Augmented intelligence – È un profondo processo di ridefinizione strategica quello che sta affrontando la società di servizi e soluzioni IT Innovaway. Ma partendo da un punto fermo: restare fedele al suo nucleo identitario, la cultura del servizio.
Un radicale cambiamento
Il Direttore Generale Antonio Burinato ha descritto questa fase come un cambiamento radicale di pelle, necessario per seguire un mercato che è divenuto “sempre più veloce e sempre più aperto a nuove sfide, con l’impatto degli LLM che si fa sentire su tutti i settori.
Con una previsione di fatturato in chiusura d’anno che sfiora i 60 milioni di euro, l’azienda rivendica una crescita che ha superato tre volte quella organica e quattro volte quella inorganica negli ultimi anni, dati che attestano una concreta solidità in un mercato sempre più dinamico.
La sede è Napoli, dove opera circa la metà degli 800 dipendenti, ma l’azienda genera la maggior parte dei ricavi in altre parti dell’Italia, un fattore che Burinato interpreta come la prova della “capacità di gareggiare su scenari più competitivi“.
Il valore aggiunto oltre la system integration
In un panorama affollato dove il concetto di digital transformation rischia di essere generico, come anticipato, Innovaway punta a distinguersi partendo dalla profonda cultura del servizio ai clienti. Burinato ha definito in modo colorito questa base operativa come quella dei “blue collar della digital trasformation“, ovvero coloro che si occupano della fase di gestione post-progetto, garantendo che le soluzioni funzionino correttamente e consentano il raggiungimento dei benefici attesi.
Questa filosofia si integra perfettamente con l’evoluzione verso la system integration, dove la differenza non è nel progettare, ma nel garantire l’operatività. Sergio Ajani, Service & Solutions Design Director, ha chiarito come la cultura del servizio venga integrata anche nel mondo applicativo, un settore dove Innovaway integra la gestione del servizio a 360 gradi: “Un esempio è quello del mondo applicativo – ha sottolineato –, dove il solution provider tendenzialmente raccoglie i requisiti, li trasforma in un oggetto software che dà in gestione al cliente. Noi non ci limitiamo a consegnare un prodotto, possiamo anche erogare un servizio in produzione. E non solo dal punto di vista tecnologico, ma direttamente sull’utente, cosa che tendenzialmente il system integrator è solito evitare“.

Per Innovaway, AI sta per augmented intelligence
L’approccio di Innovaway all’intelligenza artificiale è pragmatico, basato sull’integrazione e non sull’ambizione di sviluppare modelli avanzati. L’obiettivo è potenziare i servizi esistenti, utilizzando l’AI per “introdurre elementi di servizio all’interno dei sistemi“. Ajani ha coniato un termine per definire questa visione: “Ci piace anche definirla non solo intelligenza artificiale, ma augmented intelligence, intelligenza aumentata, perché non va a sostituire qualcosa, ma a dotarlo di maggior valore”. L’AI è vista come uno strumento che aiuta a ottimizzare i costi del personale e permette alle risorse umane di dedicarsi ad attività più specializzate.
La resilienza e la critica alla gestione cloud
La crescita della pervasività del digitale impone che i sistemi aziendali debbano funzionare in modo altamente affidabile. Per questo, la value proposition si è spostata sulla business continuity e sulla resilienza delle infrastrutture e applicazioni.
In tal senso, Ajani ha rimarcato la trasversalità del rischio: “Il tema cyber resiliency impatta tutto il business“. La perdita di controllo dei sistemi ha conseguenze dirette e che, se i dati vengono trafugati, “non si va solo incontro a una sanzione, ma anche a una grossa perdita di immagine“.
Burinato ha esemplificato la mancata consapevolezza del rischio con il diffuso modo di affrontare il patching di sicurezza: “Spesso viene eseguito una volta al mese perché lo stabilisce il carico di lavoro, ma non perché lo si sta valutando dal punto di vista del rischio dell’esposizione dell’azienda“.
Il tema della complessità si estende alla gestione finanziaria delle infrastrutture, in particolare quelle cloud. Sergio Ajani ha sollevato un quesito diretto sulla gestione dei costi nell’ambiente ibrido e multi-cloud: “Quanti hanno un completo controllo della gestione finanziaria del loro cloud? Quanti account ci sono che non vengono utilizzati correttamente e che portano a un esborso finanziario immotivato?“. Questa è la complessità che Innovaway si propone di aiutare a risolvere, lavorando non sul break and fix (soluzione dei problemi) ma sul prevent and manage (prevenzione e miglioramento).
Clienti privati e Pubblica amministrazione
Innovaway basa la sua crescita su solide partnership e sulla focalizzazione verso grandi clienti. Nel settore privato, il primo cliente è il Gruppo Intesa Sanpaolo, per il quale l’azienda svolge servizi critici di supporto a filiali, Isybank, polo assicurativo e Fideuram. Un contratto da 5 anni con un minimo garantito di 44 milioni di euro ne attesta la credibilità.
Nel settore pubblico, l’azienda ha ottenuto un’accelerazione strategica grazie all’ingresso in raggruppamenti temporanei d’impresa che hanno portato all’acquisizione di quattro convenzioni Consip, coprendo aree come la sanità digitale con Engineering o i servizi di manutenzione e management con TIM e la fornitura di apparati digitali per gli istituti universitari con Fastweb.
La necessità di crescere
Guardando al futuro, con un giro d’affari di 60 milioni di euro “l’azienda è ancora piuttosto piccola per avere un adeguato credito sul mercato di riferimento“, ha affermato Buriato. È imperativo crescere e assumere un’importante massa critica. Le ambizioni di crescita saranno sostenute da “un modello più tecnologico e meno labor driven“, ma le acquisizioni non saranno finalizzate al solo aumento dei numeri. L’integrazione di nuove realtà avverrà solo se queste rafforzano il DNA di servizio e aprono a mercati non ancora pienamente coperti, come quello della grande impresa manifatturiera privata italiana dai 500 milioni di euro in su.






