Intervistiamo Radhesh Balakrishnan, general manager OpenStack di Red Hat, che ci illustra le novità del brand in ambito NFV e ci anticipa quanto sarà svelato a MWC 2017.
– La virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV) permette ai provider di servizi di comunicazione (CSP) di abbandonare il tradizionale hardware proprietario, quali sono i vantaggi tangibili in ottica di ottimizzazione, performance e costi?
Quando i CSP tradizionalmente usavano hardware e software proprietari per costruire le loro infrastrutture di rete, si trovavano con apparati generalmente costosi da mantenere e legati a un unico vendor. Grazie a software-defined networking (SDN) e virtualized network functions, i provider hanno la possibilità di costruire un’infrastruttura private cloud facendo uso di hardware standard (commercial off-the-shelf, COTS), e questo aiuta a ridurre i costi al minimo.
Su questa generale infrastruttura cloud-based è possibile implementare funzioni di rete sotto forma di macchine virtuali e non più di hardware fisico dedicato. Un vantaggio significativo di questo approccio è la possibilità di accelerare sensibilmente il time-to-market di nuovi servizi, diminuendo i rischi legati all’innovazione. E’ possibile creare rapidamente un nuovo servizio per testarne le opportunità di mercato e, se l’opportunità non si concretizza, dismetterlo altrettanto rapidamente. Questo permette di essere più reattivi rispetto alle aspettative dei clienti, più flessibili nel caso di picchi di traffico e di rispondere meglio ai cambiamenti sul mercato con servizi alternativi.
Virtualizzando le funzioni di rete, i CSP possono scalare e crescere più velocemente. Questo è reso ancor più efficace dall’introduzione di operazioni automatizzate ed agili, non legate ad hardware proprietario o a processi legacy, mantenendo qualità di servizio ed affidabilità a garanzia di un’esperienza utente omogenea e di qualità.
– La soluzione NFV di Red Hat è open source e basata su standard, quali i vantaggi in termini di interoperabilità?
Red Hat fa la differenza perché è completamente open source ed upstream-first. Questo offre ai clienti libertà di scelta, flessibilità e interoperabilità, oltre a catalizzare l’innovazione all’interno dell’ecosistema.
Il concetto di “upstream” è il vero motore dell’innovazione open source. Comunità di sviluppatori di diverse organizzazioni che operando verso un obiettivo comune, cercando nuove modalità di superare le sfide. Red Hat impiega una porzione significativa delle sue attività R&D nella creazione di queste comunità e nella partecipazione attiva a queste. Red Hat collabora con partner come Ericsson a livello upstream per sviluppare funzionalità che rispondono alle necessità attuali e future dei CSP, dei loro clienti e degli utenti finali.
In precedenza, i CSP si affidavano all’integrazione di soluzioni verticali offerte dai tradizionali fornitori di apparati di rete. La soluzione NFV open source di Red Hat affranca i CSP dai sistemi proprietari, permettendo loro di scegliere la tecnologia più adatta rispetto alle loro necessità, in ogni momento. Ci impegniamo per mantenere unito l’ecosistema – la value proposition della NFV è strettamente legata alla partecipazione e collaborazione nelle comunità. Costruendo tecnologie open source ed affidandosi ad API pubbliche, Red Hat incoraggia altri vendor a contribuire alla ricerca di soluzioni. In questo modo, Red Hat spinge partner e clienti verso la nuova tecnologia e permette lo sviluppo di nuovi modelli di business. Ad esempio, lavoriamo in stretta collaborazione con partner quali Cisco, Huawei, NEC, Ericsson e Nokia, che offrono soluzioni NFV costruite su piattaforma Red Hat OpenStack, che funge da layer infrastrutturale 100% open per i clienti.
La soluzione NFV di Red Hat aiuta anche ad abilitare la convergenza tra IT e reti, poiché i componenti dello stack supportano entrambi gli ambienti. Questo significa che i CSO possono implementare un’unica piattaforma per la loro intera organizzazione. Questo permette loro di abbattere i tradizionali silos organizzativi e di ottenere vantaggi a livello di costi e di processi, che si ripercuotono su tutte le loro attività.
– A regime, un approccio totalmente NFV porterà al cambiamento radicale dei modelli di business attuali. Secondo la vostra visione, quali aziende beneficeranno per prime? Perché? Qual è il tasso di adozione di questa piattaforma e quali le impressioni dei clienti?
Nel corso dello scorso anno, NFV è passato dallo status di proof of concept a quello di produzione, e questo vale per diversi dei nostri clienti CSP in giro per il mondo. I casi di uso attuali comprendono mobile VPN – offrire un servizio continuativo in modo che gli utenti possano passare tra le vare tecnologie di accesso senza soluzione di continuità – e virtual EPC, con cui i CSP possono creare una rete mobile on-demand nel giro di settimane invece che di mesi.
Un esempio calzante è la realizzazione da parte di Verizon della più estesa installazione cloud NFV OpenStack del mercato. Verizon ha collaborato con Red Hat, Big Switch Networks e Dell per passare dal concetto di partenza all’implementazione di oltre 50 rack in cinque data center di produzione, in un tempo inferiore ai nove mesi.
Rispetto a cosa stiamo vedendo sul mercato, i CSP stanno costruendo soluzioni cloud avanzate, molte delle quali già offrono soluzioni verticali specifiche, che possono integrarsi con le applicazioni ed il software già presenti presso l’organizzazione. Ad esempio, T-Systems offre servizi cloud verticali (IDC Partner Connection, sponsored by Red Hat, “Using Cloud Platforms to Achieve Agile but Secure Digital Innovation — The T-Systems Example,” November 2015), che presto includeranno tecnologie di piattaforma applicativa container. Con ogni probabilità, continueremo a vedere una veloce adozione di questi servizi in ambito IoT, ad esempio per aziende nella logistica che terranno sotto controllo la loro flotta di mezzi tramite sensori connessi. Anche il mercato healthcare potrebbe ottenere vantaggi dalla digitalizzazione di molti dei suoi servizi, dai registri dei pazienti fino allo scambio di documenti fino all’organizzazione di eventi. Un altro settore che potrebbe spingere l’innovazione tramite una digitalizzazione cloud-based è il retail, per migliorare l’esperienza dei clienti, ad esempio tramite proximity marketing e analisi dei dati relativi alle visite in negozio.
– Quali novità saranno svelate a MWC?
Al MWC di quest’anno mostreremo le nostre attività condotte assieme a un ampio ecosistema di partner tecnologici infrastrutturali e di comunicazione. Oltre ad aggiornare il pubblico in merito alle nostre più recenti collaborazioni, illustreremo casi d’uso da parte dei nostri clienti, che mostrano come le tecnologie Red Hat possono supportare le loro strategie di digital transformation.
Presso il nostro stand (2G30) ospiteremo diverse demo, tra cui una demo IoT che illustrerà la potenza del mobile edge computing (MEC) in abbinamento al software open source. La demo sarà dedicata a un caso di asset tracking – questa architettura di riferimento è basata sulla combinazione di software open source e tecnologia del nostro partner Eurotech, che i clienti hanno già utilizzato per operare le loro soluzioni IoT. L’installazione è completamente basata su software open source, cosa che consente di riunire i componenti IoT enterprise in modo semplice ed economico, portando la capacità elaborativa verso l’esterno in un gateway intelligente.
Avremo anche la possibilità di illustrare competenze e demo su NFV, container, storage, migrazione nel cloud, la nostra piattaforma applicativa mobile, e molto ancora.