DataCore archivia un nuovo record mondiale adottando il benchmark indipendente dello Storage Performance Council e registrando un valore di 0,08 USD per ogni SPC-1 IOPS.
Il risultato è stato ottenuto grazie alle peculiarità del software per l’I/O parallelo di Datacore, che sfrutta la potenza inutilizzata dei processori multi-core e consente di ottenere un elevato rapporto “Price-Performance”.
DataCore ha certificato i suoi risultati su un potente Lenovo System x3650 M5 multi-core con ingombro 2U, dotato di processori Intel Xeon della serie E5-2600 v3 e di un mix di storage flash SSD e a disco. Sulla stessa piattaforma, DataCore ha registrato i tempi di risposta più veloci di sempre, anche rispetto alle molte batterie all-flash e ai sistemi multi-milionari di marchi blasonati di cui sono noti i risultati SPC-1.
I risultati da record nel rapporto prezzo/prestazioni sono stati ottenuti su una soluzione iper-convergente capace di soddisfare sia i requisiti dello storage di livello enterprise sia quelli legati agli impegnativi database e ai carichi di lavoro tipici delle applicazioni di elaborazione delle transazioni. Il tutto funzionante contemporaneamente sulla stessa piattaforma.
I sistemi iper-convergenti devono dimostrare di saper gestire in modo economicamente conveniente tanto lo storage di livello enterprise quanto i carichi di lavoro applicativi. Al contrario dei risultati SPC-1 calcolati solo sui sistemi di storage esterno, escludendo quindi i server utilizzati per generare il carico, il risultato di DataCore di 0,08 dollari per SPC-1 IOPS comprende il costo per la generazione del carico di lavoro, e quindi si riferisce al costo complessivo e ai requisiti globali per far funzionare l’applicazione aziendale.
George Teixeira, CEO di DataCore
Vorremmo vedere altri, come Nutanix e SimpliVity, rendere pubblici i numeri del benchmark SPC-1, in modo da poterli raffrontare ai nostri risultati record ottenuti con l’SPC-1 Price-Performance. In questo modo i clienti potrebbero chiaramente comprendere le differenze di costo delle diverse alternative. Si è speculato molto su come questi sistemi reagiscano di fronte a carichi di lavoro impegnativi dal punto di vista dell’I/O generato dalle applicazioni aziendali critiche. La procedura trasparente prevista dal test indipendente SPC-1 consente di avere un quadro di riferimento oggettivo che permette di fare comparazioni prima di qualsiasi decisione d’acquisto.
Per il test, DataCore ha utilizzato un sistema iper-convergente pronto all’uso rivolto all’OLTP di livello enterprise e alle applicazioni database sensibili ai tempi di latenza. Questa soluzione ha fatto registrare 459.290,87 SPC-1 IOPS, con un costo totale per l’hardware, il software e tre anni di supporto pari a 38.400,29 USD. Il tutto ha portato al miglior risultato di sempre nell’SPC-1 Price-Performance, con un valore di 0,08 USD per SPC-1 IOPS. Si tratta di un incremento del 300% rispetto al record precedente di 0,24 dollari per SPC-1 IOPS, ottenuto dall’Infortrend EonStor DS 3024B e meno del 25% del costo di note batterie di storage top di gamma come EMC VNX 8000, NetApp EF560 All Flash Array, Dell Storage SC4020 e HP 3PAR StoreServ 7400.
DataCore e IBM sono le uniche aziende ad avere sottoposto a test un sistema iper-convergente, in cui le applicazioni SPC-1 e i carichi di lavoro dello storage che vengono generati sono tutti serviti dalla stessa piattaforma. Questo significa che il prezzo di 38.400,29 dollari di DataCore comprende non solo i componenti dello storage, ma anche le risorse server e il software hypervisor necessari per far girare i carichi di lavoro database/OLTP di livello enterprise generati nel corso del test. Il solo altro sistema iper-convergente con risultati SPC-1 pubblici è un IBM Power 780 Server, il cui risultato SPC-1 Price-Performance è di 4,56 USD per SPC-1 IOPS. Questo sistema ha fatto registrare 780.081.02 SPC-1 IOPS al prezzo totale di 3.557.709,00 USD, ovvero circa 91 volte più costoso della soluzione DataCore.
Il notevole risultato nel rapporto prezzo/prestazioni va attribuito per la maggior parte alle tecniche del DataCore Adaptive Parallel I/O intrinseche nel design della piattaforma di servizi di Software-Defined Storage SANsymphony-V. DataCore esegue simultaneamente numerosi flussi indipendenti di I/O utilizzando diversi core della CPU, riducendo in modo significativo i tempi di latenza nei servizi e nei processi di I/O. In questo modo è possibile sfruttare al meglio i convenienti server multi-core ad alta densità come le macchine Lenovo System x. I prodotti concorrenti, invece, eseguono in serie l’I/O limitando la velocità di trasferimento dati e allungando i tempi di risposta.
Lenovo ci ha inizialmente avvicinati per eseguire il difficile test SPC-1 sui carichi di lavoro enterprise. Volevano la conferma che fossimo in grado di sfruttare appieno la potenza dei loro server muti-core, vista l’abbondanza di dichiarazioni su prestazioni non comprovate che circola negli ambienti dove si parla di iper-convergenza. E hanno subito capito che grazie all’I/O parallelo abbiamo a che fare con un missile.
Il rigoroso test SPC-1 è stato ideato per dimostrare le capacità prestazionali di un sistema con i carichi di lavoro delle applicazioni critiche di livello enterprise tipici dei database e degli ambienti di elaborazione delle transazioni. La configurazione certificata che è stata sottoposta al test comprendeva il software per l’I/O parallelo DataCore SANsymphony-V e un server multi-core Lenovo System x3650 M5 dotato di processori Intel Xeon della serie E5-2600 v3, su cui è stato fatto girare Microsoft Windows Server, ed equipaggiato con 16 unità SSD e 8 dischi fissi. Il software DataCore supporta anche Microsoft Hyper-V, VMware ESXi, Linux KVM e altre soluzioni basate su hypervisor. Inoltre, può funzionare anche direttamente sui server Windows quando la virtualizzazione dei server non è la soluzione più adatta.