Cisco: la nuova frontiera è l’Internet of agents

Cisco ha siglato una partnership strategica con Domyn con l’obiettivo di democratizzare l’AI, decentralizzarne la governance e garantirne l’adozione sovrana.

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L’ecosistema tecnologico globale si sta affacciando a una nuova era, altrettanto rivoluzionaria rispetto a quella introdotta dal cloud computing e dalla mobilità, ma ancora più pervasiva: quella dell’intelligenza artificiale. “Rispetto a innovazioni fondamentali come il cloud e la mobilità, l’AI è potenzialmente più pervasiva e più dirompente – spiega Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia –. Tradizionalmente siamo abituati a lavorare in team composti solo da persone, ma oggi esistono agenti intelligenti che sono in grado di collaborare con noi condividendo obiettivi, eseguendo compiti complessi e contribuendo attivamente alla produttività”.

Verso la cooperazione sinergica uomo-agenti

Gli attuali agenti intelligenti non si limitano più a operazioni predittive o automatismi circoscritti, ma sono in grado di generare contenuti, interagire attraverso linguaggio naturale, comprendere contesti conversazionali complessi e assistere in decisioni in tempo reale. “È solo con l’incremento esponenziale della capacità di calcolo, avvenuto negli ultimi due o tre anni, che possiamo realmente parlare di AI generativa e autonoma”, chiarisce Manghi.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale, inoltre, non si limita più alla sfera virtuale o logico-algoritmica. “Ci stiamo avvicinando a una fase in cui l’intelligenza artificiale assume anche una dimensione fisica, diventando robot umanoidi – puntualizza Manghi –. Questo perché molte attività del mondo reale richiedono una conformazione antropomorfa: pensiamo ai dispositivi ortopedici intelligenti o a robot impiegati in ambienti pericolosi, come incendi o disastri ambientali”.

La visione strategica di Cisco si fonda sulla cooperazione sinergica tra esseri umani e agenti AI. “Le attività professionali non saranno svolte in concorrenza con l’AI, ma saranno valorizzate da persone capaci di utilizzare, supervisionare e orchestrare questi sistemi”, evidenzia Manghi. Da qui, l’importanza centrale attribuita alla formazione, considerata leva critica per l’evoluzione delle competenze. “Non si tratta di sostituire la competenza umana, ma farla evolvere: l’intelligenza artificiale prenderà in carico molte attività operative, ma la supervisione e il giudizio critico resteranno appannaggio dell’intelligenza umana”.

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Nasce l’Internet of Agents

Così come negli anni ’90 Cisco contribuì alla costruzione dell’Internet moderno, oggi l’azienda si propone come protagonista di una nuova evoluzione infrastrutturale. “La chiamiamo Internet of Agents – rivela Manghi –. Sarà una piattaforma globale, distribuita, in cui agenti AI autonomi e interoperabili collaboreranno tra loro su protocolli standardizzati, proprio come oggi fanno le applicazioni su Internet”.

Questa visione viene sintetizzata nel concetto di Internet Originals, che costituisce il fulcro della strategia Cisco. “Negli anni abbiamo assistito a una crescita vertiginosa: da 10 milioni di utenti connessi nel 1996, siamo passati a un miliardo in meno di un decennio e ora superiamo i 5 miliardi di persone e i 30 miliardi di oggetti – ricorda Manghi –. Vogliamo replicare quella trasformazione, ma questa volta attraverso l’adozione massiva di agenti intelligenti”.

I tre fronti dell’AI per CIsco

In termini applicativi, il contributo Cisco si concretizza su tre fronti. “Abbiamo sviluppato agenti AI proprietari come Sherlock Holmes – afferma Manghi – che operano nel supporto tecnico simulando l’esperienza e le competenze di un tecnico Cisco umano, attingendo a milioni di casi risolti e modalità operative collaudate”. L’AI è inoltre impiegata nel dominio della cybersecurity: “Abbiamo messo a punto sistemi in grado di distinguere, in caso di attacchi simultanei e massivi, quali minacce sono realmente critiche, consentendo di allocare in modo efficiente le risorse umane su ciò che conta di più”.

Sul piano della collaboration, Cisco integra tecnologie AI per ottimizzare le interazioni, includendo funzionalità avanzate. Tecnologie di AI sono già utilizzate per la soppressione automatica del rumore, la traduzione simultanea, l’analisi del sentiment nei meeting. L’intento è rendere le interazioni più fluide, produttive e inclusive.

Il nostro obiettivo – conclude Manghi – è contribuire a costruire un ecosistema dove esseri umani e agenti intelligenti possano cooperare armonicamente, valorizzando le rispettive capacità. Proprio come accadde con Internet, vogliamo essere al centro della prossima, grande rivoluzione tecnologica”.

Basilare il ruolo delle reti per lo sviluppo dell’AI

Una recente indagine globale condotta da Cisco su circa 8.000 IT leader, di cui oltre 200 in Italia, ha confermato il ruolo strategico dell’infrastruttura di rete nell’era dell’AI. “Il 98% degli intervistati considera la rete essenziale per abilitare i nuovi casi d’uso basati su AI – spiega Enrico Mercadante, vice president networking EMEA di Cisco – mentre il 60% la giudica critica per conseguire gli obiettivi di business collegati agli agenti intelligenti”.

