La pubblicità senza cookie e la decisione di Google

Ma i cookie non torneranno. Infatti c’è un’accelerazione verso ambienti nei quali non sono mai stati un'opzione.

cookie policy

Quantcast commenta la decisione di Google che, per ora, manterrà i cookie di terze parti su Chrome posticipando lo sviluppo di alternative. Una notizia che ha conquistato ancora una volta le prime pagine dei giornali secondo uno schema oramai ricorrente. È sembrato quasi un deja vù. La verità, però, è che la pubblicità senza cookie non è un futuro lontano, ma una realtà già collaudata e di successo. E gli inserzionisti non devono lasciarsi fuorviare da questo ulteriore ritardo di Google. I cookie non torneranno, al contrario si sta accelerando verso ambienti in cui essi non sono mai stati un’opzione.

I numeri svelano la realtà

La rilevanza dei cookie di terze parti è in continuo declino. Lo raccontano i dati di settore più recenti provenienti da IAB Tech Lab, dalle proiezioni di eMarketer e dalle analisi interne di Quantcast:

  • Nel 2025 i consumatori trascorreranno meno del 25% del loro tempo digitale all’interno di un browser tradizionale;
  • solo il 60% di questo tempo sarà su browser che supporta ancora cookie di terze parti.

Ciò significa che i cookie sono importanti solo per circa il 15% del tempo totale speso dalle persone online. La maggior parte dei consumatori navigherà, dunque, in ambienti cookieless come CTV, podcast, app per mobile, gaming e digital OOH. Canali che stanno crescendo rapidamente e che si basano su infrastrutture e strategie completamente diverse per targeting, misurazione e personalizzazione.

Per Quantcast la pubblicità senza cookie è già arrivata

Il 72% dell’attività di Quantcast a livello globale è già senza cookie secondo un’impostazione predefinita. L’azienda ha centinaia di casi di studio in diversi settori e Paesi che dimostrano prestazioni migliori senza cookie di terze parti. Le soluzioni cookieless utilizzate non si limitano a resistere al caos, ma prosperano e hanno un impatto misurabile. Non si tratta di una teoria astratta, ma di un fenomeno che si verifica nel mondo reale.

Perché gli inserzionisti non dovrebbero invertire la rotta come Google

I cookie continueranno a diminuire. I consumatori si stanno spostando più rapidamente verso ambienti basati su app e streaming, dove i cookie non sono mai esistiti. Intanto, la regolamentazione diventa sempre più severa. Basti pensare quanto i quadri normativi sulla privacy – GDPR, CCPA e altri –, si siano inaspriti rendendo l’affidamento ai cookie rischioso e insostenibile. Nel frattempo l’innovazione avanza e i marketer più lungimiranti costruiscono strategie persistenti e orientate alla privacy per vincere in un mondo carente di segnali. Insomma, nel 2025 puntare ancora sui cookie di terze parti è come intensificare la produzione di DVD quando il mondo è già passato allo streaming!

La pubblicità senza cookie invita le aziende a guardare avanti

Quantcast è già all’opera con alcuni clienti per sviluppare rapidamente architetture che eliminino completamente la necessità di un pixel sui siti web degli inserzionisti attraverso un approccio di conversion API. I primi risultati delle campagne pilota sono molto incoraggianti, con metriche di performance in grado di eguagliare e persino superare le soluzioni tradizionali basate sui pixel. Con l’aumento dell’adozione e l’ottimizzazione, le API di conversione consentiranno ai marchi di ottenere prestazioni, privacy e flessibilità ancora maggiori.

Reach omnicanale

Che un cliente veda un annuncio in tv, lo senta in un podcast, interagisca con un gioco mobile o passi davanti a un cartellone pubblicitario digitale, Quantcast consente ai marchi di erogare la pubblicità su ogni canale. Inoltre permette di fornire prestazioni misurabili ovunque l’audience venga coinvolta. Il successo pubblicitario non inizia o non finisce più con il browser web e Quantcast sta costruendo la piattaforma per la pubblicità nell’intero internet aperto.