L’intelligenza artificiale trasforma i software gestionali e l’automazione, e sta rimodulando il modo in cui stato, professionisti e imprese interagiscono con il Fisco.
Al Forum Fiscale organizzato da Wolters Kluwer Italia è emerso chiaramente che, dopo la fatturazione elettronica e la dichiarazione precompilata, l’IA rappresenta il terzo grande salto evolutivo del sistema tributario italiano e riguarda da vicino anche le piccole e medie imprese.
Dal controllo ex post alla prevenzione, ecco il “fisco predittivo”
Gli algoritmi di machine learning consentono già oggi di incrociare dati di fatture, movimenti bancari, dichiarazioni e flussi doganali, individuando anomalie ancora prima che si trasformino in irregolarità. Un modello che sposta l’attenzione dalla repressione alla prevenzione, dal controllo tardivo al supporto in tempo reale.
Per il MEF e l’Agenzia delle Entrate, che stanno alacremente lavorando sul Data Lake Fiscale, l’IA sarà la spina dorsale di un fisco capace di dialogare, anticipare e semplificare.
Per le PMI l’IA fiscale non è un lusso, ma un moltiplicatore di competitività
Le PMI italiane sono spesso travolte da adempimenti, scadenze e micro-burocrazia. L’IA diventa quindi una leva strategica non solo per ridurre i costi amministrativi, ma per ad esempio prevenire errori e sanzioni, grazie ad alert predittivi che segnalano anomalie prima della scadenza. L’IA può consentire l’ottimizzazione della gestione finanziaria, incrociando flussi di cassa, debiti tributari e scadenze o la valutazione di scenari fiscali, simulando l’impatto di scelte operative o investimenti (leasing, incentivi, regimi opzionali). L’uso più intensivo dell’IA consente anche un dialogo più proficuo con il commercialista, che può dedicare più tempo alla consulenza e meno alla raccolta documentale.
Il risultato? Meno imprevisti, decisioni più informate e più spazio per concentrarsi sul business.

Dall’intuito all’intelligenza dei dati
Secondo il Future Ready Accountant Report, la cui seconda edizione Wolters Kluwer Tax & Accounting ha presentato poche settimane fa, l’uso quotidiano dell’IA tra commercialisti e consulenti è salito al 41% nel 2025 (dal 9% dell’anno precedente). Non si tratta di sostituire l’esperienza umana, ma di potenziarla. Infatti l’IA analizza, il professionista interpreta e la PMI decide con maggiore consapevolezza.
L’evoluzione più interessante è la Agentic AI, un’IA capace di agire in autonomia entro confini controllati. Può proporre scenari, verificare coerenze tra norme e dati, suggerire soluzioni prima che insorga un problema.
Per le PMI si prospettano meno adempimenti e più strategia
L’IA permette agli Studi di liberare tempo oggi assorbito da compiti ripetitivi come controlli di congruità, classificazione documentale, incrocio di dati con l’Agenzia delle Entrate. Il risultato è un professionista in grado di offrire al suo cliente – impresa ciò di cui oggi ha più bisogno, strategia, analisi e consulenza personalizzata. È questo il passaggio culturale più importante. Il commercialista non è più colui il quale “fa risparmiare imposte” ma diventa il consulente che “fa crescere l’azienda”.
Trasparenza e responsabilità degli algoritmi restano nodi critici
L’adozione massiva dell’IA fiscale apre però temi delicati. chi garantisce la correttezza dei modelli predittivi? Come evitare bias nelle valutazioni di rischio? Chi risponde se un algoritmo sbaglia? Il dialogo tra Garante Privacy, MEF e Agenzia delle Entrate è già attivo per definire standard comuni entro il 2026.
Quindi possiamo contare su un futuro già scritto che delinea attraverso la digitalizzazione tributaria imprese più forti. Nei prossimi anni vedremo dunque dichiarazioni quasi automatiche aggiornate in tempo reale, assistenti fiscali virtuali integrati nei gestionali aziendali, piani di pagamento dinamici basati sulla solvibilità dell’impresa, una consulenza professionale più analitica, predittiva e personalizzata.
L’intelligenza artificiale non sta automatizzando la fiscalità, la sta umanizzando, spostando l’attenzione dalla compilazione alla comprensione, dalla burocrazia alla strategia. Per le PMI italiane, spesso penalizzate da complessità e tempi stretti, l’IA rappresenta la vera chance per trasformare il rapporto con il fisco da problema a vantaggio competitivo.






