
Organizzata dal Consorzio Italia Cloud, il 14 maggio a Roma si è svolta la prima Conferenza Nazionale sul cloud Italiano con la partecipazione di aziende, politici, stakeholder strategici. Il Consorzio Italia Cloud è l’organismo che raggruppa le società italiane attive nella filiera del cloud computing, tra queste ISV, MSP, System Integrator, Software House e telco.
Collaborare per affrontare le sfide future
Intitolato ‘I dati tra le nuvole’, l’evento riguardava come costruire un ecosistema nazionale coeso. Un sistema capace di valorizzare le competenze, promuovere indipendenza e sovranità digitale e rafforzare la competitività del Paese. Lo stimolo dell’incontro è la convinzione, radicata nella missione stessa del Consorzio, che serva una cooperazione strutturata tra politica, industria, accademia e centri R&D per affrontare le sfide geopolitiche, tecnologiche e di mercato. E che, oggi più che mai, innovazione e interesse nazionale possano e debbano camminare insieme.
Una lettera aperta al Governo e al Parlamento
Nell’intervento di apertura il Presidente del Consorzio e Amministratore Delegato di Netalia Michele Zunino ha ribadito istanze e obiettivi dell’azione di promozione del cloud nazionale portati avanti dal Consorzio. Le conclusioni sono riassunte nella lettera aperta inviata contestualmente alla Presidente del Consiglio dei ministri Meloni, ai Ministri Bernini, Urso, Zangrillo, al Sottosegretario Butti e a tutto il Parlamento.
Gli interessi nazionali passano anche dal cloud italiano
Michele Zunino, Presidente del Consorzio e Amministratore Delegato di Netalia
Chi controlla il cloud riesce a controllare i mercati, le persone e le stesse istituzioni. Sul cloud si riversano tutte o quasi le attività di rete e le azioni industriali e produttive delle filiere dell’innovazione. Se il controllo del cloud rimane nelle mani di soggetti esteri, il Paese vede minati i propri interessi nazionali.Zunino ha ricordato come il cloud sia una sezione chiave nello sviluppo digitale. Ma anche un settore nel quale, in assenza di nuove direttrici da parte del Governo, l’Italia rischia di trovarsi in deficit di asset, di competenze e di iniziative d’impresa nazionali. Elementi che ostacolano la crescita del Paese in quel contesto di indipendenza e sovranità nazionale auspicato.
Le sfide future per il nostro Paese
L’attuale fase di de-globalizzazione con le crescenti tensioni internazionali e l’allargamento di conflitti regionali in ogni parte del mondo confermano che le tecnologie digitali e il controllo dei dati rappresentano aree cruciali di scontro. Le tecnologie digitali più in vista (l’AI, la robotica, i controlli da remoto, l’elaborazione e la valorizzazione dei flussi di dati), sono tutte operazioni che vengono gestite nel cloud.
Manca una politica nazionale per valorizzare competenze e aziende
Oggi in Italia si registrano entusiasmi a proposito di ingenti investimenti da parte di multinazionali su data center che non porteranno al Paese alcun potere territoriale di controllo (funzioni cloud gestite con sistemi che operano da remoto). Né risorse reali (la messa in opera è frutto di transazioni estero su estero), né occupazione o competenze (risiedono tutte nei centri di controllo basati all’estero). Nel frattempo, decine e decine di PMI italiane che operano nel cloud, con software vendor e system integrator locali, agiscono in solitudine, senza una politica nazionale che valorizzi le risorse imprenditoriali e le competenze nazionali.
La necessità di inversione di tendenza nel comparto del cloud italiano
Michele Zunino
Il Consorzio Italia Cloud vuole lanciare una chiamata a raccolta. Temiamo che il persistere di questa situazione possa portare a un definitivo depauperamento delle nostre capacità a livello nazionale di innovazione. E rischia di consegnare, in molto meno di un decennio, i destini del Paese nelle mani di poche multinazionali. Si può ancora agire per una inversione di tendenza. Il contesto internazionale attuale, fondato anche su una accentuazione del ruolo degli Stati nazionali in seno alla UE, ci aiuta a definire e gestire scelte anche in controtendenza rispetto al recente passato. Ma non c’è più molto tempo.