Software italiano e competitività del Made in Italy

La collaborazione tra capitale privato, istituzioni e industria è essenziale per creare un ecosistema in grado di premiare il talento e favorire la scalabilità di start-up e campioni tecnologici.

software italiano

Alessandro Geraldi, Group CEO Impresoft, su come il software italiano sta valorizzando il know-how industriale e favorendo la competitività delle imprese.

Il software italiano è al centro della trasformazione digitale nelle aziende metalmeccaniche del Nord Italia, dove algoritmi ottimizzano ogni giorno la produzione analizzando migliaia di parametri: tempi macchina, consumi, approvvigionamenti, performance di linea. Dietro questo software c’è un team di ingegneri e sviluppatori italiani che ha tradotto decenni di esperienza manifatturiera in intelligenza digitale. È qui che si gioca oggi la vera sfida della competitività: trasformare il sapere industriale italiano in tecnologia.

Il valore della digitalizzazione nazionale

La digitalizzazione è una leva storica di produttività e competitività. Le aziende che adottano soluzioni software italiane migliorano l’efficienza e rafforzano crescita e resilienza. L’uso di software nazionale non solo avvantaggia le singole imprese, ma rafforza il sistema paese, sostenendo un’industria tecnologica nazionale a valore aggiunto.

Negli ultimi dieci anni, la trasformazione digitale ha assunto anche un ruolo geopolitico strategico. La dominanza digitale di Stati Uniti e Cina mette l’Europa in posizione di dipendenza tecnologica, con solo 4 società europee tra le prime 50 globali. Investire in software italiano riduce questa esposizione e tutela dati industriali e catene di fornitura.

Trasformare il patrimonio manifatturiero in leadership tecnologica

L’Italia, storicamente riconosciuta per eccellenza nelle filiere produttive – manifattura, moda, vino, alimentare, design, meccanica di precisione – può ora convertire questo know-how in software nazionale. Un software sviluppato in Italia non è solo tecnologia: traduce il linguaggio manifatturiero in intelligenza digitale, integrando i processi industriali e le peculiarità dei settori del Made in Italy.

La prossimità culturale e linguistica dei fornitori di software italiani garantisce soluzioni più aderenti alle esigenze aziendali. L’integrazione con il know-how industriale nazionale permette lo sviluppo di piattaforme digitali che non solo digitalizzano i processi, ma li arricchiscono, preservando le peculiarità riconosciute a livello globale.

Esempi concreti di software italiano applicato

Un esempio di eccellenza è rappresentato dai LIMS (Laboratory Information Management System), un software italiano che garantisce tracciabilità, qualità e compliance nei processi produttivi. Queste soluzioni traducono problemi produttivi complessi in soluzioni digitali verticalizzate, generando efficienza, tutelando il saper fare italiano e proiettandolo a livello internazionale.

Costruire un ecosistema di sovranità digitale

Per concretizzare la sovranità digitale, è necessario consolidare il mercato, sostenere la domanda e creare condizioni favorevoli per l’ecosistema software nazionale. Va superata la frammentazione dell’offerta e sviluppata massa critica per incrementare investimenti, competenze e crescita.

I processi aggregativi, anche supportati dal Private Equity, favoriscono la nascita di campioni nazionali capaci di competere a livello internazionale. Al contempo, le aziende devono valorizzare le competenze italiane e l’uso di servizi locali, evitando l’outsourcing all’estero.

La collaborazione tra capitale privato, istituzioni e industria è essenziale per creare un ecosistema in grado di premiare il talento e favorire la scalabilità di start-up e campioni tecnologici.

Coniugare eccellenza industriale e intelligenza software

Come CEO di Impresoft, sostengo che il futuro delle imprese dipenderà dalla capacità di combinare eccellenza industriale e software italiano.

Olivetti insegnava che un’industria è grande solo se sa coniugare tecnologia e cultura. Oggi questa lezione vale più che mai: la competitività italiana si misura nella capacità di creare un’industria digitale che tenga conto delle persone, dei territori e del valore umano dell’innovazione. Il futuro del Made in Italy sarà scritto nei codici del software, ma anche nei principi che li ispirano.