Perché la sanità è il comparto più colpito dai cyber attacchi

Una struttura sanitaria italiana su due non si può permettere di implementare sistemi di difesa più avanzati.

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Secondo una ricerca Armis, la sanità è tra i settori più colpiti dai cyber attacchi. Nicola Altavilla, Director of the Mediterranean Region di Armis  spiega perché le misure di protezione in questo comparto sono oramai una priorità strategica. In un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e da un uso sempre più estensivo dell’AI, anche per finalità illecite, il sistema sanitario italiano si sta rivelando sempre più vulnerabile ai cyber attacchi. A confermare questa minaccia è Warfare Without Borders: AI’s Role in the New Age of Cyberwarfare” , terzo report annuale globale sulla cyberwarfare di Armis.

Anche in Italia la sanità è sotto pressione

Secondo la ricerca, il settore medico, sanitario e farmaceutico è a oggi uno dei più colpiti al mondo dagli attacchi informatici. Anche a causa dell’impiego di strumenti sempre più sofisticati basati sull’intelligenza artificiale. Anche in Italia l’allerta è alta. Infatti, l’81% delle aziende sanitarie intervistate ha subìto da 1 a 2 violazioni informatiche, segno di una vulnerabilità sistemica che richiede risposte urgenti.

L’IA percepita come minaccia concreta

Il 75% dei professionisti IT del settore sanitario, a livello globale, considera l’intelligenza artificiale una minaccia significativa per la sicurezza delle infrastrutture critiche. In Italia, questa percezione è condivisa da quasi 7 strutture sanitarie su 10. Mentre l’81% dei decisori IT teme l’impatto di un eventuale conflitto informatico sulla propria organizzazione. Più di un terzo di essi (38%) si dice fortemente preoccupato. Il problema non è solo la consapevolezza del rischio, ma anche la mancanza di risorse e capacità di reazione. Infatti una struttura sanitaria italiana su due ammette di non disporre del budget necessario per implementare sistemi di difesa avanzati. Spesso, infatti, si reagisce troppo tardi: il 56% riesce a rilevare un attacco solo quando è già in corso.

Nella sanità si va verso un nuovo approccio alla sicurezza

Il settore sanitario è oggi in prima linea in uno scenario di cyberwarfare sempre più complesso. Un panorama alimentato da tensioni internazionali e dall’uso dell’intelligenza artificiale per sferrare attacchi sofisticati e ad alto impatto. Servono strumenti proattivi, intelligenti e capaci di proteggere infrastrutture critiche per il bene di tutto il sistema e per i pazienti. Guardando al futuro, i professionisti del settore italiani chiedono strumenti più evoluti. Il 57% vorrebbe soluzioni di intelligence più avanzate, il 50% strumenti di threat hunting basati su IA, e il 44% sistemi efficaci contro il phishing.

Soluzioni proattive e intelligenti per anticipare le minacce

La sanità italiana si trova ad affrontare una delle sfide più complesse degli ultimi anni, aggravata dall’evoluzione tecnologica e dal contesto geopolitico. Per questo, rafforzare le misure di protezione nel settore sanitario non è più un’opzione, ma una priorità strategica su cui investire. Adottare soluzioni proattive, intelligenti e capaci di anticipare le minacce significa non solo proteggere le infrastrutture più sensibili, ma anche rafforzare l’intero sistema sanitario. Gli strumenti giusti possono garantire un futuro più sicuro, resiliente e sostenibile.