
Educazione e cultura digitale – In occasione del Security Summit, dall’11 al 13 marzo a Milano, Clusit ha presentato il Rapporto 2025 dove vengono evidenziate le tendenze principali della cybersecurity. L’indagine ha sottolineato un aumento del 27% degli incidenti a livello globale e un preoccupante 10% degli attacchi concentrati in Italia.
Come sensibilizzare pubblico e aziende
Tra i temi più discussi del summit, l’impatto dell’AI come strumento duale e la correlata e crescente importanza della compliance normativa, in particolare della direttiva NIS2. Filo conduttore della tre giorni la necessità di comunicare efficacemente la cybersecurity per sensibilizzare l’opinione pubblica e le aziende e incrementare la cultura della sicurezza digitale, fin dalle scuole elementari, come affermato da Anna Vaccarelli, presidente di Clusit.
L’Italia nel Rapporto Clusit 2025 e direttiva NIS: più educazione e cultura digitale
Mentre appare urgente la necessità di migliorare globalmente le strategie difensive, i dati del 2024 mostrano una minore incisività nella crescita degli incidenti nel nostro Paese. Mostrando un tasso di crescita pari al 15,2% rispetto all’anno precedente, contro il valore del 65% rilevato nel 2023 rispetto al 2022. Nunzia Ciardi, Vicedirettore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha ricordato che l’Italia è stata riconosciuta come un modello di cybersicurezza a livello internazionale. Anche grazie al massimo punteggio ottenuto nel Global Cybersecurity Index 2024 dell’ONU Telecommunication Union. Sottolineando la necessità di un impegno costante su tutti i fronti e puntando all’autonomia tecnologica a livello europeo e nazionale.
Più educazione e cultura digitali per costruire un ‘futuro inesistente’
Grande protagonista a Security Summit è stata l’Intelligenza Artificiale. Tecnologia alla quale sono state dedicate oltre 20 sessioni a cura di esperti Clusit e di aziende di settore, culminate nella tavola rotonda ‘AI suoi ordini? Scenari e prospettive di un futuro artificiale’. Con la moderazione del giornalista Massimo Cerofolini, esperti ed accademici di formazione eterogenea si sono confrontati sull’impatto dell’AI nei vari ambiti del nostro vivere civile hanno offerto la propria visione. Sono stati esplorate le implicazioni dell’AI nella geopolitica, nell’occupazione aziendale, nella ricerca e nei settori verticali. Nonché le ‘provocazioni di senso’ –definite così dal filosofo Cosimo Accoto – suscitate da questa tecnologia. Particolare attenzione è stata dedicata alla legge italiana sull’AI, in approvazione al Senato, che richiama i principi dell’AI Act europeo, sottolineando l’importanza di governance e responsabilità in un panorama complesso. Unanime la richiesta di impegnarsi per costruire ‘un futuro ancora inesistente’, concentrandosi su educazione e formazione.
Cyber security, la sfida della comunicazione
Seminari e atelier tecnologici a cura di associazioni di settore, consorzi di ricerca e università, hanno animato la terza giornata. Il summit ha visto in chiusura il confronto di un panel inedito composto da esperti e giornalisti impegnati sul fronte della cyber security. Nella tavola rotonda “Il giornalismo in ambito cyber. Di cosa ha bisogno l’Italia”, i loro contributi hanno messo in luce punti di forza e debolezza dei media italiani che di occupano di cybersecurity.
Più educazione e cultura digitali e un’informazione responsabile contro le minacce
Gabriele Faggioli, presidente onorario di Clusit
Anche in tema di comunicazione, la formazione sulla cyber security si rivela un asset fondamentale, pur in un contesto sensibile e per lo più già educato in maniera avanzata, come quello dei media e delle redazioni. La divulgazione accurata e ampia, basata sulla verifica rigorosa delle fonti e sulla contestualizzazione dei dati, è una risorsa essenziale per la difesa del nostro Paese. Come Clusit, consideriamo questa missione di grande importanza, poiché una comunicazione responsabile e informata è il primo baluardo contro le minacce digitali.