Le ingenti cifre spese per mettere al sicuro le infrastrutture informatiche non bastano, la cultura della sicurezza informatica è ancora poco diffusa.
Secondo un sondaggio Norton su 21.000 consumatori in tutto il mondo, di cui oltre 6.000 in europa, molti utenti restano indifferenti e negligenti in termini di protezione dei dati, sebbene oltre tre quarti degli intervistati (76%) ammette di dover proteggere attivamente i propri dati on-line, restando comunque propensi ad aprire qualsiasi link o allegati malevoli da mittenti sconosciuti.
Il 36% delle vittime di cybercrime nel 2015 in Italia sono i genitori, mentre i millennial (35%) e frequent traveler (34%) sono state le altre categorie con un’incidenza più elevata di segnalazioni per aggressioni online. In Italia, l’atto di criminalità informatica più frequente è la compromissione di un account o password (17%), verosimilmente a causa di una scarsa propensione dei nostri verso l’utilizzo di password sicure (34%) e dell’elevato numero di utenti che non sono in grado di identificare un’email di phishing o di stabilire se il messaggio è legittimo (35%). Da non sottovalutare anche la predisposizione all’utilizzo di dispositivi non protetti adeguatamente, che in Italia è maggiore rispetto agli altri Paesi analizzati (43% vs 35%).
Ida Setti, Territory Manager, Norton Business Unit, Sud Europa.
I risultati indicano che, nonostante siano sempre più consapevoli della necessità di proteggere le informazioni online, gli utenti si mostrano poco interessati ad adottare precauzioni adeguate”, ha dichiarato. Sebbene il phishing esista da più di due decenni, molte persone hanno ancora difficoltà a riconoscere le e-mail fasulle, quasi un quarto degli intervistati non è in grado di identificare un attacco di questo tipo. Se i consumatori restano poco attivi, gli hacker però affinano le proprie armi e variano le strategie per sfruttare la situazione a proprio vantaggio: i consumatori devono assolutamente reagire.
Interessanti anche i dati di comparazione tra sicurezza on-line e sicurezza fisica, il 38% degli italiani intervistati ritiene che sia più facile subire un attacco informatico che un’effrazione tradizionale alla propria casa o auto. Questo dato non deve sorprendere in quanto ben il 23% degli intervistati in Europa ammette di comunicare le proprie password ad altri e molti non comprendono il rischio di utilizzare le stesse password su account differenti. Inoltre ben in 40% degli europei non è in grado di riconoscere un’email contraffatta di un istituto bancario, segnalando come ancora la cultura della sicurezza stenti a diffondersi tra la popolazione.
Ed è proprio questa mancanza che ha causato 2,6 milioni di vittime nel 2015 in Europa. Il 59% degli italiani ritiene che sia dovere dei service provider formare e informare gli utenti, seguiti dai media con il 54%, le aziende di tecnologia 53% e scuole 46%. Solo il 40% degli italiani afferma che è un dovere individuale quello di formarsi autonomamente contro queste minacce, in controtendenza con la media Europea del 55%, rispetto alla formazione individuale.