
Per supportare il settore moda nella trasformazione digitale REMIRA Italia presenta una tecnologia basata sull’AI predittiva che unisce memoria storica, analisi predittiva e tempestività decisionale. Il 2025 per la moda italiana vede, da un lato, i riflettori, i flash e i luccichii delle passerelle che confermano l’appeal globale del Made in Italy. Mentre dall’altro ci sono le difficoltà strutturali di un comparto industriale che sta attraversando una fase di forte incertezza.
Le richieste del settore moda: sostenibilità economica e qualità
Nei primi mesi dell’anno il fatturato del comparto ha registrato un -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una contrazione del 7,7% nelle categorie abbigliamento, accessori e calzature (fonte: Business People). Anche l’export ha segnato un -2,8% mentre sul fronte occupazionale la perdita è ancora più evidente. Infatti tra il 2014 e il 2024 la filiera della moda ha perso 28.500 addetti, pari al 12,9% della forza lavoro (dati Infocamere).
Il problema della manodopera anche nel settore moda
La carenza di manodopera specializzata, sommata all’aumento dei costi e all’incertezza del mercato globale mette sotto pressione margini e tempi di consegna. Per le imprese diventa fondamentale essere in grado di fare una stima anticipata dei tempi di realizzazione, controllare con precisione i costi di produzione e ottimizzare i processi di lavorazione. Senza però rinunciare alla qualità che contraddistingue la moda italiana.
AI predittiva – Ridurre errori e approssimazioni
La nuova tecnologia lanciata da REMIRA Italia consente alle aziende di ottenere stime affidabili, informate e tempestive, già nelle fasi iniziali dello sviluppo di una collezione. Analizzando i file CAD e confrontando ogni nuovo capo e tutte le sue componenti con un archivio storico di migliaia di produzioni, la piattaforma è in grado di prevedere i tempi. Inoltre può individuare le fasi più critiche di ogni fase di produzione e assemblaggio prima ancora della prototipia. Così da ridurre drasticamente errori e approssimazioni, accelerare le decisioni e, dunque, rafforzare la competitività sui mercati internazionali.
Non sostituire le competenze del settore moda, ma valorizzarle
Matteo Sgatti, Regional Sales Manager di REMIRA Italia
Non parliamo di sostituire le competenze delle persone, ma di valorizzarle. La nostra tecnologia è pensata per le aziende che gestiscono collezioni complesse e operano su mercati globali, dove la risposta al “Quanto costa?” è un fattore strategico. Servono rapidità per essere i primi e precisione, perché una valutazione sbagliata può compromettere i margini. Con l’AI i responsabili di produzione possono prendere decisioni agili e informate, mantenendo al contempo standard qualitativi elevati e sostenibilità economica.
Una soluzione che va oltre la precisione dei calcoli
L’algoritmo apprende costantemente dai dati raccolti in ogni fase produttiva e li trasforma in una memoria aziendale strutturata, accessibile e duratura. Tale funzione si rivela più che mai necessaria in un settore che tra il 2014 e il 2024 ha perso quasi 30mila artigiani e tecnici specializzati. Questo a causa di un mercato in contrazione dove il pensionamento di figure esperte e competenti non è compensato dall’ingresso delle nuove generazioni.
Con REMIRA Italia know-how e conoscenze accumulate nel tempo non vanno disperse, ma vengono digitalizzate, valorizzate e rese patrimonio collettivo dell’impresa. Garantendo in questo modo continuità anche in un contesto di forte ricambio generazionale.
Quale può essere il ruolo dell’IA nel settore moda
Il potenziale di questa innovazione è rilevante. Secondo uno studio Censis-Confcooperative l’integrazione dell’AI può generare in Italia fino a 38 miliardi di PIL aggiuntivo nei prossimi 10 anni. Nel fashion il contributo dell’IA si traduce in maggiore capacità di previsione, ottimizzazione dei consumi e riduzione degli sprechi. Elementi che incidono non solo sulla redditività ma anche sulla sostenibilità ambientale. Le aziende che intendono dotarsi di una piattaforma capace di unire analisi predittiva, velocità decisionale e memoria storica, aiutano il comparto italiano a trasformare la complessità in vantaggio competitivo.