QNAP e Western Digital hanno mostrato a partner e clienti le proprie soluzioni avanzate per lo storage audio video, l’editing e la condivisione rapida.
Scopo dell’incontro, che ha visto la partecipazione di Alvise Sinigaglia, country manager di QNAP, e di Davide Vento, Senior Sales manager di Western Digital, era prima di tutto creare consapevolezza sui temi della memorizzazione.
Soluzione e non prodotto è un punto focale: QNAP dal 2018 produce anche apparati di rete, venendo a creare di fatto un ecosistema di storage pensato per garantire le massime prestazioni e la massima sicurezza dei trasferimenti di dati; inoltre, da 13 anni collabora con Western Digital, uno dei maggiori produttori mondiali di dischi, per garantire la massima compatibilità fra i suoi dispositivi NAS e i dischi di WD.
Davide Vento
Abbiamo un ampio portfolio di prodotti storage, partiamo dai chip NAND e arriviamo a storage assemblati da 2 PetaByte per i dischi meccanici o 384 Tbyte per gli SSD. A monte di tutto ci deve essere la sicurezza del singolo prodotto, ma ciò non vuol dire “liberi tutti, non facciamo il backup”, perché il failure rate dello 0% non esiste. Il guasto generato da fattori esterni o errore umano non è prevedibile e tantomeno è uguale a zero. Per i prodotti Western Digital cerchiamo di offrire la massima sicurezza già dalle fabbriche, con test random sui prodotti consumer e full test su tutti i prodotti enterprise”.
L’altro aspetto del problema sicurezza, dicevamo, è quello della cybersecurity. In Italia poi siamo particolarmente esposti, perché nel 2023, per il terzo anno consecutivo, siamo stati il Paese europeo più colpito. E quarti nel mondo.
Eppure, molte aziende non sembrano preoccupate di questo. “Abbiamo un piccolo studio foto video, siamo due soci e facciamo matrimoni e cerimonie, che me ne faccio di una soluzione di memorizzazione? Il problema non mi tocca” ci è stato detto.
Casi di integrazione
Per un’azienda piccola, e in Italia l’80% delle aziende ricade nella categoria “PMI”, effettivamente non serve un’infrastruttura particolarmente complessa. Ma la necessità di archiviare i dati, di lavorarli, di sfruttarli non cambia. Cambia il numero di lavori trattati, il numero di persone coinvolte, ma i problemi sono gli stessi, come le lavorazioni da fare. Qui ci vuole un backup. Lo facciamo tutti, ma siamo sicuri di farlo bene?
Alvise Sinigaglia
QNAP è da anni che predica la regola del 3-2-1 (tre copie, su due tipi di media diversi, una delle quali in una diversa location). Tutti pensano che basti avere un NAS di backup e se ne dimenticano per i prossimi 10 anni, fino a quando un alert si accende e dice che si è perso tutto. Questa non è strategia di backup, è follia. Ma credetemi, ci sono molte realtà dove ragionano così. Dobbiamo cambiare mentalità noi utilizzatori per primi.
A fronte di sistemi di backup differenziati fra operativi e d’archivio, scegliere il media giusto per il salvataggio dei dati diventa importante. Qualche consiglio?
Davide Vento
Per il backup direi che bisogna rivolgersi a soluzioni professionali ibride quali NAS, JBOD/JBOF e Cloud. Come supporto di per sé dipende dalla singola applicazione del cliente. Io faccio spesso l’esempio della telemetria in gara automobilistiche o motociclistiche. La telemetria in real time viene salvata su sistemi full flash (SSD), poi l’analisi post test/gara viene salvata su HDD perché in quel caso non è più necessaria la velocità in real time. Poi bisogna fare i conti con il “desiderata” come performance e il budget a disposizione.
Società di produzione audio video
Parliamo di realtà che gestiscono eventi aziendali o sportivi da registrare e contemporaneamente trasmettere in streaming in real-time, tutto on location.
Viene usato un PC principale su cui gira OBS come software di streaming e registrazione e a cui fanno capo tutte le fonti audio/video/foto. Un secondo PC crea grafiche in tempo reale a partire dai dati memorizzati sul NAS.
Un Nas di piccole dimensioni ad alta capacità, collegato in Thunderbolt e basato su dischi SSD, può registrare lo stream in uscita e tutti gli ingressi video connessi al primo PC, e può fornire al secondo PC lo spazio disco da dove caricare le presentazioni e le varie grafiche.
Studio di produzione audio video per doppiaggi
Uno studio di postproduzione audio può avere una o più sale, ciascuna equipaggiata con il suo mixer, il computer con il DAW, l’impianto di riproduzione audio video e i microfoni per la registrazione dell’audio.
Un Nas ad alta capacità dotato anche di moduli SSD può fare da repository centralizzato per tutte le sale di doppiaggio. E può contenere decine di ore di progetti audio video in risoluzione 4K, cosa richiesta soprattutto quando si tratta di doppiare/sonorizzare serie televisive con stagioni di svariate puntate.
Agenzia di ENG (Electronic News Gathering)
Un’agenzia di notizie indipendente oggi lavora prevalentemente con giornalisti dislocati sul territorio e attrezzati con videocamere prosumer. I video possono essere inviati dai giornalisti a un repository centrale dell’agenzia, rappresentato da un NAS accessibile da Internet e dotato di ampia capacità di archiviazione; inoltre, il NAS deve disporre di moduli SSD per consentire un rapido editing e confezionamento dei servizi giornalistici. Infine, il NAS deve essere dotato di funzionalità WORM che consentano di garantire l’autenticità del girato originale, ovvero la mancanza di interventi, per esempio tramite applicazioni IA usate per costruire deep fake.
Studio Fotografico Associato
Una struttura dotata di due o più sale posa, e di svariati computer (generalmente Mac) per la postproduzione fotografica (editing/fotoritocco), nonché per la classificazione e archiviazione degli scatti. La struttura vende servizi fotografici, noleggia sale posa e foto editor e fa anche da agenzia di Stock Photography, grazie al suo archivio. Il software è principalmente costituito dalla suite Adobe Creative in cloud. Un NAS centrale può ricevere le foto scattate in tempo reale dai vari studi, ciascuno equipaggiato con una o più fotocamere connesse (wireless o via cavo) al computer in dotazione alla sala posa, a sua volta collegato al NAS da una rete Ethernet veloce.
I sistemi di fotoritocco possono essere connessi al NAS via Thunderbolt, mentre quelli per la classificazione e archiviazione, nonché per il retrieval e servizi di agenzia di Stock possono contare su connessione Ethernet ad alta velocità (da 2,5Gb in su). È utile disporre di funzioni WORM per assicurare l’immutabilità delle foto d’archivio.
Tre considerazioni
Durante l’incontro, sono emerse tre considerazioni.
Prima di tutto, l’importanza di pensare in termini di soluzione e non di singoli prodotti. Realizzare un’architettura di storage richiede di verificare la compatibilità dei vari componenti, hardware e software, dai dischi fissi al sistema di networking al programma di backup.
Secondo, l’importanza di ricorrere all’esperienza di consulenti esperti, che ben conoscono le caratteristiche delle varie componenti e sanno come farle lavorare insieme al meglio.
E terzo, l’importanza di mettere al sicuro tutti i propri dati, per garantirne la conservazione e la riproduzione in futuro.