Tink, occorreranno anni per la completa implementazione dell’open banking

Questa la previsione malgrado le istituzione finanziarie italiane siano più ottimiste sui risultati.

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La ricerca di Tink rivela che, malgrado il favore verso l’open banking, la sua completa implementazione per essere realizzata richiederà anni agli istituti finanziari. L’indagine su 308 dirigenti finanziari in 12 Paesi europei rivela che per il 40% la propria organizzazione impiegherà dai 5 ai 10 anni per realizzare i propri obiettivi. Un ulteriore 37% ritiene che ci potrebbe volere più di un decennio. Questi tempi cauti riflettono la dimensione del lavoro messo in campo. Inoltre evidenziano come molte organizzazioni si stiano imbarcando in complessi progetti di trasformazione su larga scala che richiederanno anni per essere realizzati.

I risultati della ricerca Tink sull’open banking

Esaminando i vari settori, le challenger bank e le società di gestione patrimoniale sono le più ottimiste quando si parla di tempi. Il 75% e il 74% rispettivamente ritiene che gli obiettivi di open banking delle proprie istituzioni possano essere raggiunti in meno di un decennio. All’estremità più cauta della scala, solo il 55% dei fornitori di mutui, il 56% dei fornitori di credito e il 57% dei fornitori di servizi di pagamento a ritenere di poter raggiungere la maturità del settore entro un decennio.

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La situazione dell’Italia secondo la ricerca Tink sull’open banking

In Italia, è il 23% dei dirigenti finanziari a prevedere che ci vorrà più di un decennio per completare gli obiettivi di open banking. Un altro 43% ritiene che ci vorranno 5-10 anni, e il 34% pensa che serviranno meno di 5 anni. L’Italia è uno dei Paesi più ottimisti in Europa. Questo riflette una portata più limitata delle strategie di open banking in questo mercato. Qui ci si concentra più su casi d’uso a breve termine basati sulla compliance che su progetti di trasformazione del settore bancario su larga scala.

Open banking: una forza rivoluzionaria nel settore

Le infrastruttura legacy e le sfide tecnologiche potrebbero far rallentare il ritmo della trasformazione generata dai nuovi sistemi bancari. Infatti l’indagine mostra come le istituzioni finanziarie italiane siano intenzionate ad abbracciarne quanto prima i benefici. Più di tre su quattro dirigenti finanziari italiani (77%) ritengono che l’open banking stia avendo un effetto rivoluzionario sul settore dei servizi finanziari. Il sentimento positivo nei confronti dell’open banking continua a crescere in Italia – dal 57% nel 2019 al 71% nel 2021.

Le istituzioni finanziarie in Belgio (87%), Paesi Bassi (85%) e Regno Unito (81%) sono le più propense nei confronti dell’open banking. I tre i mercati hanno in comune un ecosistema di servizi finanziari competitivo e innovativo con un rapporto di collaborazione tra i TPP e gli istituti finanziari storici. Le  stesse istituzioni in Italia, però, stanno iniziando a comprendere i vantaggi derivanti dall’open banking. Riconoscendo come si possano ottenere opportunità commerciali immediate migliorando la customer experience, lanciando nuovi servizi digitali e aumentando le entrate.