“Negli ultimi anni, il settore dei data center in Italia ha registrato trasformazioni significative, dettate da tre fattori chiave: la crescita del mercato, l’evoluzione tecnologica e le novità normative”. Con queste parole, Sherif Rizkalla Presidente dell’IDA (Italian Data Center Association) ha dato il via a Forward 25, la seconda edizione dell’appuntamento di riferimento per aziende e professionisti del settore dei data center in Italia che ha coinvolto circa trecento partecipanti.
I fattori chiave
Il primo di tali fattori riguarda la sorprendente espansione del mercato, con una crescita globale del 16% nel 2024. “In Italia, gli investimenti previsti per i prossimi tre anni ammontano a 15 miliardi di euro, superando di gran lunga le stime precedenti che prevedevano circa 8 miliardi. Questa revisione al rialzo riflette la crescente domanda di infrastrutture digitali nel nostro Paese e il ruolo centrale dell’Italia nella trasformazione digitale europea”.
Il secondo fattore è rappresentato dall’impatto delle nuove tecnologie, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale (IA). L’arrivo di applicazioni di IA generativa ha trasformato il disegno e la gestione dei data center. “L’introduzione di tecnologie di raffreddamento avanzate e l’adozione di soluzioni scalabili per gestire carichi computazionali massicci stanno ridisegnando il panorama del settore”, ha dichiarato Rizkalla. Questo cambiamento richiede una revisione completa delle strategie di localizzazione, approvvigionamento energetico e sostenibilità, nonché l’adozione di nuovi modelli operativi.
Il terzo fattore critico è lo scenario normativo, che si è evoluto rapidamente con l’introduzione di nuove linee guida europee e nazionali. La Direttiva sull’Efficienza Energetica e le normative regionali, come quelle della Regione Lombardia e della Città Metropolitana di Milano, hanno imposto nuovi standard per la progettazione e l’operatività dei data center. “Questi cambiamenti normativi rappresentano una sfida, ma anche un’opportunità per creare un contesto favorevole agli investimenti e all’innovazione”, ha commentato Rizkalla.
Analizzando tali dinamiche, appare chiaro che il settore stia affrontando una “tempesta perfetta” di cambiamenti, ma al contempo si presentano opportunità uniche per ridisegnare il percorso strategico. L’Italia mira a posizionarsi come hub europeo per i data center, sfruttando la propria posizione geografica e promuovendo un ecosistema normativo e infrastrutturale competitivo. “Il nostro obiettivo – ha affermato Rizkalla – è di creare un quadro normativo attrattivo e propedeutico per gli investimenti, garantendo al contempo sicurezza energetica e sviluppo delle competenze locali”.
Una strategia su tre punti
Per realizzare questa visione, il presidente dell’IDA ha identificato tre pilastri fondamentali: normativa, energia e talenti. Sul fronte normativo, l’obiettivo è definire regole chiare e stabili che offrano certezze agli investitori e agli operatori. “Un quadro normativo ben definito – ha sottolineato Rizkalla – è essenziale per assicurare che i progetti vengano realizzati nei tempi e nei costi previsti, senza ambiguità o ritardi”.
Per quanto riguarda l’energia, è cruciale lavorare con i produttori e distributori per garantire un approvvigionamento stabile e competitivo. Bisogna evitare crisi energetiche che potrebbero compromettere la crescita del settore e assicurare che i costi energetici siano competitivi rispetto agli altri Paesi europei.
Infine, il tema dei talenti è centrale per sostenere lo sviluppo del settore. Collaborazioni con università e istituti tecnici sono fondamentali per formare ingegneri, tecnici e architetti specializzati. In tal senso, Forward 25 ha offerto l’occasione per illustrare i progetti realizzati nel 2024 dai Gruppi di Lavoro di IDA: dal successo dell’Open Day Data Center per le Scuole ai seminari tematici per i professionisti, fino al Proptech Day, che ha consolidato la sinergia dell’Associazione con il Politecnico di Milano.
