Antonio Cristini, Managing Client Partner Italy di Verizon, delinea i sei fattori chiave per portare un’azienda al successo nell’era della digital transformation.
Il mondo dell’imprenditoria è totalmente cambiato negli ultimi anni e l’economia globale si trova in uno stato di continua mutazione. Quelli che un tempo erano considerati mercati emergenti, come l’Oriente, l’America Latina e l’Africa, sono oggi realtà consolidate che offrono maggiori opportunità e, di conseguenza, anche maggiori rischi da contrastare.
La concorrenza si è frammentata e per le aziende è molto più complicato differenziarsi. La sfida è quella di riuscire ad adattarsi in modo sempre più dinamico; per questo sempre più imprese stanno trasformando il proprio modello di business e ripensando radicalmente le loro strategie di go-to-market.
Un elemento chiave in questo processo di trasformazione è rappresentato dal fatto che le aziende, per raggiungere il successo, devono ripensare alle modalità di utilizzo delle nuove tecnologie. L’infrastruttura di business si sta riallineando a quelli che sono gli obiettivi primari dal punto di vista operativo: dall’agilità alla velocità del servizio di rete, fino alla capacità di garantire una user experience eccelsa. Più di ogni altra cosa, le aziende stanno quindi cercando di utilizzare la tecnologia per innovarsi: si punta ad ottimizzare e riallineare i modelli di business, per far sì che possano fornire ciò che i loro clienti vogliono, quando lo desiderano e nel modo più veloce ed efficiente possibile.
Ciò che è interessante è che qualsiasi azienda, ovunque si trovi, si ponga oggi gli stessi identici obiettivi. La maggior parte degli imprenditori, infatti, ritiene che ci si debba focalizzare su sei fattori, capaci di garantire il successo.
1. Agilità, efficienza e performance
La globalizzazione ha lasciato numerose aziende con una pesante eredità, fatta di sistemi tecnologici e applicazioni che da una parte sono troppo costosi e dall’altra non sono in linea con gli attuali modelli di business. I tempi di commercializzazione sono fondamentali, e nessuna azienda può permettersi una tecnologia datata, che possa rappresentare un ostacolo alle proprie performance.
Molte aziende oggi vedono il Software-Defined Networking (SDN) come la tecnologia chiave per la trasformazione della rete. L’SDN permette di gestire le reti in modo intelligente e consente alle applicazioni di accedere alle risorse in modo flessibile, on-demand, secondo il principio del pay-as-you-go spesso utilizzato oggi. E in questo modo, permette di aumentare l’efficienza operativa e accelerare il deployment di servizi e applicazioni.
In un ambiente SDN, la gestione dei dati è distinta dal trasferimento degli stessi. Questo permette a molti dei dispositivi di rete di essere virtualizzati, gettando così le basi per creare una rete più sofisticata, centralizzata e controllabile. In altri termini, l’SDN permette alle aziende di tenere il passo con i cambiamenti naturali che contraddistinguono le attività di business, permettendo loro di essere più focalizzate nei confronti dei loro clienti ed alle opportunità di mercato.
La trasformazione della rete, però, influenza anche la relazione tra clienti e service provider. Le aziende infatti sono alla ricerca di modelli di sourcing e servizi che possano adattarsi all’evolversi delle strategie di business, con prezzi trasparenti e strutture di delivery semplici. Quello che le aziende desiderano in realtà è di ridurre il tempo che intercorre tra la pianificazione e realizzazione di un progetto. Non importa chi fa cosa, l’obiettivo è quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono a un’azienda di rispondere ai cambiamenti e di favorire l’innovazione.
Il risultato finale è quello di un ambiente IT agile, con una rete costruita per supportare il customer service e fortemente allineata ai bisogni del business, in grado, quindi, di aiutare un’azienda a raggiungere i propri obiettivi.
2. Sicurezza e compliance
Un ruolo importante è ricoperto anche dalla sicurezza e dalla compliance. Le aziende stanno sempre più interagendo con i “Big Data”, che sperano possano creare nuove opportunità di business. Il fatto è che con i Big Data arrivano anche i “Big Risk”: che si tratti di informazioni relative alla clientela o di pricing, di strategie produttive o di business plan, proteggere il proprio IP è un imperativo. Non farlo significa non solo rischiare perdite ingenti dal punto di vista finanziario, ma anche in termini di reputazione, che può avere un impatto decisamente più dannoso a lungo termine. La sicurezza è assolutamente un punto “business critical”. Investire nelle security analytics e nella cyber intelligence aiuterà ad arginare le minacce esterne e porterà nel suo complesso benefici alla struttura dell’azienda, come evidenziato nel Verizon Data Breach Investigations Report.
Questo significa, innanzitutto, conoscere i modelli principali d’attacco e costruire basi difensive per contrastarli. Significa anche sapere dove si trova un determinato dato, essere certi che sia criptato e monitorarlo con l’obiettivo di identificare eventuali comportamenti anomali. Il tutto senza dimenticare l’elemento umano: con l’evolversi degli attacchi di phishing, un personale adeguatamente formato può rappresentare una prima linea di difesa.
La compliance è ugualmente necessaria. Numerosi standard sono stati creati per mitigare i vari rischi e per essere certi che le aziende che non soddisfano i più recenti requisiti di compliance, siano consapevoli dei fattori di rischio a cui si espongono.
È anche importante ricordare che la compliance non è più considerata una best practice, quanto piuttosto un adempimento necessario. L’expertise in questo ambito sarà considerata un punto di forza, visto che il divario tra competenze aumenterà sempre di più.
