Quando si parla di spazio per i dati, la maggior parte degli utenti conviene sul fatto che “non basta mai”; l’unità SSD WD Blue SN570 NVMe M.2 2280 può potenziare PC e notebook.
I dati sono oggi fondamentali per qualsiasi impresa e il tasso di crescita dei documenti e degli stream di informazioni è in crescita costante. Sensoristica, AI, IoT, videosorveglianza, ML e blockchain sono solo alcuni dei settori che fanno ampio uso di dati per generare informazioni utili per il business e la società. IDC stima un raddoppio del tasso di generazione dei dati entro il 2026.
La gestione delle informazioni e dei software installati richiede sempre più spazio. La capacità media dello storage di postazioni desktop e laptop sta aumentando nel tempo, per favorire l’archiviazione dei documenti e per assecondare le richieste degli utenti. Non solo i programmi di uso comune, ma anche i sistemi operativi e le librerie di lavoro crescono in dimensioni, anno dopo anno. Sebbene lo storage esterno, i NAS e il cloud possano sopperire a esigenze di archiviazione di lungo periodo o di backup, la disponibilità di un archivio locale, interno al proprio PC, è spesso preferibile.
L’upgrade verso applicativi e OS più potenti e completi comporta la disponibilità di una piattaforma hardware robusta e sufficientemente capiente. Oltre a CPU e RAM è richiesto uno spazio addizionale per i file di sistema, gli aggiornamenti e tutte le componenti essenziali per consentire un’esecuzione fluida.
Si tratta di una situazione ben chiara agli utenti business e a chi lavora nel segmento imaging o si occupa di gestione audio/video. In questo caso, i software di grafica, editing e i videogiochi più pesanti possono consumare decine di Gigabyte sul disco primario o su una memoria interna del PC. Qualsiasi componente aggiuntivo e le registrazioni degli stream per la pubblicazione online occupano svariati GByte e costituiscono un problema per l’esecuzione fluida di Windows e dei programmi installati.
Una carenza di spazio può portare a una netta riduzione delle prestazioni del sistema operativo, nonché a potenziali blocchi o errori di avvio/esecuzione.
Da HDD a SSD
Gli ultimi 10 anni hanno visto una costante crescita di interesse da parte di utenti e imprese verso i cosiddetti storage Solid State Drive (SSD). Nel tempo gli SSD hanno guadagnato una fetta importante del mercato, dal segmento consumer a quello professionale ed enterprise. Oggi, buona parte delle configurazioni notebook e desktop includono una unità a stato solido come dispositivo di boot del sistema operativo.
Motherboard recenti dispongono facilmente di uno o due slot M.2.
Il taglio più utilizzato per le configurazioni entry-level è quello da 240 – 256 GByte, mentre i modelli con capacità di 500 – 512 GByte costituiscono la soluzione tipica per configurazioni mainstream. Workstation e postazioni gaming possono facilmente essere acquistate con capacità di 1 TByte in formato SSD Serial Ata o NVMe M.2.
Gli hard disk meccanici non sono però stati dimenticati e costituiscono una valida scelta per configurazione dual drive, come seconda unità ad alta capacità per l’archiviazione di dati e la gestione di grosse moli di informazioni. Al momento attuale, il processo di aggiornamento del disco primario da hard disk magnetici e storage SSD costituisce un trend importante per gli utenti che desiderano potenziare il proprio PC, aumentando capacità e prestazioni.
Potenziare la propria postazione
Desktop e notebook più recenti di 5 – 6 anni beneficiano di almeno uno slot M.2 integrato sulla motherboard e possono consentire l’aggiornamento di unità in formato 2280. Per questi sistemi “relativamente giovani”, il passaggio a un SSD NVMe in sostituzione di quello presente di serie può essere fatto per guadagnare capacità e migliorare le prestazioni di accesso (in misura variabile in funzione della revisione PCIe a disposizione).
Il notebook in evidenza offre uno slot M.2 e uno Serial Ata. Il primo è certamente preferibile perché offre performance superiori. In alcune configurazioni il canale seriale è occupato da unità meccaniche ad alta capacità, affidabili e con un vantaggioso costo-per-GByte.
Un centro assistenza o un utente con buone competenze sono in grado di realizzare l’attività in poco tempo. La sostituzione fisica del dispositivo richiede l’accesso alla scheda madre, un passaggio solitamente facile nelle configurazioni desktop. Su laptop, questa procedura potrebbe richiedere più tempo e maggior accortezza.
Per non perdere i dati contenuti nell’unità originale si consiglia di adottare soluzioni per la clonazione delle partizioni o per la generazione di immagini disco. Questa attività non sarà invece necessaria se desideriamo aggiungere un secondo drive M.2, qualora il notebook in uso disponga di uno slot libero. Il nuovo SSD sarà infatti riconosciuto automaticamente dal sistema e sarà pronto all’uso subito dopo la formattazione.
Aggiornare workstation e configurazioni desktop
Come anticipato, l’aggiornamento di un PC desktop è solitamente più facile, dato che i componenti sono, nella maggior parte dei casi, rapidamente accessibili.
Le motherboard più recenti dispongono di almeno uno slot M.2, ma il numero può facilmente salire a due o più in base alla tipologia di scheda. I componenti per workstation o gaming dispongono solitamente di più slot per unità storage ad alte prestazioni e mettono a disposizione opportuni sistemi di ritenzione e radiatori dedicati.
Se la vostra motherboard non dispone di slot M.2, esistono schede PCI Express che permettono di espandere la capacità del proprio desktop al costo di pochissime decine di euro.
Per i sistemi privi di canali M.2 di serie è possibile adottare schede e adattatori per slot PCI Express. Parliamo di board pensate per ospitare uno o più elementi NVMe e capaci di renderle disponibili per l’accesso da parte del sistema operativo. In alcuni casi, queste schede offrono possibilità di aggregazione RAID, per ottenere maggiori performance o migliorare la resilienza dei dati in caso di danneggiamento di una unità installata.
Si tratta di un’interessante opportunità che permette di usare prodotti come l’unità SSD WD Blue SN570 NVMe in configurazioni PC non proprio recenti, beneficiando delle superiori prestazioni senza dover sostituire l’intero computer. Adottando queste schede addizionali, nella maggior parte delle configurazioni hardware con qualche anno sulle spalle non sarà però possibile usare i nuovi drive M.2 come unità di boot ma solo come partizioni secondarie.
Perché aggiornare
Come sempre in ambito IT, l’aggiornamento delle periferiche e delle componenti comporta un importante balzo in avanti sotto molti aspetti. Se, infatti, fino a qualche anno fa gli storage M.2 erano particolarmente costosi o limitati come capacità, oggi le cose sono cambiate.
Le unità SSD M.2 WD Blue SN570 sono costruite su misura per le esigenze delle configurazioni business e home e possono costituire un vantaggioso upgrade per ogni tipo di hardware relativamente recente. Il processo di aggiornamento è possibile con un esborso limitato.
Il passaggio a capacità storage superiori consente di installare programmi senza particolari limitazioni e riduce la preoccupazione per l’archiviazione di documenti personali e di lavoro. Non solo, l’adozione di una tecnologia più recente consente di sfruttare appieno le capacità del bus PCI Express 3.0 o 4.0 a disposizione, ottenendo un effettivo incremento in termini di velocità di lettura e scrittura e accesso casuale.