L’unità da 1 TByte della gamma WD Blue SSD è la più capiente della nuova serie di drive Solid State che Western Digital propone per i sistemi desktop e notebook. Assieme alla famiglia Green SSD, i modelli Blue rappresentano la più recente offensiva di WD per il segmento mainstream. Se, di fatto, l’azienda è già ai vertici sul fronte dei dispositivi di storage magnetici, con linee di prodotto consolidate per desktop, server, NAS e videosorveglianza, negli anni si è fatta sentire la mancanza di una lineup SSD.
Complice la riduzione dei costi e la sempre maggiore domanda per questo tipo di device, da poche settimane hanno fatto il loro ingresso sul mercato anche le più veloci unità a stato solido Blue e Green.
I primi a essere disponibili sul mercato sono proprio i modelli per ambienti desktop, presentate in formato da 2,5” e 7 mm di spessore, oppure nel compatto layout M.2 2280. La serie offre capacità che ben si adattano a differenti tipologie d’uso, dai 250 GByte, a 1 TByte, passando per il modello intermedio da 500 GByte.
Tutti i dispositivi sono accomunati da un’interfaccia Serial Ata III a 6 GBps ma, mentre le versioni da 2,5” si prestano per l’integrazione in desktop e notebook standard, anche come upgrade, i supporti M.2 sono orientati al mercato delle postazioni ad alte prestazioni, in grado di accogliere questo tipo di storage.
Per le prove abbiamo ricevuto un campione WDS100T1B0A, capace di raggiungere, secondo il produttore, 545 MB/s in lettura e 525 MB/s in lettura. Pur trattandosi di modelli per il mainstream, il valore dichiarato in termini di IOPS appare considerevolmente alto, con 100mila operazioni al secondo in lettura e 80mila in scrittura.
WD ha lavorato per offrire un prodotto capace di competere ad armi pari con i top seller di mercato e, proprio per questo, offre uno storage veloce ma anche parsimonioso, ideale dunque per mini-PC e subnotebook.
WDS100T1B0A consuma infatti 2,85 W in lettura e 4,4 W in scrittura (valore massimo), mentre i valori calano drasticamente in fase di attesa, con appena 45 – 52 mW. Se si trova in modalità sleep, l’assorbimento scende ancora, sino a un minimo di 6 mW.
Grazie alle peculiarità tipiche dei modelli SSD, il modello in test si distingue per un MTTF particolarmente alto, 1,75 milioni di ore, e per la capacità di lavorare entro un range che va da 0°C a +70°C.
La nuova gamma Blue SSD è dunque il primo risultato concreto dell’acquisizione di SanDisk da parte di WD, avvenuta nel mese di maggio di quest’anno. Non stupisce, dunque, ritrovare la serigrafia SanDisk sul PCB all’interno del guscio dell’unità in prova. La piccola scheda ospita 8 moduli flash NAND SanDisk 05478 da 128 Gbyte ciascuno, l’elettronica di gestione e il microcontrollore Marvell 88SS1074.
Questo controller offre una correzione d’errore basata su algoritmi proprietari di terza generazione, oltre al supporto per la tecnologia per il controllo di parità a bassa densità (LDPC) e quattro canali di interfacciamento verso il buffer storage. Il processore è realizzato a 28 nm e gestisce in hardware il supporto per la crittografia AES a 256 bit.
Lo chassis esterno include una paratia in plastica e una struttura inferiore che, invece, è realizzata in alluminio. Un apposito pad termico consente di accelerare la dispersione del calore tra i chip e l’ambiente esterno, sfruttando proprio il guscio inferiore in metallo come radiatore.