Cybersecurity 2026: le previsioni sulle minacce emergenti
Strumenti autonomi di AI, regole più severe e nuove soluzioni ZTNA richiederanno un approccio coordinato e proattivo alla protezione dei dati, alla resilienza e alla sicurezza aziendale.
Dal declino del crypto-ransomware all’ascesa della ZTNA e dell’intelligenza artificiale nella difesa informatica, le previsioni per le cybersecurity 2026 di WatchGuard.
Le previsioni degli esperti dei laboratori di ricerca sulle minacce di WatchGuard Technologies, Marc Laliberte (Director of Security Operations) e Corey Nachreiner (CISO), delineano uno scenario complesso per la cybersecurity 2026, Dove l’AI, la protezione dei dati e le nuove normative diventano centrali per le strategie di difesa delle aziende.
1. Il crypto-ransomware sta per scomparire
Nel 2026, il crypto-ransomware andrà progressivamente estinguendosi. Gli attori delle minacce abbandoneranno la cifratura per concentrarsi sul furto di dati e sull’estorsione diretta. Grazie al miglioramento delle capacità di backup e ripristino, le organizzazioni potranno recuperare dai tradizionali attacchi ransomware senza pagare riscatti.
I criminali informatici punteranno sul ricatto tramite esposizione dei dati. Minacceranno di divulgarli e, in alcuni casi, segnaleranno le vittime a enti regolatori o compagnie assicurative per aumentare la pressione.
“La cifratura non è più redditizia: ora la vera leva è l’esposizione,” spiegano gli esperti WatchGuard.
Il cambiamento implica che le aziende devono rafforzare strategie di resilienza e monitoraggio continuo dei dati sensibili, anticipando possibili esposizioni.
2. AI per la difesa della supply chain OSS
Gli attacchi contro repository open source come NPM e PyPI hanno mostrato la vulnerabilità di componenti fondamentali. I controlli tradizionali, come autenticazioni più rigide o scadenze più brevi dei token, non bastano.
Nel 2026, i repository open source adotteranno difese automatizzate basate su AI per rilevare anomalie, prevenire attacchi alla supply chain e rispondere in tempo reale. Questi sistemi saranno progettati come veri e propri SOC automatizzati, capaci di monitorare flussi di dati, repository e pacchetti, aumentando significativamente la sicurezza delle infrastrutture critiche.
Le organizzazioni dovranno integrare AI e protezione dei dati come parte della loro strategia operativa quotidiana.
3. Il Cyber Resilience Act e la progettazione “secure by design”
Il Cyber Resilience Act (CRA) dell’UE diventerà un driver chiave per l’adozione dei principi di secure by design. A partire dalla prima fase operativa, i produttori di software venduti nell’UE dovranno segnalare vulnerabilità sfruttate e incidenti entro 24 ore, il requisito più rigoroso mai imposto.
“Sebbene il lancio iniziale sarà probabilmente caotico, alla fine ciò creerà un incentivo duraturo a integrare la sicurezza nei prodotti sin dall’inizio,” spiegano Laliberte e Nachreiner.
Questo comporterà una crescente necessità di compliance interna, auditing e strumenti di monitoraggio proattivo. Le regolamentazioni globali sovrapposte evidenzieranno quadri concorrenti e contraddizioni. Rendendo indispensabile un approccio coordinato alla cybersecurity 2026.
4. Prima violazione end-to-end da AI autonoma
Nel 2025, WatchGuard aveva previsto che strumenti multimodali di AI sarebbero stati in grado di eseguire ogni fase della kill chain degli attaccanti. Il 2026 sarà l’anno in cui l’AI smetterà di assistere i cybercriminali e inizierà ad attaccare autonomamente.
Dalla ricognizione allo scanning delle vulnerabilità, fino al movimento laterale e all’esfiltrazione, questi sistemi autonomi possono orchestrare intere violazioni alla velocità di una macchina.
“Le stesse capacità che aiutano le aziende ad automatizzare i workflow di sicurezza vengono armate contro di loro,” avvertono gli esperti WatchGuard.
Le aziende dovranno adottare strumenti di difesa AI-driven, capaci di rilevare, analizzare e rimediare con la stessa rapidità, anticipando gli attacchi autonomi degli strumenti di intelligenza artificiale.
5. Declino delle VPN tradizionali e ascesa della ZTNA
Le VPN tradizionali e gli strumenti di accesso remoto rimangono vulnerabili al furto di credenziali e alla mancanza di MFA. Anche le VPN più sicure possono diventare backdoor se un attaccante si spacciasse per un utente legittimo.
“Almeno un terzo delle violazioni del 2026 sarà dovuto a debolezze e configurazioni errate negli strumenti legacy di accesso remoto e VPN,” sottolineano Laliberte e Nachreiner.
Il 2026 vedrà la diffusione di soluzioni ZTNA (Zero Trust Network Access), che limitano l’accesso ai soli servizi necessari, proteggendo la rete interna e riducendo i potenziali danni. Le PMI inizieranno a sostituire le VPN legacy con piattaforme cloud ZTNA sicure e controllate centralmente.
6. AI come competenza obbligatoria nella cybersecurity
La nuova era della cybersecurity 2026 sarà dominata dall’AI. Attaccanti e difensori utilizzeranno strumenti automatizzati, adattivi e auto-apprendenti. I professionisti della sicurezza che non sapranno eguagliare velocità e precisione saranno sopraffatti prima ancora di accorgersi dell’attacco.
“Entro l’anno prossimo, l’alfabetizzazione all’AI non sarà più un valore aggiunto sul CV, ma un requisito minimo,” evidenziano gli esperti.
Per sopravvivere, le organizzazioni dovranno padroneggiare l’AI per rilevamento, risposta automatizzata e protezione dei dati, anticipando le vulnerabilità che l’AI stessa può introdurre.
Conclusione
Le previsioni di WatchGuard per la cybersecurity 2026 evidenziano una trasformazione radicale. Strumenti autonomi di AI, regole più severe e nuove soluzioni ZTNA richiederanno un approccio coordinato e proattivo alla protezione dei dati, alla resilienza e alla sicurezza aziendale. Le organizzazioni dovranno prepararsi a un contesto digitale più complesso e veloce che mai.