Dell: gli agenti portano l’AI sempre più verso l’edge

Il nuovo modello decentralizzato di AI riduce costi e infrastrutture, facilitando la democratizzazione dell’accesso alla tecnologia grazie anche alla crescente offerta di soluzioni verticali.

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Nel corso dell’ultima edizione del Technology World, Dell Technologies ha delineato con chiarezza l’evoluzione profonda che l’intelligenza artificiale (AI) sta attraversando, evidenziando un cambiamento non solo tecnologico, ma anche culturale e strategico. Come sottolineato da Frediano Lorenzin, Chief Technology Officer di Dell per l’Italia, oggi l’AI non è più percepita come una sperimentazione da valutare, ma come una leva imprescindibile per la competitività. “Fino a poco tempo fa – ha osservato – le aziende si chiedevano perché adottare l’AI; oggi la vera domanda è perché non farlo”. Un’inversione di prospettiva che segna il passaggio dall’esplorazione all’adozione concreta, rendendo l’intelligenza artificiale un elemento strutturale nelle agende digitali di imprese di ogni settore.

Dall’analisi all’implementazione

Dal punto di vista operativo, la focalizzazione è passata da una mera analisi delle potenzialità dell’AI a una concreta implementazione di casi d’uso, con un orientamento pragmatico verso l’integrazione nei processi di business. Parallelamente, si osserva una significativa evoluzione architetturale del paradigma AI: dalla centralizzazione sui grandi hyperscaler verso una distribuzione delle capacità computazionali attraverso l’edge computing. Come evidenziato da Lorenzin, la computazione si avvicina sempre più alla fonte dati e all’utente finale, trasformando dispositivi tradizionali quali laptop in nodi edge capaci di eseguire modelli inferenziali leggeri.

Un elemento chiave di questa trasformazione è la diffusione degli agenti intelligenti: sistemi autonomi e proattivi che operano in prossimità dell’utente, rappresentando un modello decentralizzato di AI. Questo paradigma riduce significativamente le barriere di ingresso in termini di costi e infrastrutture, facilitando la democratizzazione dell’accesso alla tecnologia grazie anche all’offerta crescente di soluzioni verticali as-a-service ottimizzate per specifici settori industriali.

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Il principio di data locality

In ambito infrastrutturale, si assiste a una revisione dei modelli dati tradizionali, superando approcci quali data warehouse, big data e data lake verso una strategia pragmatica che privilegia il principio di data locality. Questo approccio, supportato da iniziative come il progetto Data Lakehouse, sviluppato con in partnership con Starburst, consente interrogazioni federate e sicure senza necessità di replicare o spostare i dati, minimizzando latenza e rischi di sicurezza.

Le tre “S” identificate da Lorenzin – semplicità, sicurezza e sostenibilità – rappresentano i pilastri per una governance responsabile dell’AI. A titolo esemplificativo, il recente annuncio di Project Lightning introduce un file system parallelo con prestazioni raddoppiate nell’accesso ai dati, favorendo architetture semplificate e ottimizzate per analytics in real-time.

Velocizzare il go-to-market delle iniziative AI

Le soluzioni Dell puntano a rimuovere colli di bottiglia architetturali, accelerando i tempi di go-to-market delle iniziative AI e prevenendo le criticità di accesso e gestione dei dati tipiche delle pipeline di training. Lorenzin sottolinea come “la mancata scalabilità dei modelli sia spesso imputabile a infrastrutture inadeguate, con conseguenti costi elevati e performance limitate”.

Strategicamente, l’AI viene percepita non più solo come tecnologia abilitante ma come leva trasformativa che richiede integrazione organica con i processi core, governance strutturata e una visione responsabile a livello organizzativo.

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Scalabilità e modernizzazione

Nel passaggio da implementazioni su scala ridotta a deployment massivi, con utenti che possono variare da qualche migliaio a decine di migliaia, la coerenza e uniformità dell’architettura sottostante sono fondamentali. Lorenzin evidenzia come la semplicità progettuale e la componibilità siano elementi abilitanti per la scalabilità, evitando complessità customizzate.

