DataCore: soluzioni su misura per lo storage dei dati

Grazie all'approccio software defined, DataCore unifica lo storage multi-vendor, elimina i silo e abilita l'archiviazione a oggetti senza limiti strutturali.

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DataCore ha incontrato la stampa per illustrare la sua offerta di soluzioni per la virtualizzazione dello storage aziendale, proposte adatte a ogni architettura: on-prem, edge, cloud. Sono intervenuti Rémi Bargoing, VP Sales Italy, e Roberto Zaninello, Senior Solution Architect.

La crescita di DataCore

Nell’ultimo periodo DataCore è cresciuta molto: da gennaio di quest’anno l’azienda è raddoppiata sia in termini di persone sia di fatturato, è entrata in nuovi mercati e ha rafforzato la sua posizione in Italia, un Paese strategico per il marchio. DataCore, fondata nel 1998 e al 100% basata sul canale, è profittevole da 15 anni e il 99% delle sue entrate deriva da servizi forniti in abbonamento. La crescita dell’ARR (Annual Recurring Revenue) è del 15%.

Il brand è sostenuto dal fondo Insight Partners come azionista di minoranza, che dispone di fondi per 100 miliardi di dollari. Una disponibilità economica così solida è sfruttata da DataCore per compiere acquisizioni, in modo da completare il proprio portafoglio con un set completo di soluzioni. Il brand è presente in Italia nei settori manifatturiero, farmaceutico e medicale, pubblica amministrazione (per esempio nel Ministeri dell’Interno, del Made in Italy, dell’Economia) e finanza.

Dati senza limiti: flessibilità, sicurezza e performance

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Rémi Bargoing
In un mondo in cui la quantità di dati continua ad aumentare, è necessario offrire alle aziende soluzioni e strategie che non solo permettano di archiviare le informazioni, ma che garantiscano la sicurezza, l’immutabilità e la disponibilità di questi dati. Attualmente il 65% delle organizzazioni memorizza i dati on-prem, il 44% nel cloud pubblico, il 18% con gli MSP e CSP. Le imprese cercano una gestione semplificata, una riduzione dei costi, maggiori flessibilità e prestazioni, soluzioni a prova di futuro. Ben il 67% delle aziende preferisce infrastrutture potenziate dall’intelligenza artificiale.

Oggi esistono molte architetture per lo storage dei dati, differenti per essere sia all’interno dell’impresa, all’edge, nel cloud, sia gestite da un provider o dal reparto IT interno. Soprattutto nelle compagnie più grandi, sono implementate diverse architetture e questa situazione così eterogenea crea complessità e rende difficile l’evoluzione agile della struttura di archiviazione.

La soluzione di DataCore è in sostanza un layer software posizionato tra le applicazioni degli utenti e lo storage, di qualsiasi tipo esso sia. Questo layer semplifica le operazioni, rende più semplice e veloce la loro gestione, favorisce l’accesso da parte degli utenti finali. Grazie a DataCore è possibile aggiornare l’architettura di archiviazione aziendale senza interruzioni e senza essere legati a un brand di hardware, ottimizzare i processi, ridurre i costi, assicurare la continuità operativa, proteggere i dati dalle minacce informatiche e dai crash catastrofici.

L’offerta di DataCore è molto variegata e composita, capace di soddisfare le esigenze di imprese di dimensioni diverse e che operano in settori diversi. Questo catalogo così ampio è stato ottenuto anche grazie a una nutrita serie di acquisizioni, iniziata nel 2021 e tuttora in corso, che consente di aggiungere nuovi prodotti alla soluzione originale del marchio, SANsymphony per l’archiviazione a blocchi.

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Attualmente l’offerta di DataCore si suddivide in due macro settori: per l’IT e per il multimedia. Per l’IT sono presenti SANsymphony potenziato dal codice di StarWind Software (acquisita quest’anno) specializzato in virtual SAN e HCI (Hyper-Converged Infrastructure) per le PMI, Pixstor e Ngenea per il calcolo parallelo, Swarm per lo storage a oggetti, Puls8 per i container e i Kubernetes.

Per il multimedia troviamo AI+, Vision, i già citati Pixstor e Ngenea per lo storage Tier 0 e 1, Swarm e Object Matrix per la gestione a oggetti degli archivi, anche nearline, ovvero un compromesso tra architetture online e offline.

Questi prodotti consentono a DataCore di offrire soluzioni per la business continuity e il disaster recovery, l’HCI, la protezione dei dati, lo storage virtualizzato e basato su container. Più di recente si sono aggiunti la cybersecurity, la sicurezza all’edge, l’archiviazione potenziata dall’intelligenza artificiale.

L’importanza della virtualizzazione e degli oggetti per lo storage

Nelle aziende, soprattutto le più grandi, lo storage è composto da macchine di vendor differenti, che in molti casi non si parlano. Questa situazione peggiora quando è necessario aggiungere spazio di archiviazione, perché si sceglie il prodotto più conveniente, a discapito della compatibilità con l’installato. Si crea quindi una struttura composta da tanti silo, che rendono impossibile sia un consolidamento sia lo sfruttamento di tutto lo spazio disponibile.

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Roberto Zaninello
Con la soluzione software di DataCore è invece possibile mettere a fattor comune tutti gli apparati hardware, unificare lo spazio di archiviazione e sfruttarlo al 100%. Il nostro software defined storage permette di disaccoppiare il dato dal disco fisico. Questo disaccoppiamento è importante perché così l’informazione può essere spostata e gestita liberamente (per business continuity, data protection, cyber resilience, per esempio). È uno dei vantaggi più importanti della virtualizzazione.

Importante è anche la gestione delle informazioni come oggetti, non più come file. Perché un sistema basato su questi ultimi comporta automaticamente diversi problemi, come per esempio una scalabilità limitata. Una volta raggiunta la dimensione massima definita dalla formattazione fatta con un determinato file system, infatti, non è possibile crescere oltre. Uno storage a oggetti non è sottoposto a questo limite, perché non ha alcun tipo di formattazione. L’organizzazione gerarchica in cartelle e sottocartelle dei file system è un altro problema, perché esiste un numero massimo di nidificazioni, definito dalla lunghezza massima dell’indirizzo del dato. La gestione a oggetti delle informazioni non ha questo limite, perché non c’è alcuna nidificazione, i dati sono solo indicizzati per essere facilmente rintracciabili.