Cloudera: l’adozione di agenti AI si fa strada in azienda

Lo studio Cloudera evidenzia una progressiva adozione di modelli agentici in settori verticali, come finanza, manifatturiero e sanità.

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Cloudera ha presentato i risultati dello studio The Future of Enterprise AI Agents, condotto su un campione di circa 1.500 responsabili IT in 14 Paesi, con l’obiettivo di analizzare i modelli di adozione, i principali casi d’uso e le percezioni legate agli agenti di intelligenza artificiale.
Dall’indagine emerge che il 96% degli intervistati prevede di ampliare l’adozione di questi strumenti nei prossimi 12 mesi e oltre la metà intende promuoverne un’integrazione estesa a livello aziendale. Le aree applicative più citate includono bot per l’ottimizzazione delle performance (66%), agenti per il monitoraggio della sicurezza (63%) e assistenti per lo sviluppo software (62%).

L’analisi evidenzia inoltre una progressiva adozione di modelli agentici in settori verticali come finanza, manifatturiero e sanità, con impieghi specifici nella prevenzione delle frodi, nella valutazione dei rischi e nei processi di automazione operativa.

Cloudera intelligenza artificiale Fabio Pascali, Regional Vice President per l’Italia, Grecia e Cipro

Quello che abbiamo visto ci ha sorpreso in maniera positiva perché i dati sono importanti – ha commentato Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus di Cloudera –. Non solo il trend dell’AI è in crescita, ma più del 50% delle aziende ha già implementato l’agentic AI e quasi il 100% di chi l’ha adottata pensa di raddoppiare l’utilizzo nei prossimi due anni“.
Pascali ha poi aggiunto: “Probabilmente siamo ancora nelle prime fasi, ma c’è una forte volontà di estendere l’utilizzo e mostrare come l’AI stia già permeando l’organizzazione“.

Un ecosistema aperto, sicuro e interoperabile

Dal punto di vista tecnologico, Cloudera risponde a questa tendenza con una piattaforma che consente lo sviluppo e il deployment sicuro dei modelli AI, grazie a un’infrastruttura distribuita e interoperabile.

Stiamo cercando di riportare i clienti verso un approccio sostenibile. Scalare modelli agentici su architetture frammentate porta a costi insostenibili. Per questo con Cloudera AI Workbench proponiamo un ambiente coerente e centralizzato per lo sviluppo e Cloudera AI Inference per l’esecuzione in produzione, in collaborazione con partner come NVIDIA”.

Il ruolo critico della sicurezza e della privacy

Un aspetto chiave emerso dallo studio è il ruolo critico della sicurezza e della privacy. “Uno dei freni principali all’espansione dell’AI resta la protezione del dato. Molti clienti ci chiedono di poter operare in modo completamente sicuro, mantenendo i dati all’interno del proprio perimetro“.

Per questo Cloudera propone modelli governabili e conformi alle normative, sia in cloud pubblico sia on-premise, con particolare attenzione ai settori regolati come finance e pubblica amministrazione.

Assicurare il data lineage

Pascali ha sottolineato anche l’importanza del data lineage come componente fondamentale nella governance:

I clienti vogliono essere certi di poter risalire all’origine dei dati, sapere chi li ha trasformati, da quale fonte arrivano e in quale modello vengono usati. Cloudera è in grado di fornire questa tracciabilità completa, fino al singolo campo di una tabella“.

Nell’ambito delle moderne architetture, Cloudera si posiziona come piattaforma ibrida e aperta, in grado di supportare l’intero ciclo di vita del dato in ambienti on-premise, multi-cloud e cloud-native.

La nostra proposizione – fa sapere Pascali – si basa su un’architettura indipendente dal fornitore infrastrutturale, compatibile con tutti i principali hyperscaler (AWS, Azure, Google Cloud Platform), ed estensibile grazie all’integrazione con system integrator e partner tecnologici selezionati attraverso il nostro programma di canale”.

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La nostra piattaforma è pensata per garantire libertà di scelta e continuità operativa – prosegue Pascali –. Sviluppi una volta sola e poi distribuisci dove preferisci: questa è la logica write once, deliver anywhere. E il cliente può cambiare riferimento cloud nel tempo senza dover riscrivere nulla”.

Cloudera supporta data lineage cross-platform, con strumenti avanzati per la mappatura automatica dei metadati e la ricostruzione end-to-end della catena del dato, a vantaggio di compliance, auditability e governance.

È uno degli aspetti che piace di più ai nostri clienti: la possibilità di fare data discovery e identificare, ad esempio, dove sono distribuiti dati sensibili o informazioni personali (PII) all’interno dei processi – spiega Pascali –. Abbiamo sviluppato anche utility in stile search engine che permettono di cercare rapidamente dataset critici o modelli applicativi sviluppati su ambienti legacy nel corso degli anni”.

Uno dei moduli più strategici della piattaforma è il motore SaaS-based per la modernizzazione del codice, che consente la riconversione automatica degli script ETL da ambienti legacy verso framework moderni come Apache Spark, con impatti positivi su costi e velocità di migrazione.

Un ulteriore elemento distintivo è l’adozione del formato open Iceberg come tabellare universale per il data lake, condiviso anche da Snowflake e Databricks: “Non siamo gli unici a crederci, ed è questo il punto. Iceberg nasce dalla community open source, e oggi è un’alternativa reale ai modelli proprietari per costruire un repository tabellare unificato, evitando la duplicazione dei dati”, sottolinea Pascali.