Dell ha recentemente rafforzato la collaborazione con Red Hat, concretizzatasi nello sviluppo di una piattaforma basata su Red Hat OpenShift, dotata di automazioni integrate e use case preconfigurati, attraverso un centro di innovazione congiunto. Questo ecosistema consente di orchestrare ambienti cloud-native con supporto modulare a casi d’uso verticali specifici, agevolando le imprese nel percorso di modernizzazione applicativa.

Parallelamente, l’integrazione con cloud provider che offrono agenti AI preconfigurati consente alle aziende di accelerare l’adozione di AI senza necessariamente disporre di risorse interne altamente specializzate, grazie all’intermediazione di system integrator certificati e con competenze settoriali approfondite, anche a livello locale.

Sul fronte infrastrutturale, Dell sta investendo significativamente nell’offerta multicloud e automazione, con l’introduzione di Dell APEX Cloud Platform, un ambiente di gestione centralizzata per infrastrutture multicloud ibride. Questo nuovo paradigma vede Dell posizionarsi come fornitore di piattaforme di automazione piuttosto che semplice vendor di hardware, grazie a un portafoglio brevettuale e innovativo in ambito enterprise.

Disaggregated architecture e automazione orchestrata

Uno dei concetti architetturali cardine è la Disaggregated Architecture: un modello componibile che disaccoppia risorse di calcolo, networking e storage, consentendo una gestione dinamica e centralizzata tramite un orchestratore unificato. Tale approccio consente il deployment multi-piattaforma (attualmente VMware e Red Hat, con estensioni future per Nutanix) mantenendo granularità e controllo sull’infrastruttura sottostante.

Blueprint Link, tecnologia basata su linguaggi come Tosca, abilita il provisioning sicuro e automatizzato di stack AI complessi da una singola console, semplificando operazioni di installazione, configurazione e scalabilità con elevati standard di sicurezza.

Anche il modello di deployment è oggetto di innovazione: la selezione di blueprint per il provisioning automatico di cluster OpenShift automatizza tutti i passaggi tecnici, eliminando i ritardi dovuti a processi manuali o rigidità operative.

Dell promuove inoltre un modello on-premise-as-a-service, che integra i vantaggi del deployment locale con la flessibilità e modalità subscription tipiche del cloud, rispondendo così alle esigenze di compliance normativa, performance e sostenibilità economica.

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Governance, responsabilità e ruolo dei partner

La sicurezza e la responsabilità nei contesti cloud rimangono temi critici: il concetto di responsabilità condivisa è teoricamente valido, ma a livello giuridico l’azienda cliente rimane l’unico soggetto responsabile in caso di incidenti. Questo spinge molte realtà a preferire il mantenimento del controllo diretto su ambienti IT critici, soprattutto in settori regolamentati o con dati sensibili.

L’adozione di AI si estende ormai a tutti i livelli della catena del valore, con piattaforme come NVIDIA Omniverse che abilitano la virtualizzazione e simulazione completa dei processi industriali.

In questo contesto, la democratizzazione dell’accesso alle tecnologie AI coinvolge anche le PMI, grazie a soluzioni con casi d’uso circoscritti e specifici, abbattendo le barriere di ingresso tradizionali.

Il ruolo dei partner diventa strategico, non solo come estensione commerciale, ma come portatori di competenze settoriali verticali. Il partner è in grado di contestualizzare tecnologie trasversali per mercati diversificati, personalizzando le soluzioni e garantendo una copertura capillare, cruciale per un tessuto industriale frammentato come quello italiano.

L’onboarding avviene quindi su due livelli: una rete capillare di partner territoriali e la valorizzazione delle loro competenze specifiche per settori industriali, al fine di scalare soluzioni con un approccio tailor-made.