Nutanix, i consumi dei data center e l’impatto ambientale

Assieme ad Atlantic Ventures,Nutanix ha realizzato la ricerca Improving Sustainability in Data Centers per aiutare le aziende a ridurre l'impronta di carbonio dei loro data center.

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Il settore dell’IT è sempre più energivoro. “Nella sola regione EMEA i data center consumano circa 90 TWh di elettricità ogni annoha sostenuto Sammy Zoghlami, Senior Vice President di Nutanix EMEA. Le app digitali, i nuovi modelli di business e le tecnologie emergenti come IoT, 5G o AI stanno accelerando ulteriormente la domanda di infrastrutture digitali innovative ed efficienti dal punto di vista energetico. L’attuale crisi ha poi portato a un’impennata dei costi energetici in tutta Europa, rendendo l’efficienza e l’approvvigionamento priorità assolute per i CIO e i fornitori di data center. Senza dimenticare che le aziende si pongono obiettivi di emissione ambiziosi: trasformare i data center per raggiungere la neutralità climatica (“Net Zero Computing”) sarà una delle sfide strategiche per i CIO nei prossimi anni.

 L’impatto dei data center

L’attuale panorama è decisamente articolato. Per questo Nutanix ha voluto capire quale sia realmente limpatto delle diverse tecnologie/modelli di data center e i relativi pro e contro in relazione all’obiettivo della “Carbon Net Neutrality”. Per raggiungere questo risultato ha organizzato assieme ad Atlantic Ventures la ricerca Improving Sustainability in Data Centers. L’intento è aiutare i responsabili delle decisioni aziendali non solo a minimizzare i costi energetici, ma anche a ridurre radicalmente l’impronta di carbonio dei loro data center.

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Sammy Zoghlami, Senior Vice President di Nutanix EMEA

Il report confronta e contrappone una serie di modelli tecnologici, con particolare riferimento alle tradizionali architetture a 3-Tier e ai più recenti approcci di infrastruttura iperconvergente (HCI), prendendo come modello un tipico produttore dell’Europa occidentale per stimare i requisiti energetici dei data center e l’impronta di carbonio nelle diverse località.

Tecnologie innovative ed energeticamente efficienti

Per far fronte alla crescita futura di servizi digitali e, allo stesso tempo, ridurre la richiesta di energia dell’infrastruttura IT, i CIO e i gestori di data center devono investire in tecnologie innovative ed energeticamente efficienti a tutti i livelli, dal server ai sistemi di raffreddamento. Anche se il tema “Green IT” e “Green Data Center” è focale nell’agenda dei CIO da oltre una decina di anni, la domanda dell’efficienza energetica dei data center e delle infrastrutture IT sta acquisendo una rilevanza e un valore strategico completamente nuovi. Questo perché i sempre più ambiziosi obiettivi climatici delle aziende e i requisiti vincolanti per il bilancio di sostenibilità da parte dell’UE portano il consumo di energia e l’impronta di CO2 maggiormente al centro dell’attenzione dei gestori ESG, dei CFO, dei consigli di sorveglianza e degli investitori.

La PUE (Power Usage Effectiveness) e l’impronta di CO2 saranno nei prossimi anni gli indicatori chiave per i CIO e i responsabili IT, nonché importanti elementi per il clima e la sostenibilità aziendale.

Le infrastrutture HCI

Dall’analisi di Nutanix emerge che, accanto all’automazione, ai sistemi innovativi di raffreddamento e alle energie rinnovabili, può essere un fattore chiave per ridurre il consumo di energia e l’impronta di carbonio dei data center la transizione delle tradizionali architetture 3-Tier verso architetture dei data center di prossima generazione, come le infrastrutture HCI.

Multi-cloud e iperconvergenza

L’HCI consente di sfruttare il progresso tecnologico in diverse aree. Grazie alla maggiore automazione, l’efficienza energetica può essere migliorata. Infatti, avere una riduzione complessiva dei componenti hardware potrebbe ridurre l’impronta di carbonio in modo significativo rispetto alle infrastrutture 3-Tier. In pratica, rispetto alle tradizionali piattaforme IT a 3 livelli, le architetture iperconvergenti potrebbero portare a una riduzione di circa il 27% l’anno.

Questo significa che in tutta la regione EMEA la trasformazione digitale tramite l’iperconvergenza ha il potenziale per diminuire nel periodo 2022-2025 il consumo energetico di 56,7 TWh e le emissioni di 14,2 milioni di tonnellate di CO2. Oltre a incrementare la sostenibilità, una tale riduzione comporta per le aziende e i fornitori di data center risparmi fino a 8,22 miliardi di euro in costi di elettricità.

Nel loro complesso, i data center e le infrastrutture digitali rappresentano una quota sostanziale del consumo energetico mondiale con una notevole impronta di carbonio – ha precisato Sammy Zoghlami –. Nella regione EMEA il livello di emissioni i data center equivale a quelli dui circa 5,9 milioni di veicoli (27 milioni di tonnellate di CO2). Un’azione in questo ambito può avere un impatto enorme sul cambiamento climatico, ma deve essere valutata tenendo conto della necessità per le aziende di competere efficacemente in mercati sempre più digitali”.

La ricerca di Nutanix ha dimostrato che le infrastrutture iperconvergenti potrebbero svolgere un ruolo vitale per l’efficientamento energetico. A tutto vantaggio dell’ambiente. Strategie di data center come HCI potrebbero non solo ridurre la domanda di energia ma anche l’impronta di CO2 dei data center. In uno scenario in cui i costi energetici sono in forte aumento questo potrebbe tradursi in un potenziale di risparmio nei prossimi anni. I CIO e i CFO dovrebbero tenerne conto e rivalutare le loro decisioni di make-or-buy in relazione agli investimenti nei data center.

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I contratti di acquisto di energia a lungo termine

Poiché la maggior parte dei data center di co-locazione su larga scala offre un fattore PUE molto più basso rispetto al tipico data center aziendale di medie dimensioni, l’efficienza energetica delle architetture HCI potrebbe portare a un risparmio energetico del 30-40%. Inoltre, i data center di co-locazione di nuova generazione potrebbero fornire accesso a energia rinnovabile attraverso contratti di acquisto di energia a lungo termine (PPA, Power Purchase Agreement), contribuendo così a una maggiore sostenibilità senza dover investire in certificati CO2 per compensare le emissioni.

Attraverso la sua ricerca, Nutanix evidenzia infine che se un CIO sta pianificando il passaggio un’architettura HCI all’interno del proprio data center on-premise dovrebbe anche valutare le tecnologie di raffreddamento di prossima generazione, poiché i prezzi dell’energia tendono a salire.