I centri dati rappresentano il centro nevralgico di numerose soluzioni digitali oggi usate da cittadini e imprese; l’obiettivo di un green data center sostenibile è raggiungibile.
L’impatto che le differenti strutture IT hanno sui consumi e sui meccanismi di approvvigionamento non è trascurabile oggigiorno. Una gestione attenta degli aspetti energetici da parte dei service provider come Aruba è un fattore differenziante nel variegato panorama delle offerte oggi disponibili.
Secondo la Storage Networking Industry Association (SNIA), il 5% del consumo totale di energia è da imputarsi ad apparecchiature elettroniche. Si tratta di un dato che, stando alle stime, tenderà ad aumentare fino almeno al 40% entro il 2030.
Consumi globali e responsabilità collettiva
Più in dettaglio, all’interno dell’Unione Europea, si prevede che il consumo annuo di energia direttamente correlato ai server sarà di 48 TWh nel 2030. Tale valore aumenterà sino a 75 TWh se si considera il consumo annuo di energia relativo alle infrastrutture (sistemi di raffreddamento, gruppi di continuità…).
Si prevede che il consumo energetico annuo dei prodotti di storage dei dati sarà di 30 TWh nel 2030, 47 TWh includendo l’intera infrastruttura di gestione.
A livello globale, nel 2018, i data center hanno utilizzato circa l’1% del consumo energetico mondiale. Mentre l’industria ha fatto grandi passi avanti per ridurre e compensare la domanda di energia, incluso l’aumento dell’utilizzo di energia rinnovabile, si può fare ancora molto per raggiungere un futuro più sostenibile e a emissioni zero anche in questo settore.
Se, come è auspicabile, i data center aumenteranno di numero e capacità nei prossimi anni, è bene considerare nuovi meccanismi di gestione dell’energia, di approvvigionamento dell’energia e di valutazione delle nuove soluzioni hardware.
Così facendo, l’energia assorbita da simili impianti può essere notevolmente ridotta. In questo senso, molto si è fatto e molto rimane da fare.
Digitale non vuol per forza dire “green”
Come abbiamo visto, la centralizzazione dei dati e il proliferare di data center hanno certamente favorito la digitalizzazione della popolazione. Tuttavia, non hanno necessariamente migliorato i consumi di energia. Per essere sostenibili e realizzare infrastrutture ecocompatibili occorre un impegno costante e attenzione continua su ogni singola scelta progettuale e manutentiva.
Per realizzare un Climate Neutral Data Center è importante avere chiare linee guida, indispensabili per indirizzare e validare le scelte fatte in fase di progetto.
European Green Digital Coalition
In ottica green data center, un esempio è rappresentato dal percorso intrapreso da Aruba. L’azienda persegue gli obiettivi fissati dal Patto per la neutralità climatica dei data center, stilato dalla European Green Digital Coalition. Questo raggruppamento di primarie aziende tecnologiche si propone il comune obiettivo di sostenere la trasformazione verde e digitale dell’economia, sia in Europa sia a livello internazionale.
Questa volontà comune si traduce in azioni concrete, a partire da un consistente sforzo in termini di investimenti nello sviluppo e nella diffusione di tecnologie e servizi digitali sostenibili.
Si lavora anche per realizzare e supportare metodi e strumenti per misurare l’impatto netto delle tecnologie digitali verdi sull’ambiente e sul clima. Fondatori e aziende si impegnano a co-creare linee guida per la trasformazione verde a vantaggio dell’ambiente e dell’economia.
Approvvigionamento e produzione di energia
Un secondo aspetto cruciale per la realizzazione di un data center sostenibile riguarda l’approvvigionamento energetico. I service provider devono provvedere alla selezione di fornitori green. Aruba, ad esempio, acquista esclusivamente energia con Garanzia di Origine da fonti rinnovabili.
Come spiega il GSE: “la Garanzia di Origine (GO) è una certificazione elettronica che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate dagli impianti qualificati IGO.
Per ogni MWh di energia elettrica rinnovabile immessa in rete da impianti qualificati IGO, il GSE rilascia un titolo GO, in conformità con la Direttiva 2009/28/CE. Tutti i titoli GO vengono rilasciati, trasferiti e annullati in maniera elettronica tramite l’apposito Portale web”.
In alcuni casi, per raggiungere più rapidamente la visione di un green data center, i service provider più avveduti provvedono a integrare le fonti di energia primarie con sistemi di produzione interna.
L’autoproduzione può arrivare dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto del data center o a terra. Oppure, ancora, può essere generata tramite fonti rinnovabili come eolico, idroelettrico e geotermico (quest’ultimo adottato come soluzione efficiente per il raffreddamento delle sale server).
Per i data center più estesi, i big della Rete e le società più sensibili alle tematiche ambientali realizzano impianti a rinnovabili indipendenti e capaci soddisfare buona parte delle esigenze energetiche del data center. In questo modo è possibile andare nella direzione della piena integrazione della rete energetica, sfruttando un circolo virtuoso di autoproduzione, reimmissione in rete e autoconsumo.
Manutenzione proattiva
La gestione del parco macchine installato è un altro aspetto cruciale. Solo attivando manutenzioni programmate è possibile garantire l’affidabilità necessaria e, allo stesso tempo, ridurre drasticamente inefficienze di vario tipo.
La sostituzione anticipata di componenti soggette a usura e degrado permette di mantenere ogni singolo server e appliance nel miglior stato operativo possibile. In questo modo, tutti gli elementi della rete rispettano i parametri di consumo certificati dal produttore, garantendo un assorbimento prevedibile e più facile da controllare.
Al pari della manutenzione, il costante rinnovamento del parco macchine porta con sé importanti benefici. In ottica green, infatti, un server di nuova generazione è in grado di assicurare consumi inferiori a parità di potenza di calcolo. CPU, GPU ed altri elementi basilari sono infatti oggi progettati per assicurare un rapporto performance-per-Watt sempre migliore.
Minori consumi si riflettono direttamente sull’assorbimento dalla rete e, indirettamente, sull’energia necessaria per raffreddare gli ambienti del data center.
Il cloud e il data center
“Dietro al cloud c’è un data center”: è una affermazione particolarmente cara ad Aruba che, da sempre, comunica e opera in piena trasparenza, anche per far conoscere al pubblico le proprie modalità di progettazione e sviluppo dei progetti data center.
I servizi online che utilizziamo tutti i giorni, a livello professionale, ma anche personale, passano necessariamente da infrastrutture hardware, opportunamente orchestrate dal software, il tutto alimentato e manutenuto presso i data center che sorgono sul territorio nazionale, e non solo.
Per un gestore e provider, dunque, la capacità di costruire e realizzare al meglio uno o più data center significa mettere in pratica una visione più ampia, strategica e di lungo periodo. Proprio in questa visione d’insieme, aziende come Aruba, si impegnano a offrire il miglior servizio e a portare avanti una filosofia che va oltre il solo profitto.
Aruba lavora seguendo esattamente questa logica: la fornitura di servizi e la costruzione di infrastrutture sono subordinati a un più ampio quadro generale. Quali esperti del settore, tecnici, progettisti e ingegneri Aruba costruiscono e realizzano ogni aspetto nel più profondo rispetto per l’ambiente, seguendo pratiche e procedure che potremmo definire “di sani principi”.
Scegliendo Aruba, il cliente non compra solamente un determinato tipo di servizio, ma sceglie di appoggiarsi a un partner di lunga esperienza, affidabile, capace di perseguire politiche che vanno a vantaggio della comunità e dell’ambiente.