“Nonostante la complessità di queste sfide, l’Italia ha l’opportunità di imparare dagli errori di altri Paesi, bilanciando in modo efficace i tre pilastri – ha sostenuto Rizkalla –. Alcuni Paesi hanno privilegiato l’energia rispetto alla normativa o viceversa, con conseguenze che hanno rallentato lo sviluppo del settore. L’Italia deve evitare questi squilibri e lavorare in modo integrato su tutti i fronti”.
I risultati ottenuti nel 2024 dimostrano che l’Italia sta già facendo progressi significativi. Con 250 associati, partnership strategiche con sei associazioni europee e la pubblicazione di undici white paper tecnici, IDA rappresenta un punto di riferimento per il settore. “Abbiamo raggiunto risultati straordinari, ma il nostro lavoro è appena iniziato. Il 2025 sarà un anno cruciale per consolidare queste conquiste e portare il settore a nuovi livelli di eccellenza”, ha concluso Rizkalla. In tal senso, è stata proposta un’anteprima delle iniziative per il 2025: dal Data Center Talent Scholarship al Roadshow per le Scuole fino ai Learning Lab e alla Milan Run Challenge.
Il ruolo dell’energia nucleare
Lo sviluppo inarrestabile dell’intelligenza artificiale e dell’high performance computing sono fra i fattori alla base di un’economia sempre più energivora. Un nuovo impulso alla decarbonizzazione dovrebbe arrivare dalla ricerca tecnologica su fusione e fissione nucleare promossa dal nostro Governo e dallo sviluppo allo studio di mini-reattori. Lo conferma l’ultimo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) il quale riporta che la convenienza energetica ed economica derivante da una quota di energia di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle altre fonti rinnovabili, potrebbe portare a circa 8 GW di potenza installata al 2050 (11% della produzione nazionale).
“Questo obiettivo è ambizioso ma realizzabile, a condizione che si costruisca un quadro normativo chiaro e che si ricostruisca la fiducia della popolazione” ha evidenziato Alessandro Dodaro, Direttore Dipartimento Nucleare ENEA”. Studi recenti hanno dimostrato che un mix energetico bilanciato, che combina rinnovabili, nucleare e gas con cattura di CO2, può garantire l’autonomia energetica senza sovraccaricare i sistemi di accumulo. “Questa combinazione – ha aggiunto Dodaro – consente di soddisfare il fabbisogno energetico nazionale senza eccedere nella capacità installata, riducendo i costi e garantendo stabilità”.
La produzione e l’utilizzo di energia rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE, che mira a raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050. “Ecco perché il mix energetico ideale dovrebbe tendere nel più breve tempo possibile a una produzione di energia da fonte rinnovabile superiore al 50% del fabbisogno nazionale, con un netto aumento rispetto all’attuale 30%, in linea con gli obiettivi del Green Deal per la transizione energetica pulita. L’Italia ha dunque l’opportunità di tornare protagonista nel panorama energetico globale, adottando strategie integrate e innovative”.
Data center, un volano per l’occupazione
Fra i più convinti sostenitori di 𝗜𝗗𝗔 per la promozione e sviluppo dei Data center a livello nazionale e lombardo c’è anche Attilio Fontana, il Presidente della Regione Lombardia, che ha partecipato all’evento con un videomessaggio all’interno del quale ha dichiarato: “Il settore dei Data center è un volano per l’occupazione e per l’economia, sia nazionale sia lombarda, e per questo la nostra Regione è stata fra le capofila in Italia nell’approvazione delle linee guida per fornire alle amministrazioni locali gli strumenti per gestire al meglio le richieste degli operatori economici, dando priorità al recupero dei siti inattivi o da rigenerare. In Italia, gli investimenti nel comparto raggiungeranno i 7,8 miliardi entro il 2028, con un potente effetto moltiplicatore per l’economia ed effetti importanti anche per il miglioramento dell’assistenza sanitaria e dell’integrazione fra pubblico e privato nella gestione dei pazienti”.