Presentata nella tappa italiana dell’EY Blockchain Summit, la ricerca ha analizzato la conoscenza dei manager in merito alle tecnologie e la blockchain.
Un momento per individuare nuove opportunità per le aziende che vogliono innovare e trasformare il proprio business. Per l’occasione è stata presentata l’EY-Qiibee Blockchain Survey, sondaggio su più di 100 C-level di aziende e PA per valutare la percezione che i manager hanno sulle nuove tecnologie, conoscenza che in un’autovalutazione tra 0 e 100 hanno valutato in media 48.
La blockchain e i manager nella ricerca EY
Secondo l’EY-Qiibee Blockchain Survey, le tecnologie più note sono l’intelligenza artificiale, il 5G e l’IoT che però rimangono ancora su un valore intermedio (rispettivamente il 53, il 52 e il 51 su un massimo di 100). Decisamente più sconosciute, invece, la realtà virtuale e aumentata (34 su 100) e il quantum computing (29 su 100). Nonostante sia ancora poco nota, la blockchain è tra le tre tecnologie che i rispondenti dichiarano di voler adottare in quanto ritenute ad alto impatto sul business. La predisposizione media all’adozione di soluzioni blockchain è sul 57%, subito dopo l’AI (74%) e l’IoT (63%).
Un impatto, tra l’altro, che sarà sempre più crescente secondo il campione intervistato che ha dichiarato di aspettarsi che le tecnologie avranno un impatto sul 41% dei propri prodotti e servizi in 3 anni, sul 61% in 5 anni e sull’80% in 10 anni. Interessante, inoltre, l’importanza della formazione emersa dalla survey: l’89% di chi pianifica l’implementazione di nuove soluzioni tecnologiche investe anche in strumenti formativi a sostegno delle competenze necessarie.
Paure e ostacoli all’adozione della blockchain
La preoccupazione principale è legata al tema della privacy e della sicurezza. Vengono anche menzionati temi come la rigidità di adattamento, l’interoperabilità, la mancanza di cultura e conoscenza di questa soluzione, la regolamentazione ancora poco chiara e precisa. Tutti elementi dovuti al fatto che si tratta di una tecnologia in continua evoluzione, ma che richiedono continuo aggiornamento e formazione a tutti i livelli dell’organizzazione al fine di poterle introdurre nei propri modelli di business.
Le applicazioni che può avere la blockchain, infatti, sono moltissime per quanto se ne conoscano ancora solo alcune. Secondo l’EY-Qiibee Survey le più note sono principalmente la tracciabilità (per il 24% dei rispondenti) e la token economy (18%). L’utilizzo di smart contract per l’automazione dei processi, l’implementazione di processi blockchain-based per la loyalty, la creazione di Non-Fungible Tokens (NFT) e l’adozione di paradigmi di identità digitali basati sulla Self Sovereign Identity rimangono note a percentuali più basse, rispettivamente il 15%, il 14%, il 13% e l’11%.
Blockchain nella Supply Chain
La tracciabilità, dunque, è l’applicazione della blockchain più nota dalle aziende. In Italia ormai da molti anni si sono susseguiti diversi progetti di realtà che, investendo su questa tecnologia, vogliono garantire maggiore trasparenza dei propri processi produttivi attraverso un sistema di tracciabilità. Il 58% dei top manager è convinto che la blockchain nella tracciabilità sia utile sia a livello operativo sia dal punto di vista del marketing, aumentando il valore del proprio brand. Oggi più che mai che l’attenzione è puntata sulla sostenibilità del business e l’efficienza dei processi.
NFT, un asset per le aziende
Nell’ultimo periodo si è parlato tanto di NFT (Non Fungible Token), ma rimane ancora poco diffusa la loro applicabilità a livello di business. Le applicazioni più note secondo l’EY-Qiibee Blockchain Survey, infatti, sono per il 23% i collectible, per il 21% attività di marketing, per il 16% play to earn e la gamification e infine per il 14% per uso di copywrite e fractional ownership. Il 59% dichiara che non farebbe leva sul trend di NFT per il business della propria azienda: il 26% perché non sa cosa siano, a riconferma dell’importanza della formazione su questi temi. Il 33% perché si tratta di un settore ancora troppo incerto e mutevole, complesso da gestire, ma soprattutto poco noto all’interno delle proprie realtà aziendali.
Risultati della ricerca EY
La blockchain ha enormi vantaggi per sviluppare il proprio business, ma quali i valori aggiunti per la pubblica amministrazione? La Self Sovereign Identity è un tema che sta coinvolgendo e richiedendo sforzi da parte delle pubbliche amministrazioni anche nel nostro Paese, lo conferma anche la survey EY-Qiibee che evidenzia come il 59% sia propenso all’utilizzo dell’Identità Digitale in Blockchain come servizio di identificazione, nonostante vi siano ancora molti indecisi (30%). I principali timori per l’adozione dell’identità digitale sono nuovamente la mancanza di conoscenza, la mancanza di una regolamentazione a livello comunitario, la poca chiarezza e comprensione dei temi della privacy e della sicurezza.