Consumi a richiesta e flessibilità contrattuale

Il cloud pubblico offre time-to-market e flessibilità, ma non sempre è la scelta economicamente più vantaggiosa. Per questo i nostri clienti valutano caso per caso se far girare i workload in cloud o on-premise, sulla base del valore generato”.

La proposizione Cloudera consente di convertire le proprie subscription on-premise in modalità consumo a richiesta nel cloud. “Durante la validità del contratto, i clienti possono spostarsi verso modelli cloud senza dover riacquistare ex novo la piattaforma. Questo consente una transizione fluida e graduale, basata sui reali bisogni operativi e non su vincoli di licensing”, sottolinea Pascali.

Cloudera continua a investire in modo strategico sull’innovazione infrastrutturale e sulle architetture cloud-native, per garantire ai propri clienti l’adozione efficiente delle tecnologie più evolute disponibili sul mercato. Un esempio significativo è rappresentato dalla recente certificazione di Cloudera Operational Database sulla piattaforma Graviton di AWS, basata su processori ARM. Questo consente ai clienti di ottenere performance superiori in ambienti ad alta intensità di dati, migliorando al contempo l’efficienza economica dell’infrastruttura.

In Italia, il passaggio strategico al cloud è ancora in fase concettuale

Questa attenzione all’ottimizzazione delle prestazioni si inserisce in una visione di medio-lungo termine che Cloudera sta consolidando anche nel contesto italiano. Tuttavia, la piena adozione del paradigma cloud nel nostro Paese, in particolare il passaggio strategico al cloud pubblico, è ancora in fase concettuale.

In Italia vediamo più una consapevolezza del tema che un’applicazione estesa – sottolinea Pascali –. C’è l’idea, ma non ancora un’esecuzione sistematica. Le richieste che riceviamo oggi riguardano più frequentemente strategie ibride o di switch da workload legacy”.

Cloudera, con il suo approccio infrastructure-agnostic, consente invece massima flessibilità di deployment, sia in modalità IaaS presso cloud provider pubblici e privati (compresi quelli italiani), sia in modalità Platform-as-a-Service su provider globali come AWS, Google Cloud Platform e Microsoft Azure.

“La nostra forza risiede nella possibilità di disaccoppiare completamente il valore dell’applicazione dall’infrastruttura sottostante – precisa Pascali –. Questo ci consente di sfruttare appieno lo stack tecnologico dei cloud provider, pur mantenendo l’indipendenza da essi. È un lavoro ingegneristico continuo, che richiede aggiornamenti costanti per garantire flessibilità e interoperabilità”.

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Il pubblico e altri settori ad alta intensità di dati

Nel contesto pubblico italiano, numerosi casi d’uso sono già in fase di costruzione, con enti pubblici che adottano la piattaforma Cloudera in ambienti cloud pubblici certificati (es. AB Cloud), in coerenza con le linee guida nazionali su sovranità e sicurezza del dato. All’interno del Polo Strategico Nazionale, Cloudera è presente sia in modalità IaaS sia in PaaS, a seconda delle necessità del cliente pubblico.

La capacità della piattaforma di scalare in modo efficiente è particolarmente rilevante anche in altri settori ad alta intensità di dati, come finance, healthcare, manufacturing e telecomunicazioni.

Nel finance vediamo una forte domanda legata a esigenze di calcolo del rischio, rilevazione delle frodi e ottimizzazione dei processi di investimento – prosegue Pascali –. Ma anche nel settore sanitario cresce l’interesse per l’analisi dei dati, ad esempio per la gestione delle risorse, l’ottimizzazione delle agende pazienti e la riduzione delle inefficienze”.

Nel mondo manifatturiero, l’adozione dell’intelligenza artificiale e degli advanced analytic è più visibile nelle grandi imprese, mentre tra le PMI italiane l’adozione risulta ancora limitata. Analogamente, il settore Telco mostra dinamiche simili, con una curva di maturità crescente, ma non ancora distribuita in modo uniforme.

Una crescita sostenuta, abilitata dai partner

Un ruolo cruciale nell’abilitare e accelerare questi percorsi di adozione è svolto dall’ecosistema dei system integrator e dei partner di canale. Cloudera ha infatti rafforzato il proprio Partner Program attraverso un importante aggiornamento, denominato Enhanced Action Plan, che prevede una serie di incentivi per stimolare la proattività dei partner.

Abbiamo rilasciato un nuovo programma – dichiara Pascali – che consente ai partner di segnalare opportunità di business anche se non sono loro a finalizzare la vendita, riconoscendo comunque un valore economico per l’attività svolta”.

Questa logica premiante intende rispondere a una necessità concreta spesso espressa dai partner: la possibilità di essere valorizzati anche nel caso in cui il completamento della trattativa venga gestito da altri attori nella filiera.

Cloudera continua inoltre a investire nella formazione e certificazione delle competenze, sia presso i clienti sia all’interno della rete dei partner. Il numero di professionisti certificati in Italia sulle tecnologie Cloudera è più che raddoppiato nell’ultimo anno, a dimostrazione dell’interesse crescente e della maturazione del mercato.

Il mercato sta crescendo, sia sul fronte dei dati e degli analytic avanzati, sia su quello dell’intelligenza artificiale – conclude Pascali –. Vogliamo essere una parte importante di questo sviluppo, senza essere ovunque, ma puntando a mettere a valore i nostri punti di forza per aiutare i partner a differenziare la propria value proposition”.