CDH è una società di consulenza torinese specializzata nelle soluzioni in ambito virtualizzazione e data center. Roberto Navone, Account Manager Project Enterprise di CDH, sottolinea le possibili criticità nell’adozione della tecnologia zero client nelle aziende, illustrando una panoramica sulla situazione attuale e i benefici di un approccio “cloud-oriented”.
Parlare di efficienza o di cost saving è riduttivo: serve un cambiamento culturale. L’adozione di un’infrastruttura virtualizzata anche per il comparto client, in grado di spostare potenza computazionale e storage dalla periferia alla server farm, pur presentando un’ampia serie di vantaggi, stenta ancora a diffondersi non solo nelle PMI ma anche nelle grandi aziende.
Oggi abbiamo la più ampia scelta di tecnologie per rispondere a qualunque esigenza aziendale:
– La terminalizzazione dei desktop, ideale per convertire il parco PC (fat client) in thin client con un risparmio sul TCO che può arrivare fino all’80%;
– La terminalizzazione della applicazioni, che consente il massimo della standardizzazione sia per utenti “thin” che “fat”, ottenendo, anche in questo caso, un ottimo vantaggio in termini amministrativi;
– La virtualizzazione dei client, pensata per coniugare l’esigenza di controllo con la possibilità di lasciare l’utente amministratore della propria macchina, garantendo comunque un 50% di risparmio;
– La virtualizzazione delle applicazioni, che permette di eliminare qualunque problema di compatibilità (stesse facility amministrative della virtualizzazione ma maggior costo di base);
– La possibilità di condividere risorse hardware pregiate (workstation) in modalità concorrente per ottimizzare gli investimenti in base al reale utilizzo delle stesse.
Se abbiamo a disposizione una così grande e variegata possibilità di scelta, perché tanta resistenza di fronte a vantaggi certi?
Da una parte, la maggiore responsabilità è stata del management, che non ha appoggiato l’IT per timore di eventuali malumori degli utenti; dall’altra, l’IT, spesso sottodimensionato, non ha percepito il vantaggio in prospettiva di un progetto nel quale avrebbe dovuto investire budget, attività e fatica per spiegare gli obiettivi agli interessati.
La generazione degli over 45 è culturalmente legata al PC e lo richiede potente, veloce, con uno schermo grande (possibilmente più grande rispetto a quello dei colleghi). Questo vale per tutti i livelli aziendali, senza alcuna distinzione. La grande opportunità è offerta dagli under 45, una generazione abituata ad utilizzare piattaforme di gaming on line e ad essere “always on”; anche la loro manualità è radicalmente diversa, perché tastiera e mouse non rappresentano più l’unica interazione con il dispositivo e neanche la preferita o la migliore.