
Un’indagine di Kyndryl sottolinea come poche aziende abbiano adottato strategie per sfruttare con successo l’intelligenza artificiale, preparandosi a un ritorno positivo sugli investimenti tecnologici. Condotto su oltre 1.000 dirigenti senior dei settori business e tecnologia in 25 industrie e otto aree geografiche, il People Readiness Report evidenzia un netto disallineamento tra gli investimenti in AI e la preparazione effettiva delle persone.
Anche l’intelligenza artificiale ha carenza di talenti
Secondo il report di Kyndryl in particolare:
- il 95% delle aziende ha già investito in AI.
- Il 71% dei leader ritiene che i dipendenti non siano ancora pronti per sfruttare efficacemente la tecnologia.
- Il 51% segnala una carenza di talenti con competenze adeguate per la gestione dell’AI.
- Il 45% dei Ceo pensa che la maggior parte dei dipendenti sia resistente o addirittura ostile verso l’AI.
La preparazione varia a seconda del settore. Così il comparto bancario, dei servizi finanziari e assicurativo riporta livelli più alti di prontezza, quello sanitario risulta invece tra i più arretrati.
L’AI generativa è l’applicazione più diffusa
Michael Bradshaw, Global Practice Leader for Applications, Data and AI di Kyndryl
Solo un numero ristretto di imprese è riuscito a impiegare l’AI in modo efficace per stimolare la crescita aziendale. Il report mostra che, sebbene l’architettura dei dati e le infrastrutture tecnologiche siano componenti fondamentali, le organizzazioni che non pongono al centro le persone rischiano di perdere una grande opportunità.Nonostante i numerosi tentativi di implementazione, la maggior parte delle aziende non trae ancora vantaggio da casi d’uso trasformativi in grado di generare nuovi prodotti e servizi per i clienti. Gli strumenti di AI generativa rappresentano l’applicazione più diffusa tra gli intervistati. Tuttavia solo 4 leader su 10 dichiarano di usare insight basati sull’AI per migliorare il processo decisionale o stimolare la crescita. Solo un quinto afferma che l’obiettivo primario dell’AI è lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
I risultati positivi delle aziende ‘AI Pacesetters’
Tuttavia, il report evidenzia anche come una piccola percentuale di aziende, le cosiddette ‘AI Pacesetters’, stia utilizzando l’AI per favorire la crescita, intervenendo anche sulla preparazione dei dipendenti. Queste aziende, che stanno prendendo decisioni strategiche, vedono i benefici tra i propri dipendenti. Gli AI Pacesetters stanno affrontando tre barriere chiave che ostacolano l’adozione dell’AI, ottenendo anche risultati positivi nella:
- gestione del cambiamento. Gli AI Pacesetters sono 3 volte più propensi rispetto agli altri a dichiarare di aver attuato strategie di change management legate all’IA.
- Fiducia dei dipendenti nell’AI. Gli AI Pacesetters sono il 29% meno propensi a dirsi spaventati da un possibile impatto negativo dell’AI sull’engagement dei dipendenti
- Skill gap. Gli AI Pacesetters sono il 67% più propensi a concordare sul fatto che la loro organizzazione dispone di strumenti e processi necessari per inventariare le competenze dei dipendenti. Quattro su dieci, infatti, non segnalano alcuna sfida in termini di competenze.
È necessario anticipare gli impatti dell’AI sul business
Maryjo Charbonnier, Chief Human Resources Officer di Kyndryl
Preparare la forza lavoro all’era dell’AI è un compito urgente, difficile da realizzare ma essenziale per i leader aziendali. L’intero ecosistema di Kyndryl, di soluzioni e di cultura, è orientato al cambiamento continuo. Dobbiamo anticipare gli impatti dell’AI sul business, comprendere e integrare i dati sulle competenze con la domanda dei clienti e adottare approcci multipli. Questo per permettere alle persone di acquisire nuove skill e utilizzare efficacemente gli strumenti di AI generativa per il loro lavoro.
Quali benefici dal lavoro sinergico tra i leader in azienda
Rispetto a Cio e Cto, i Ceo si dichiarano molto più spesso ancora nelle fasi iniziali del percorso di adozione dell’IA, con una probabilità due volte e mezzo maggiore di affermare che la propria infrastruttura non è ancora pronta a supportarla. Ulteriori divergenze emergono anche nel modo in cui affrontano le sfide relative all’AI legate alla forza lavoro e nelle competenze che considerano prioritarie per avere successo. I Ceo tendono ad affidarsi maggiormente a talenti esterni, invece di investire nel reskilling interno.
Kim Basile, Chief Information Officer di Kyndryl
La buona notizia è che le aziende che riescono a coordinare efficacemente la leadership stanno già vedendo i benefici di questo lavoro sinergico. Non è un compito semplice, ma allineare le strategie tecnologiche agli obiettivi aziendali più ampi è la mossa principale per trarre pien