Stormshield, come difendersi efficacemente dai ransomware

Stormshield, come difendersi efficacemente dai ransomware

Per rispondere rapidamente agli attacchi ed essere conformi a quanto richiesto dal GDPR le aziende devono sapere come difendersi e cosa fare in caso di attacco.
È un dato di fatto, minacce, attacchi persistenti, phishing e l’uso della social engineering mettono a rischio le infrastrutture e soprattutto i dati trattati dalle imprese. A questo genere di minacce si aggiungono i ransomware, tipologie di attacchi in costante ascesa e capaci di crittografare l’intero asset aziendale, in cerca di riscatto.

Rischi del calibro di WannaCry, Cryptowall, TeslaCrypt, Locky Ransomware, Cerber Ransomware, CTB-Locker e Petya / Not Petya, non possono essere sottovalutati.
Secondo uno studio di Intermedia, questo tipo di cyberattacco viene considerato dalle aziende come la seconda minaccia più temibile (29%), preceduto solo dal malfunzionamento dell’hardware (30%). Una ricerca condotta da Osterman Research ha evidenziato che il 54% delle aziende operanti nel settore finanziario teme estremamente questo genere di minacce, mentre le aziende di trasporti figurano all’ultima posizione con un 26%.

Come proteggersi dai ransomware?
Esistono misure di sicurezza di base, tra cui aggiornare regolarmente i sistemi nel tempo, impiegare software antivirus di nuova generazione, non aprire allegati sospetti o messaggi da sconosciuti, e fare di tanto in tanto back-up verso un disco esterno, che sia rimovibile o cloud. Qualora queste precauzioni non vengano messe in atto o si rivelino insufficienti: non pagare! Cedere ai ricatti degli hacker non fa altro che incentivare queste pratiche illegali. Sfortunatamente non tutti prendono a cuore questa raccomandazione. La ricerca Intermedia rivela che il 59% degli impiegati di società con oltre 1000 dipendenti vittima di ransomware, pagano loro stessi il riscatto. Tuttavia, nonostante il pagamento, una vittima su cinque non riesce a recuperare i dati cifrati.

In presenza di un ransomware le aziende possono applicare diverse misure:
– Disconnettere i sistemi dalla rete per limitare la contaminazione;
– Lasciare accesi i computer e non cercare di riavviarli, si potrebbero perdere informazioni utili all’analisi dell’attacco;
– Informare il responsabile della sicurezza della società;
– Scoprire il nome del ransomware (una versione datata potrebbe avere un antidoto per recuperare i file). Per riuscire a farlo bisogna andare sul sito nomoreransom.org e scaricare lo strumento di decriptazione disponibile per alcuni tipi di ransomware;
– Tentare di ripristinare i dati utilizzando sistemi di back-up automatici di qualche sistema operativo o tramite il proprio sistema di back-up;
– Recuperare i file da un servizio di stoccaggio dati come Dropbox nel caso in cui il computer fosse stato sincronizzato con questo genere di servizio.

Gli attacchi ransomware spesso bypassano tipologie convenzionali di protezione impiegate sulle singole postazioni di lavoro e possono andare a buon fine nonostante in azienda si tengano corsi sulle best practice di sicurezza. Stormshield Endpoint Security, con i suoi meccanismi di hardenizzazione dei sistemi operativi, offre una protezione proattiva di alto livello contro le attuali minacce digitali.