La posta elettronica rimane il principale canale di attacco. Per questo, secondo Proofpoint, è necessario cambiare approccio contro le minacce via email basate sulle nuove tecnologie. Invece spesso l’approccio alla protezione delle email è ancora basata su regole statiche, firme o tattiche di sandboxing. In Europa, il rigore normativo è inasprito dalla complessità operativa. Le minacce sono più specifiche, sofisticate e difficili da rilevare, motivo per cui la posta in gioco è più elevata.
I limiti della sicurezza tradizionale
Kevin Leusing, Chief Technology Officer di Proofpoint
Dagli attacchi di phishing, alla compromissione delle email aziendali (BEC), fino alla personificazione dei fornitori: il rapporto segnale/rumore non fa che peggiorare. In questo contesto, gli approcci tradizionali alla protezione delle email, basati su regole statiche, firme o tattiche di sandboxing, non sono in grado di far fronte agli attacchi polimorfici e di ingegneria sociale altamente avanzati di oggi.
Fattori positivi e negativi
Questi limiti della sicurezza tradizionale si traducono in un elevato numero di falsi positivi e negativi, mancanza di contesto sul comportamento dell’utente. Oppure sull’identità del mittente e un atteggiamento reattivo che rileva le minacce dopo che la compromissione si è verificata. Il risultato? Attacchi non rilevati, utenti frustrati e aziende esposte.
Contro le minacce via mail puntare sull’intelligenza artificiale
Per migliorare questo approccio oggi è necessario fare affidamento sull’intelligenza artificiale come fattore di difesa fondamentale. Il 61% dei CISO in EMEA utilizza funzionalità basate su AI per proteggere le proprie organizzazioni dall’errore umano e da cyber minacce avanzate incentrate sull’individuo.
Kevin Leusing, Chief Technology Officer di Proofpoint
Tuttavia, dato l’attuale panorama di attacchi sofisticati, non si tratta affatto di una soluzione risolutiva. È essenziale che i CISO comprendano come l’AI venga applicata al rilevamento delle minacce via email. E quali siano i suoi limiti, al fine di creare una strategia di cyber difesa resiliente.
Creare un profilo di rischio multidimensionale
L’AI è spesso utilizzata in modo intercambiabile con il machine learning e può essere suddivisa in:
- ML supervisionato, che addestra modelli su minacce note rispetto a email legittime;
- ML non supervisionato, che rileva anomalie nel comportamento senza etichette predefinite;
- elaborazione del linguaggio naturale per analizzare tono, intento e struttura dei messaggi;
- AI comportamentale, che apprende i modelli di comunicazione di utenti e mittenti per rilevare deviazioni.
Insieme, queste tecnologie possono creare un profilo di rischio multidimensionale per ciascun messaggio. Basato non solo sul contenuto o sugli allegati, ma anche sulla cronologia del mittente, sulle tattiche di impersonificazione, sul contesto e sull’intento percepito.
Minacce via mail: un panorama molto complesso
Allo stesso modo, però, anche i criminali stanno integrando gli strumenti di GenAI, sempre più accessibili, per creare truffe di phishing e impersonificazioni personalizzate, tra le altre cose. Senza che la lingua o la cultura dei loro obiettivi costituiscano un deterrente.
Kevin Leusing, Chief Technology Officer di Proofpoint
Ci troviamo di fronte a un panorama complesso in EMEA. Poiché si tratta di una regione che ospita un insieme di aziende manifatturiere globali, istituzioni finanziarie e servizi altamente affidabili. E tutti rappresentano target molto interessanti per gli attacchi di ingegneria sociale. A ciò si aggiungono altre circostanze, come un contesto normativo particolarmente complesso. In esso il GDPR e i requisiti di cybersecurity richiedono elevata precisione e sovranità dei dati. Sfumature linguistiche diverse dall’inglese, che pongono sfide nell’elaborazione del linguaggio naturale e altre sfide legate alla rete di fornitori. Poiché l’elevata interconnettività rende più dannosa la compromissione della supply chain.
Un rilevamento efficace delle minacce via mail
Per quanto riguarda la protezione, è importante tenere presente che non tutte le AI sono uguali, e ognuna presenta caratteristiche differenti. Un rilevamento efficace delle minacce via email deve soddisfare i requisiti di:
- accuratezza e comprensibilità. È necessario fidarsi dei rilevamenti, quindi, il sistema deve spiegare cosa rende un messaggio pericoloso e non solo sospetto.
- Apprendimento continuo. Poiché sempre più cyber criminali ricorrono ad attacchi generati dall’AI, i modelli difensivi che utilizzano questa tecnologia devono evolversi in tempo reale. In base alle nuove campagne e al riscontro degli utenti, senza la necessità di continui aggiustamenti manuali.
- Adattamento linguistico e regionale. Gli strumenti di AI devono rilevare la manipolazione linguistica nei tentativi di phishing multilingue.
- Integrazione con la percezione umana. L’AI integra, ma non può sostituire, l’analisi umana.
- L’ultimo passaggio nella protezione
Applicata correttamente, l’AI può trasformare la sicurezza della posta elettronica fornendo numerosi vantaggi. Tra questi, ad esempio, isolare i messaggi pericolosi prima che raggiungano l’utente, fornire avvisi in tempo reale sui potenziali tentativi di impersonificazione. E ancora: formare le persone sulla sicurezza basandosi su minacce reali e rimuovere le email dannose dopo la consegna.
Kevin Leusing, Chief Technology Officer di Proofpoint
In particolar modo in EMEA, dove gli attaccanti sfruttano un mix di fiducia, lingua e processi, l’AI deve essere comprensibile, adattabile e profondamente contestuale. In Proofpoint non crediamo nell’AI fine a sé stessa, ma nel proteggere le persone attraverso un’intelligenza artificiale più avanzata, trasparente e incentrata sulla persona.