3. Una governance stabile, ma flessibile
Creata un’infrastruttura IT sicura e flessibile, si può pensare alla governance. Nello specifico, si tratta di applicare procedure e strumenti consolidati in modo semplice e diretto, accertandosi quindi di sfruttare al massimo il potenziale offerto dalla tecnologia. In questi casi è davvero possibile sfruttare la tecnologia per i processi di gestione, monitorando eventi inaspettati, evidenziando eventuali criticità, e stimolando soluzioni sensate nel contesto della normale gestione delle procedure, orientando così le attività nella giusta direzione. Ma l’apporto della componente umana è altrettanto importante. Per questo, il team incaricato di gestire la governance dovrà essere in grado di cogliere il nesso tra tecnologia e business, e impegnarsi costantemente per rafforzarlo.
Per le aziende, l’aspetto più importante è che le procedure non offuschino l’obiettivo. Quello che conta è il business, e le procedure non possono moltiplicarsi fino a diventare il fulcro delle attività. Per questo, la valutazione costante delle performance assume un ruolo centrale, perché ridurre le procedure superflue è importante quanto introdurne di nuove, se queste ultime possono aiutare l’azienda a crescere.
4. La spinta della tecnologia
Sfruttare al massimo la tecnologia per far lavorare i dipendenti in modo più efficace può rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo. Questo significa abbracciare la tecnologia per far sì che i dipendenti abbiano accesso alle informazioni in più formati, attraverso svariati dispositivi, ovunque si trovino e quando vogliono.
La gestione dei dispositivi mobili e dei Content Delivery Systems è essenziale. Le applicazioni devono essere veicolate in modo efficace e protetto, sia da PC che da dispositivi sempre più smart e portatili, e devono essere archiviate ed inviate attraverso soluzioni cloud, per garantire flessibilità, migliorare la produttività ed aumentare le opportunità di business. L’intranet disponibile in ufficio diventerà uno spazio di lavoro certificato, in grado di garantire collaborazione e innovazione.
Ma, naturalmente, è essenziale creare una corporate experience che abbia un taglio consumer. All’utente finale non interessa, infatti, come funziona la tecnologia, ma che cosa può fare per lui, quindi l’aspetto più importante è il risultato finale, non i singoli step della catena. I team IT che hanno capito davvero come funziona l’azienda saranno facilitati in questo passaggio.
5. Conoscere il cliente
La conoscenza del cliente è fondamentale, perché la gestione delle interazioni di un’azienda con i propri clienti ha un impatto diretto sul brand, sulla reputazione e sul fatturato.
I call center centralizzati, i PC connessi da remoto, i portali di e-commerce, sono tutti elementi che fanno ormai parte della nostra quotidianità. Per questa ragione i clienti si sono ormai abituati ad essere “ricordati”, ma ciò che vogliono è anche essere riconosciuti – una differenza abissale.
“Conoscere” il cliente è la strategia migliore: sfruttare il data mining per arricchire la vecchia conoscenza di base, dialogare attraverso i social media e usare le tecnologie di localizzazione per supportare i clienti nella ricerca di ciò che vogliono e nel momento preciso in cui lo vogliono. Tutte queste tecniche possono aiutare le aziende a sfruttare il potenziale della massa, senza rischiare di diventare anonimi. Avvicinare il cliente al brand potrebbe essere utile per costruire una relazione “autentica” anche se si svolge nel mondo virtuale, all’interno della quale entrambe le parti riconoscano un valore aggiunto.
6. Innovazione
L’ultima tessera del puzzle è l’innovazione. Si tratta di sfruttare le conoscenze già disponibili all’interno di un’organizzazione, e fortemente stimolate. E sono davvero troppo poche le organizzazioni che fanno tesoro della proprietà intellettuale di cui gia dispongono.
Il sacro graal di queste attività è la creazione di una cultura nella quale i dipendenti percepiscano che le proprie idee e le loro opinioni vengono prese in considerazione, e che hanno un ruolo fondamentale per il successo dell’azienda. Anche qui la tecnologia può essere la chiave di volta dell’intero processo. Gli strumenti di collaborazione su social network, di Unified Communications & collaboration (UCC), le informazioni condivise, sono tutti elementi essenziali per stabilire un dialogo efficace. E dal dialogo nascono le idee, dalle idee scaturiscono le soluzioni, e le soluzioni si accompagnano a nuove opportunità di business.
Per concludere
I criteri di investimento del settore IT sono l’ultimo fattore da prendere in considerazione – c’è, infatti, un approccio totalmente diverso a queste tematiche nelle organizzazioni che si rivolgono al futuro. Dal punto di vista storico, gli investimenti vengono decisi da chi ricopre posizioni dirigenziali in azienda , influenzati dai responsabili dei dipartimenti più importanti oppure – infine – da riesce ad imporsi di più. In questo nuovo mondo, la spesa IT sarà definita sempre più in base all’importanza di applicazioni, dati e funzione utente in termini di business, nonché dal relativo ordine di priorità. Premesso che non tutte le situazioni sono simili in ambito IT, la realtà è che è più importante tenere costantemente aggiornati i sistemi di payroll e supply chain rispetto a quelli di risorse umane e marketing: il modo in cui le aziende classificano tutte i diversi aspetti di business, condizionerà anche la strategia del dipartimento IT.
E, soprattutto, è chiaro che la tecnologia è cruciale nel determinare il successo, oggi e in futuro, di un’azienda, e saranno proprio le organizzazioni in grado di vincere le sfide della trasformazione digitale ad ottenere i risultati migliori. Questi sei punti sono la base ideale per iniziare questo percorso.