorità all’efficienza e alla trasparenza dei propri partner”, “Questi risultati del sondaggio confermano ciò che abbiamo sentito dai nostri clienti riguardo alla semplificazione della supply chain e alle sfide che devono affrontare per la sicurezza del marchio e un panorama di fornitori sempre più complicato. I risultati rafforzano anche la nostra strategia di piena trasparenza e controllo; diamo ai marketer una chiara visione del processo di acquisto dei media e degli strumenti per agire.
Barriere alla brand safety
-Trovare la giusta soluzione: i marketer sono impegnati a capire come garantire in modo efficace la brand safety. Il 64% afferma che non sia semplice implementare una soluzione efficace di sicurezza e il 57% sostiene che la propria soluzione attuale sia troppo costosa.
-Impatto sulle performance: il 64% degli intervistati ha dichiarato che garantire la sicurezza del marchio nelle campagne ha un impatto negativo sulle prestazioni di tali contenuti. Il 71% ha difficoltà a raggiungere l’obiettivo fornendo il giusto contenuto al giusto pubblico.
-Impatto della normativa sulla privacy dei consumatori: il 77% degli operatori di mercato prevede che le normative sui dati, come la GDPR europea, renderà sempre più difficile raggiungere il pubblico utilizzando dati di terzi. Ciò significa che un targeting contestuale avanzato diventerà essenziale per creare nuovi tipi di pubblico.
Le nuove priorità per i marketer
-I giusti partner: il 62% degli intervistati ammette che il panorama dei media digitali è diventato troppo complesso ed è, quindi, chiaro che gli operatori di marketing sono alla ricerca di relazioni più efficienti e trasparenti con i vendor ad tech. Il 64% vede come una priorità ridurre il numero di fornitori nella propria supply chain. Il 76% vuole dare la priorità ad avere maggiore trasparenza nella digital display inventory. Il 63% concorda nel dire che i ‘walled garden’ non offrono sufficiente trasparenza nelle inventory.
-Assumersi le proprie responsabilità: quando si vuole definire chi sia responsabile della brand safety, il 38% dei marketer afferma che lo è il brand stesso, mentre solo il 24% sostiene che riguardi anche i fornitori di DSP e altri fornitori ad tech.
-Investire nella brand safety: 80% dei marketer afferma che raggiungere sia l’audience che il target contestuale su scala è o critico o una priorità per il prossimo anno. Tra questi marketer, il 78% prevede di migliorare le proprie capacità di targeting contestuale nello stesso periodo.