
Le attività di ricerca e sviluppo di Nokia condotte in Italia nel settore delle telecomunicazioni hanno valenza globale grazie ai laboratori presenti nella sua sede di Vimercate, all’avanguardia in ambiti strategici come il trasporto ottico e a microonde. Questi laboratori includono i Nokia Bell Labs Fellows e Innovators e sono frequentati da molti ricercatori e ingegneri.
A Vimercate Nokia ha celebrato l’Innovation Day 2025 e ha invitato clienti e stampa per mostrare le innovazioni che stanno plasmando il futuro delle telecomunicazioni. La giornata ha incluso gli interventi di Stefano Grieco, CEO e VP, Nokia Italy, Matti Lassila, Ambasciatore della Finlandia in Italia, Enrico Letta, Dean of the IE School of Politics, Economics and Global Affairs at IE University.
È stata tenuta una tavola rotonda sull’importanza delle telecomunicazioni per la crescita economica e per l’indipendenza strategica, moderata da Alfonso Fuggetta, Chief Digital Transformation Officer Ferrari, e a cui hanno partecipato Paolo Boccardelli, Rettore e Dean, Luiss Guido Carli University, Antonio Capone, Politecnico di Milano / Fondazione Restart, Massimo Dal Checco, Presidente, Anitec-Assinform, Stefano Venturi, Special Advisor AI e Digital Transition, Assolombarda, John Harrington, SVP & Head of NI Europe, MEA & APAC, Nokia
Durante l’evento i partecipanti hanno potuto visitare i laboratori di ricerca e sviluppo e osservare le implementazioni più recenti delle tecnologie portate avanti da Nokia.
La tavola rotonda
L’Italia e l’Europa si trovano oggi di fronte a una sfida cruciale nel settore delle telecomunicazioni: trasformare le idee innovative in valore economico concreto. La transizione dal 5G alla virtualizzazione delle reti sta rivoluzionando un settore tradizionalmente basato su hardware specializzato, spostandolo verso un mondo dominato dalle funzioni software e dalle piattaforme aperte.
Enrico Letta, Dean of the IE School of Politics, Economics and Global Affairs at IE University
Questa trasformazione tecnologica si inserisce in un contesto più ampio dominato dall’intelligenza artificiale, che rischia di ridimensionare il valore dell’intelletto umano. In questo scenario, le università italiane assumono un ruolo strategico fondamentale: devono diventare centri di attrazione e sviluppo di talenti internazionali, creando sistemi di innovazione in stretta collaborazione con le imprese.
L’esempio della Luiss Guido Carli è emblematico: nata dalla partnership con le aziende, dimostra come la sinergia tra mondo accademico e imprenditoriale possa generare poli di conoscenza e innovazione capaci di competere a livello globale.
Tuttavia, il sistema produttivo italiano fatica ancora ad anticipare le tendenze tecnologiche. Mentre alcune aziende hanno saputo cavalcare le ondate di cambiamento, l’intero settore manifatturiero deve comprendere e sfruttare i vantaggi dell’intelligenza artificiale generativa, dalla manutenzione predittiva alla supply chain, dal commercio al settore energetico.
Massimo Dal Checco
Il settore industriale ICT è in forte crescita, nel 2024 è stata del 3,7%, con giro di affari di più di 81 miliardi. Anche l’impiego dell’intelligenza artificiale sta crescendo: negli ultimi due anni l’aumento è stato del 40% anno su anno. Nel nostro Paese ci sono importanti investimenti per le startup ad alta tecnologia e per il settore del calcolo ad alte prestazioni. D’altra parte, solo il 2% delle aziende italiane investe nell’intelligenza artificiale, contro una media del 14% in Europa. Tuttavia, se si guarda alle PMI in Italia, la percentuale sale al 7%: le piccole e medie imprese possono integrare rapidamente l’AI nelle loro operazioni e adattarsi più velocemente delle grandi società. Per stimolare il settore servono una visione e una politica a lungo termine, purtroppo la tendenza, soprattutto in Italia, è di pianificare su uno o due anni, assolutamente troppo poco per una pianificazione efficace.
