Metaverso, si chiama Zaira la prima meta influencer italiana

Il progetto della società Buzzoole è volto ad avvicinare la Gen Z ai brand più all’avanguardia e che vogliono approcciarsi ai nuovi territori del Metaverso.

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Si chiama Zaira ed è nata il 20 marzo con l’arrivo della primavera e non a caso il suo nome in arabo significa “fiore che sboccia”. Parliamo della nuova meta influencer italiana creata da Buzzoole, martech company specializzata in tecnologie e servizi per l’Influencer Marketing. A differenza dei virtual influencer, Zaira vive nel metaverso di The Nemesis (un ambiente a 360 gradi che unisce realtà virtuale, esperienze 3D e tecnologia blockchain) e decide di esplorare la terra (ha un account Instangram), trovando un mondo stimolante e pieno di contraddizioni.

Zaira ha un’età che è poco identificabile e che va dai 18 ai 24 anni e la sua bellezza non è canonica, ma genderless. Il suo viso è caratterizzato da ciuffi di capelli verde acqua e da due occhi eterocromatici, uno azzurro, uno verde. Ha un carattere forte e ancorato a saldi principi etici, è curiosa e aperta alle esperienze nuove, ama prendersi cura del suo corpo e della sua mente, lotta per cause giuste e spesso divisive (diversity, body positivity, sostenibilità).

Un progetto per la Gen Z

Il progetto è volto ad avvicinare la Gen Z ai brand più all’avanguardia e che vogliono approcciarsi ai nuovi territori del Metaverso. In particolare, secondo i dati rilasciati da Buzzoole, l’audience principale dei virtual influencer sono donne tra i 18 e i 34 anni (circa 45%). Inoltre, c’è anche una grande porzione di giovanissimi di età compresa tra i 13 e i 17 anni (14,47%), il doppio rispetto a quelli che seguono un normale influencer di cui la percentuale di rappresentanti della Gen Z si aggira attorno al 7%.

“Computer graphics, meta-mondo valoriale, storytelling. Sono questi gli elementi che determinano l’eco-sistema della nostra Meta Influencer – afferma Gianluca Perrelli, Ceo di Buzzoole –. Zaira è un progetto ambizioso, al quale abbiamo lavorato per diversi mesi e che sta già riscontrando l’interesse di nuovi partner e clienti per la creazione e lo sviluppo di nuove sinergie e progetti. I virtual influencer, infatti, possono creare empatia al pari di personaggi reali, se riescono a raccontare storie credibili e a stimolare la curiosità del proprio pubblico. Inoltre, i virtual influencer hanno un tasso di engagement tre volte superiore rispetto agli influencer reali”.

40 i mondi accessibili oggi

Oggi i mondi accessibili sono almeno 40, già abitati da 350 milioni di persone. Si tratta di luoghi molto eterogenei che possono essere racchiusi in quattro categorie. I metaversi in Realtà Virtuale che sono quelli accessibili soltanto munendosi di un visore (autonomo o collegato a un computer) ed eventuali dispositivi aptici. Sono 11 applicazioni che possono avere o non avere una loro economia interna, ma non usano la tecnologia blockchain per governarla. Al momento il mercato potenziale è piccolo, ma in crescita. Nel 2021 sono stati venduti oltre 10 milioni di dispositivi Oculus, che è leader di mercato. L’app più usata è VR Chat con 4 milioni di utenti, seguita da Rec Room e AltSpace VR (acquisito da Microsoft) con 1 milione. Infine, Horizon Worlds, il giovane mondo di Meta, che ha 300.000 utenti.

I metaversi desktop/browser based sono i mondi esplorabili semplicemente attraverso un browser o scaricando un’applicazione per desktop o dispositivo mobile. Anche in questo caso non c’è ricorso alla tecnologia blockchain.

Di questo gruppo fanno parte 21 applicazioni molto diverse tra loro. Si va da quelle nate più di 20 anni fa, come Active Worlds e Second Life, a quelle più nuove come Stageverse e Core.

I mondi basati sulla blockchain

Metaversi su blockchain sono gli universi che si appoggiano alla tecnologia blockchain e accessibili via browser o applicazione (desktop o mobile). Sono caratterizzati dal fatto che in essi si possono acquistare terreni e oggetti digitali (certificati da NFT), usando la cripto valuta emessa dal singolo servizio. Questi Non Fungible Token hanno un valore di mercato anche al di fuori del marketplace interno al metaverso di riferimento, quindi possono essere venduti per ottenere un guadagno.

I 9 mondi che fanno parte di questa categoria sono ancora poco utilizzati anche per le barriere all’ingresso legate alla dimestichezza che bisogna avere col mondo cripto. Tra questi i più noti sono The Sandbox e Decentraland (che si stima abbia 300.000 utenti mensili). Tra questi c’è anche il The Nemesis il primo metaverso italiano.

Spostare una parte della quotidianità sul metaverso

In questa categoria troviamo i mondi digitali che usano la blockchain per governare l’economia interna e che sono accessibili solo attraverso dispositivi di realtà virtuale. Qui le barriere all’ingresso dell’utenza sono ancora più alte e infatti gli universi per i consumatori sono ancora solo tre: Spatial, Neos e Somniumn Space.

Secondo la banca d’affari JP Morgan diventerà un mercato da 1 trilione di dollari l’anno. Mentre secondo una ricerca SWG il 50% crede che il metaverso sarà il successore dei social network. In questo fantomatico spazio virtuale i nostri concittadini immaginano di poter spostare una parte della loro quotidianità: il 42% pensa che sarebbe ideale per le commissioni di tutti i giorni, il 25% per la formazione, il 21% per il tempo libero, il 19% per lavorare, il 14% per praticare sport, il 13% per incontrare nuove persone, l’11% per acquistare e vendere beni.

La moda si è dimostrata il settore pioniere nell’adottare innovazione destinata a trasformare abitudini in cultura e società e diversi brand hanno iniziato a sperimentare il metaverso.