Il futuro del lavoro per responsabili e dipendenti, ricerca di NTT

Le aziende credono che i dipendenti preferiscano lavorare in ufficio. La minoranza invece vorrebbe lavorare in sede a tempo pieno.

dipendenti

La ricerca di NTT evidenzia una significativa differenza di pensiero sul futuro del lavoro tra i responsabili di business e i loro dipendenti. Con 1.146 (315 in Europa) interviste condotte in 23 paesi, NTT riporta, per quasi la totalità, una concordanza sul fatto che il lavoro remoto abbia introdotto delle difficoltà. L’82% (74% in Europa) degli intervistati afferma che abbia avuto un impatto sulle prestazioni organizzative. Mentre l’81% (76% in Europa) concorda che per i dipendenti è stato altrettanto sfidante. Il 63% dei CHRO  (il 60% delle organizzazioni in Europa), al contempo, dichiara che il benessere dei dipendenti ha subito un peggioramento durante la pandemia.

Consapevolezza condivisa, prospettive divergenti  

Tuttavia, non sempre un’ampia consapevolezza del problema si traduce in una valutazione realistica della capacità organizzativa. Rispetto al personale operativo, i CEO hanno 20 punti percentuali in più di probabilità di ritenere che la loro organizzazione sia molto efficace nella gestione dell’orario di lavoro. 28 punti in più di ritenere che siano efficaci nel prevenire il burnout. 41 punti in più di probabilità di essere molto soddisfatti della propria capacità di esperienza dei dipendenti (EX) dell’organizzazione.

Il futuro del lavoro secondo la ricerca NTT

Questo divario di consapevolezza rispecchia una grave mancanza di fiducia dei dipendenti. Con solo il 38% che sostiene che il proprio datore di lavoro tenga realmente in considerazione il suo stato di salute e il suo benessere. Mentre solo il 23% afferma di essere molto felice di lavorare per il proprio titolare. Alla base della discrepanza di soddisfazione tra datori di lavoro e dipendenti, la ricerca ha rilevato una diversità significativa nelle attitudini dei dipendenti nei confronti delle proprie preferenze lavorative future.

Una migliore rivalutazione dell’equilibrio vita privata-lavoro 

I dati del Voice of the Employee (VoE) mostrano che, di fronte a una scelta di modalità lavorativa, sia essa da casa, ibrida o in presenza, i dipendenti hanno risposto in maniera relativamente uniforme sulle tre opzioni. Rispettivamente al 30%, 30% e 39%.  Questo dato contraddice l’opinione, condivisa dal 79% delle organizzazioni, secondo la quale i dipendenti prediligono lavorare in ufficio. Quando invece, i dati della VoE mostrano che solo il 39% di essi desidera lavorare in ufficio a tempo pieno.

Il bisogno di guidare con EXempi 

Agire sulla base di una chiara visione delle prospettive dei dipendenti viene reso più difficile dalla mancanza di una raccolta di dati e informazioni completi. In termini di priorità dei dati, il 52% (44% in Europa) delle organizzazioni riporta che il VoE è uno (il) dei principali focus. Secondo solo (seguito subito dopo da) agli analytics di workplace (54% – 43% in Europa). Nonostante ciò, solo il 39% (37% in Europa) delle aziende possiede programmi di VoE strutturati. Il 37% (31% in Europa) impiega analytics in tempo reale di sentiment, rispetto al 54% (49%) che ricorre alle indagini sui dipendenti.

Ricerca NTT e futuro del lavoro

La ricerca ha anche dimostrato che l’applicazione di questo genere di dati per migliorare l’EX aziendale necessita di andare oltre gli avanzamenti quotidiani della qualità della vita. Perché, al 40%, lo scopo e i valori di un’organizzazioni vengono oggi considerati come il terzo elemento più importante nella scelta del posto di lavoro. In questo ambito, dipendenti e responsabili di business la pensano allo stesso modo. Con l’89% (85% in Europa) che concorda che gli obiettivi ambientali, sociali e di governance (ESG) sono il cuore delle agende delle aziende.