Due criticità frenano questa evoluzione: la connettività insufficiente, con molte imprese ancora prive di accesso alla fibra ottica ad alta velocità, e la carenza di personale formato sulle tecnologie più recenti. Solo attraverso investimenti mirati nelle infrastrutture e nel rafforzamento delle competenze l’Italia potrà guidare, insieme all’Europa, la trasformazione digitale del futuro.
I laboratori e le tecnologie avanzate di Nokia
Uno dei settori in cui Nokia opera con maggior successo è quello delle telecomunicazioni, settore in cui offre moduli di trattamento e trasmissione dati tramite fibra ottica con i cavi terrestri e sottomarini oppure (questa variante sarà rilasciata verso la metà dell’anno prossimo) con i laser nello spazio, per la comunicazione tra i satelliti che compongono le costellazioni in orbita bassa. Il marchio offre moduli diversi a seconda dell’applicazione: da quelli per tratte sottomarine di 12.000 km a quelli per il collegamento dei data center, con un’ampiezza di banda che arriva a 800 Gb/s per singolo canale.
Ogni due o tre anni, Nokia raddoppia le prestazioni di questi moduli per le telecomunicazioni, in modo da aumentare in maniera importante il bit rate senza la necessità di sostituire i cavi in fibra ottica, così da ottenere un netto aumento delle prestazioni mantenendo la stessa rete in fibra. Questo aumento di prestazioni è una necessità, visto il costante aumento del traffico di dati, soprattutto negli ultimi anni a causa dell’uso sempre più intenso dell’intelligenza artificiale. Le migliori performance procedono di pari passo con la riduzione del costo di questi dispositivi, perché i margini economici degli operatori sono sempre più ridotti.
Il cuore di questi moduli è composto da due componenti principali, il DSP e il processore ottico. Il primo è un processore digitale di segnale che Nokia, unica azienda in Europa, è in grado di sviluppare in maniera completa al proprio interno, nei laboratori della sede di Vimercate. Il secondo componente trasforma i segnali digitali elettrici in ottici e viceversa. Anche questo è un componente progettato e realizzato interamente da Nokia, sempre nel suo centro di Vimercate.
Stefano Grieco, CEO e VP, Nokia Italy
La fotonica
Il processore ottico è sviluppato e testato nel laboratorio di caratterizzazione dei chip fotonici, parte del centro di design presente nella sede Nokia lombarda. I chip fotonici sono circuiti integrati in silicio – stampati con i normali processi litografici tipici dei CMOS – in cui sono integrate le guide d’onda per il trasporto dei fotoni (il silicio è trasparente alla luce infrarossa). I segnali sono processati nel dominio ottico e solo al termine dell’elaborazione sono convertiti in impulsi elettrici.
Wavence Microwave Transport
Per soddisfare l’esigenza di trasmettere via microonde una quantità sempre maggiore di dati, Nokia ha sviluppato un algoritmo della serie Wavence, che consente per la prima volta la trasmissione wireless full duplex per collegamenti punto-punto fissi. Questa soluzione supera i limiti dei sistemi FDD (Frequency Division Duplexing) tradizionali, che usano frequenze separate per trasmissione e ricezione.
Il ricetrasmettitore Wavence Ultra-Broadband Transceiver (UBT), sviluppato con componenti proprietari e che opera nella banda D (130–175 GHz), consente Tx e Rx simultanei sullo stesso canale, raddoppiando la capacità rispetto all’FDD. Nei test è stata raggiunta una velocità complessiva di 10+10 Gb/s su un unico canale da 2 GHz.
La crittografia quantum safe
Nokia sviluppa soluzioni di rete proprietarie per la crittografia quantum safe, dato che quella che usa algoritmi pseudocasuali, impiegata quasi universalmente nelle telecomunicazioni attuali, è facilmente decodificabile dai futuri computer quantistici.
La soluzione proposta da Nokia impiega, per la generazione delle chiavi, algoritmi basati sulla fisica classica e capaci di creare chiavi veramente casuali, inattaccabili dai computer quantistici.