Raffaele Pullo, Vice President CTO & Distinguished Engineer, Kyndryl Italia, ci spiega come l’Intelligent Automation trasformerà le operation.
Quando i robot sono apparsi per la prima volta nelle fabbriche hanno da subito destato diversi timori, alimentando la cosiddetta “ansia da automazione”. Le paure erano dirette in primis alla linea di produzione: le aziende si chiedevano infatti in che modo questa tecnologia avrebbe modificato il business, il lavoro e, di conseguenza, la vita delle persone.
In realtà, i robot si sono rivelati un vero e proprio aiuto in grado di rendere più fluida e veloce la produzione e ridurre i rischi sia per i dipendenti che per i datori di lavoro, tanto da diventare parte integrante delle operation.
Ogni grande rivoluzione rompe consolidati equilibri, e quella digitale non è da meno. I timori e le preoccupazioni di ieri permangono tutt’oggi, riversandosi ora sull’intelligenza artificiale. È in corso una trasformazione lenta e costante che vede nell’AI e nell’automazione la chiave per liberare il potenziale di quelle operation “nascoste” che stanno alla base dei processi di business.
Insieme, AI e automazione stanno definendo una nuova era
Per anni, l’automazione ha aumentato la produttività del lavoro di back-office, risparmiando ai professionisti compiti noiosi e ripetitivi. Ora, l’Intelligenza Artificiale può continuare a semplificare i processi aziendali e la vita dei lavoratori, definendo una nuova era: oltre a supportare i professionisti nei loro compiti quotidiani, sta coinvolgendo più ad ampio spettro anche la sicurezza operativa e la produttività.
Questa combinazione di tecnologie è chiamata “Intelligent Automation” e può applicarsi ai settori più diversi: il valore che apporta alle aziende consente, per esempio, di prevedere i problemi nelle linee di produzione prima che si verifichino, di integrare la manutenzione preventiva nei dispositivi che alimentano una rete telco o di aiutare i retailer ad aprire più rapidamente le proprie sedi, consentendo una distribuzione più efficace dei loro sistemi e servizi.
È esattamente nelle capacità predittive che risiede il vero valore dell’Intelligent Automation. Basti pensare a operazioni di business mission-critical, supportate da processi fortemente digitali, che richiedono un livello di disponibilità dei sistemi quasi assoluto. Garantire una continuità operativa del 99,99% significa che, in un anno, il massimo dell’indisponibilità non deve superare i 55 minuti. Alzando il valore a 99,999%, il massimo di downtime scende a 4 o 5 minuti. È di fronte a questi numeri che risulta chiaro come l’automazione, da sola, non sia sufficiente per risolvere eventuali incidenti, la cui risoluzione eroderebbe in ogni caso minuti preziosi. La vera svolta è l’implementazione di tecniche di AI in grado di scatenare automazioni di fixing “preventivo”, evitando che questi incidenti avvengano.
AI e automazione
Ne deriva che, oggi come non mai, AI e automazione sono fondamentali e interconnesse: le aziende stanno ancora subendo gli effetti della pandemia e, soprattutto nell’attuale clima di incertezza economica, per garantire i migliori livelli di servizio è determinante intraprendere un percorso di trasformazione digitale efficace.
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, nonostante il difficile contesto internazionale, il settore dell’intelligenza artificiale è cresciuto nel 2022. In Italia, il mercato dell’AI ha raggiunto 500 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 32% in un solo anno, di cui il 73% commissionato da imprese italiane e il 27% da export di progetti. Oggi, il 62% delle grandi imprese italiane ha già avviato un progetto di AI e tra queste, il 42% ne ha più di uno operativo. Tra le PMI, invece, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato. Nonostante questi dati positivi, tuttavia, la gran parte degli utenti deve ancora sperimentare le reali potenzialità dell’intelligenza artificiale.
In tale contesto, l’Intelligent Automation sta producendo valore, portando ad abbandonare processi isolati a favore di operation più integrate e agili che ottimizzano il modo in cui il lavoro viene completato. Questo tipo di approccio, basato sull’intelligenza artificiale, rafforza la sicurezza e l’affidabilità delle operation stesse e riduce il rischio di errori. I processi diventano più reattivi, accurati e predittivi, migliorando il servizio ai clienti e, in ultima analisi, favorendo la crescita.
L’Intelligent Automation porta nuovo valore
La cosiddetta Intelligent Automation accelererà l’innovazione e lo sviluppo di nuove applicazioni di business in molteplici settori, dalle telecomunicazioni all’energy, ed è importante saperne identificare le reali capacità per sfruttarla al meglio. Un esempio sono i clienti delle telco: questi utilizzano l’intelligent automation per gestire il patching dell’infrastruttura di rete che alimenta le transazioni online, contribuendo così a garantire ai consumatori un servizio sicuro e affidabile.
Anche il settore dell’energia sta virando verso l’Intelligent Automation: in Irlanda, la società di servizi energetici Bord Gáis ha dovuto affrontare un panorama pandemico in rapida evoluzione che richiedeva una maggiore reattività, con interruzioni minime e un servizio affidabile. L’Intelligent Automation ha contribuito a risolvere in modo proattivo le attività ripetitive, automatizzando la risposta e la risoluzione degli incidenti. Di conseguenza, il ciclo di patch di sicurezza IT trimestrale dell’azienda, che in precedenza richiedeva 6 settimane di lavoro, è stato ridotto a due giorni al mese e, ora, il 40% degli incident viene risolto automaticamente end-to-end proprio grazie all’automazione.
Chi va piano va sano e va lontano
Nell’ultimo decennio, lo sviluppo dell’AI ha visto l’avvicendarsi di diversi stati d’animo, dall’entusiasmo per la sua nascita alla preoccupazione per i potenziali risvolti sia della sua accuratezza ed efficacia, sia dei suoi errori. Di fronte al progresso dell’intelligenza artificiale, è però importante essere realistici sulle sue capacità: l’Intelligent Automation deve ancora dimostrare la sua piena efficacia a lungo termine a chi deve valutare investimenti e rischi futuri.
Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che l’AI può offrire un grande valore in quanto ripetibile e in grado di apprendere – anche se a un livello più ridotto e meno “spettacolare” di quanto inizialmente ipotizzato – così da ridurre i rischi e aumentare la stabilità dei sistemi mission-critical. Siamo dunque in procinto di assistere alla nuova era dell’intelligenza artificiale.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma l’Intelligent Automation continuerà a trasformare le operation aziendali e presto potrebbe diventare equiparabile a un comune robot all’interno di ogni organizzazione.