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Parallelamente, la survey ha evidenziato le attuali fragilità infrastrutturali: “Il 74% ammette che la propria rete è ormai datata e necessita di un refresh sostanziale, e il 77% ha subito almeno un outage dovuto sia a limiti tecnologici sia (nel 27% dei casi) a errori manuali di configurazione”, aggiunge Mercadante. In questo contesto, emerge un forte gap nella modernizzazione: solo il 40% delle aziende globali (e appena il 30% di quelle italiane) dichiara di “impiegare già funzionalità di rete evolute, supportate da intelligenza artificiale”, segno che l’aggiornamento infrastrutturale è ormai imprescindibile.

Networking AI Ready e sicuro

Da questo scenario nasce la nuova architettura presentata in occasione del Cisco Live di San Diego. Il paradigma introdotto, definito AI Ready e sicura, prevede un modello ibrido che unifica la gestione cloud-native di Meraki con quella on-premises, attraverso un’unica licenza modulabile in base a vincoli operativi o normativi. Il cuore tecnologico è rappresentato da una piattaforma di assurance integrata, capace di monitorare l’esperienza digitale end-to-end e applicare criteri di sicurezza distribuita direttamente nei nodi della rete, superando la necessità di layer esterni.

In ambito operativo, Cisco ha introdotto una soluzione AI Ops denominata Agentic Ops. “Volevamo un ambiente collaborativo – spiega Mercadante – dove team di rete, di sicurezza e di applicazioni lavorassero insieme a un pool di agenti autonomi, sempre sotto supervisione umana”. Il sistema è alimentato da un LLM proprietario, addestrato su quarant’anni di casi d’uso operativi Cisco: analizzando i ticket, attiva gli agenti necessari (testing del traffico, analisi delle porte, parsing dei log) e genera automaticamente un piano di remediation, sottoposto all’approvazione dell’operatore per l’esecuzione o il rollback. Il primo prodotto di Agentic Ops si chiamerà AI Canvas e il suo rilascio è previsto per ottobre.

Anche l’hardware è sempre più intelligente

L’evoluzione hardware poggia su un aggiornamento completo della gamma switch/router/access point. I nuovi smart switch e secure router integrano il chip Cisco Silicon One – rispettivamente serie K per funzioni di aggregazione e serie A per l’accesso – e offrono alta densità, ottimizzazione energetica e funzionalità di sicurezza embedded. Il nuovo campus gateway semplifica la migrazione del Wi-Fi da infrastrutture on-prem a soluzioni cloud, mentre i nuovi access point stadium-ready garantiscono copertura a capacità ultraelevata per eventi su larga scala. L’intera linea Industrial IoT è stata riprogettata per ambienti ostili, caratterizzati da temperature estreme e necessità di latenza inferiore al millisecondo.

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Ancora nel dominio della sicurezza, Cisco sta estendendo l’approccio tradizionale del firewall centralizzato verso il modello distribuito HyperShield, in cui “ogni porta di switch di un ambiente campus ha un proprio firewall”.

Un accenno anche al quantum computing, versante sul quale Mercadante ha precisato che Cisco sta ricevendo diverse richieste. In tal senso, la piattaforma proposta incorpora ora nativamente meccanismi di crittografia post-quantistica e sistemi di secure boot resilienti agli attacchi quantistici, garantendo protezione contro minacce emergenti come il paradigma harvest-now-decrypt-later. In ottica Zero Trust, l’identità (che include utenti, device, sensori e agenti AI) viene gestita attraverso la tecnologia Duo, con policy granulari distribuite uniformemente dal data center alle filiali, via SD-WAN SASE.

Le reti stanno diventando troppo complesse per essere governate solo da competenze umane sempre più rare – conclude Mercadante –. La combinazione di agenti intelligenti, silicio proprietario ad alte prestazioni e sicurezza intrinseca è l’unica strada per rendere la rete davvero AI Ready e sostenere una trasformazione che, con l’avvento del calcolo quantistico, non farà che accelerare”.

Sovranità dei dati: partnership tra Cisco e Domyn

L’intelligenza artificiale, dunque, non rappresenta una semplice transizione tecnologica, bensì una trasformazione strutturale destinata a ridefinire le fondamenta delle economie contemporanee. “Siamo di fronte a una svolta esistenziale – afferma Agostino Santoni, Senior Vice President South Europe di Ciscoperché l’AI diventerà il nuovo perimetro della proprietà intellettuale, oggi elemento cardine delle democrazie occidentali, della competitività dei sistemi-Paese e dell’identità culturale globale”.

In tale contesto si colloca la partnership strategica tra Cisco e Domyn (è il nuovo brand di iGenius, azienda deep-tech italiana che produce soluzioni di AI pensate per settori regolamentati), è fondata sull’integrazione tra visione e capacità tecnologica, con l’obiettivo di democratizzare l’intelligenza artificiale, decentralizzarne la governance e garantirne l’adozione sovrana, sicura e trasparente da parte di imprese, enti pubblici e istituzioni. “Non si tratta solo di abilitare la produttività o di colmare il gap di competenze – sottolinea Uljan Sharka, fondatore e CEO di Domynma di fornire gli strumenti per trasformare ogni impresa in un’organizzazione nativamente tecnologica, in grado di sviluppare e governare le proprie soluzioni AI”.

In linea con tale visione, la soluzione proposta integra uno stack tecnologico completo “dal chip all’interfaccia utente”, fornendo una piattaforma unificata che garantisce isolamento, sicurezza e pieno controllo sui dati e sui modelli, che saranno proprietari. L’architettura è progettata per l’implementazione di sistemi AI on-premise presso le infrastrutture locali, eliminando l’esigenza di esfiltrazione dei dati verso ambienti cloud esterni, fattore cruciale in contesti regolamentati e ad alta sensibilità.