Ambienti multicloud, alcune best practice per metterli in sicurezza

Una sfida che richiede da parte delle aziende un approccio olistico e una visione a lungo termine.

vulnerabilità multicloud cybersecurity

Massimo Carlotti, Sales Engineering Manager di CyberArk  , elenca alcune best practice per mettere in sicurezza gli ambienti multicloud, flessibili e agili, ma anche vulnerabili.

Sono sempre più numerose le aziende che adottano una strategia multicloud per evitare il vendor lock-in, ottimizzare i costi e sfruttare i migliori servizi di ogni provider. Tuttavia, questa flessibilità introduce anche nuove sfide per la sicurezza, creando un ambiente complesso e potenzialmente vulnerabile. La promessa di agilità e innovazione può essere vanificata se la sicurezza non è affrontata in modo adeguato. Trasformando in questo modo un vantaggio competitivo in un punto debole sfruttabile dagli attaccanti. La sicurezza multicloud non è solo una questione tecnica, ma una sfida strategica che richiede un approccio olistico e una visione a lungo termine.

La difficoltà nel creare una visione unificata della postura di sicurezza

Gestire la sicurezza in ambienti ibridi e multicloud è intrinsecamente complesso a causa della varietà di strumenti, policy e paradigmi di identità. I provider cloud hanno diverse modalità di gestire accessi, autorizzazioni e configurazione delle risorse. Cosa che rende difficile applicare policy di protezione coerenti e creare una visione unificata della postura di sicurezza. Questa eterogeneità non solo aumenta la complessità operativa, ma eleva anche il rischio potenziale di errori umani e configurazioni errate. Ovvero una delle principali cause di violazioni dei dati nel cloud. Inoltre, la mancanza di standardizzazione e interoperabilità tra i diversi cloud provider rende ancora più difficile per i team di security monitorare e gestire efficacemente i rischi.

Gli ambienti multicloud e il problema dell’accumulo di privilegi

Il rischio di configurazioni errate è amplificato dal fenomeno del ‘privilege creep’, cioè l’accumulo graduale di permessi non necessari nel tempo. Questo accade quando utenti o applicazioni mantengono permessi che non sono più necessari per svolgere le loro attività. Incrementando così sia la superficie di attacco che il potenziale impatto di una compromissione. Questo è spesso il risultato di processi di gestione degli accessi inefficienti, mancanza di visibilità sui permessi esistenti, difficoltà nel monitorare le modifiche alle configurazioni. Si tratta di un problema particolarmente insidioso negli ambienti multicloud, dove la complessità rende difficile identificare e correggere i permessi eccessivi.

Centralizzazione uguale integrazione e coordinamento

Per affrontare queste sfide, è fondamentale per le aziende poter contare su una soluzione di sicurezza centralizzata che offra visibilità e controllo su tutte le identità e gli accessi, indipendentemente dal cloud in cui si trovano. Questa soluzione dovrebbe consentire di monitorare gli accessi in tempo reale, rilevare anomalie e comportamenti sospetti, e applicare policy di sicurezza coerenti in tutti gli ambienti. La centralizzazione non significa necessariamente l’utilizzo di un unico strumento per tutto, ma l’integrazione e il coordinamento tra i diversi strumenti e servizi di sicurezza. Il tutto per creare una visione unificata e un flusso di lavoro coerente.

Più efficienza e meno tempo nel rispondere agli incidenti

L’automazione dei processi di gestione degli accessi è un altro elemento chiave per proteggere un ambiente multicloud. In quanto può aiutare a ridurre il rischio di errori umani, garantire conformità alle policy di sicurezza e rispondere rapidamente agli incidenti. Ad esempio, può essere utilizzata per concedere e revocare i permessi in modo dinamico, in base alle esigenze degli utenti e delle applicazioni. Oppure per applicare policy coerenti in tutti gli ambienti e generare report di conformità automatizzati. L’automazione non solo migliora l’efficienza, ma riduce anche il tempo di risposta agli incidenti e quindi il rischio di violazioni dei dati.

In difesa degli ambienti multicloud adottare gli ZSP

Una best practice fondamentale per proteggere un ambiente multicloud è l’implementazione di Zero Standing Privileges (ZSP). Questo approccio riduce la superficie di attacco, limitando i permessi permanenti e concedendo accessi just-in-time solo quando necessario, minimizzando il rischio di abusi e i danni in caso di compromissione. ZSP richiede un cambiamento culturale all’interno dell’azienda, promuovendo una mentalità di privilegio minimo, responsabilizzando i team di sicurezza a monitorare e controllare gli accessi in modo proattivo.

L’importanza della formazione relativa a sicurezza e rischi specifici del cloud

Ulteriori best practice includono l’adozione di soluzioni di gestione dei secret per proteggere le credenziali delle applicazioni, il monitoraggio costante degli accessi, la conduzione di audit regolari per identificare e correggere eventuali vulnerabilità. La gestione dei secret è importante negli ambienti multicloud, dove le applicazioni spesso devono accedere a risorse in diversi cloud utilizzando credenziali complesse. Il monitoraggio costante degli accessi consente ai team di security di rilevare anomalie e comportamenti sospetti in tempo reale. Mentre audit regolari aiutano a identificare e correggere eventuali vulnerabilità e debolezze nella postura di sicurezza. La formazione dei dipendenti sulle policy di sicurezza e sui rischi specifici del cloud è un ulteriore aspetto cruciale. È essenziale che siano consapevoli e responsabili, informati e preparati ad affrontare minacce come phishing, ingegneria sociale e altre tattiche utilizzate per compromettere le credenziali e accedere alle risorse cloud.

La protezione non è un ostacolo all’innovazione

Il multicloud offre numerosi vantaggi, ma richiede un approccio più strutturato e sofisticato. Investire in soluzioni di difesa centralizzate, automatizzare i processi, adottare best practice come ZSP, formare i dipendenti e promuovere una cultura della sicurezza. Tutto ciò è essenziale per proteggere i dati, garantire conformità e beneficiare del potenziale del multicloud. Lungi dall’essere un ostacolo all’innovazione, la protezione deve diventare un fattore abilitante che consenta alle aziende di sfruttare i vantaggi del multicloud senza compromettere la loro postura di sicurezza. Permettendo di posizionarsi al meglio per affrontare le sfide del futuro e prosperare in un ambiente digitale sempre più complesso e dinamico.