Paul Ruelas prende in considerazione le preoccupazioni che un’azienda manifesta quando arriva il momento di migrare a SD-WAN; come fare una migrazione di successo?
Paul Ruelas è Senior Director, Product Marketing presso GTT. Vanta oltre 30 anni di esperienza nelle telecomunicazioni, networking, progettazione di soluzioni complesse e sviluppo di prodotti.
Gli esseri umani sono creature prevalentemente abitudinarie, specialmente quando alcune centinaia (o migliaia) si trovano insieme e prendono il nome di azienda. E questo non è del tutto negativo, soprattutto quando l’azienda ha messo in atto processi efficaci.
In un contesto così, perché cambiare qualcosa che funziona?
Ma quando si tratta di connettività di rete, le cose non sono mai così semplici come vuol far credere l’adagio “se non è rotto, non aggiustarlo”, se si utilizza la tecnologia MPLS (multiprotocol label switching). Questa che per lungo tempo è stata la tecnologia incontrastata nei trasporti WAN (Wide Area Networking) ora è in declino, considerando che Gartner prevede per il mercato MPLS un calo di 14 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2024 (con un tasso di crescita annuale composto del -7%).
Il software-defined wide area networking (SD-WAN) invece è in ascesa, ma alcune aziende che ancora utilizzano la tecnologia MPLS sono convinte di doverla mantenere.
Budget, e ancora budget
Non sorprende che i soldi siano il primo elemento che prendiamo in considerazione. Per quanto riguarda la transizione da MPLS a SD-WAN, il budget è spesso visto come un ostacolo per le aziende che hanno priorità IT più urgenti o sono a corto di liquidità.
A volte è questione dell’approccio adottato: ad esempio, per tagliare i costi ed evitare una revisione completa della rete si mantiene attiva la tecnologia MPLS ma la si integra con circuiti a banda larga solamente in alcuni siti aziendali. Altre aziende, in particolare le europee, in effetti risparmiano con la tecnologia MPLS visto il basso costo delle connessioni locali ad anello, il che le potrebbe rendere ancora più diffidenti nei confronti di SD-WAN o di altre soluzioni WAN ibride.
Il superamento di questa situazione dipende molto dal contesto, poiché ogni azienda si trova a gestire una realtà differente. Ma ci sono alcune soluzioni che si applicano in modo universale. Inserire la tecnologia SD-WAN su scala ridotta come componente aggiuntivo della soluzione MPLS esistente, ad esempio, permetterà di ridurre il costo di eliminazione totale di quest’ultima e di implementare contestualmente la prima e di iniziare a familiarizzare con la tecnologia SD-WAN.
Questo approccio graduale consente inoltre di dare la priorità alla transizione ai siti aziendali più disponibili al cambiamento o che presentino problemi di perdita di pacchetti. In un secondo momento, quando ci saranno le disponibilità economiche, sarà possibile completare la transizione a SD-WAN anche per i siti meno mission-critical.
La paura del cambiamento
Come abbiamo già accennato, anche se questo fattore probabilmente non è così pressante come il costo, certamente occupa un posto non irrilevante nella lista delle preoccupazioni di un’azienda. Se ogni cambiamento tecnologico è di per sé complicato, la transizione tra i transiti WAN è tra le più complesse in assoluto. Qual è allora il modo migliore per uscire vincenti da questa sfida? Una grande visione prospettica.
È possibile mantenere la soluzione MPLS così com’è per un po’ di tempo, ma man mano che la domanda e l’utilizzo da parte del mercato diminuiscono, anche il supporto gradualmente andrà a terminare e quindi ci si ritroverà con il sistema in pericolo di obsolescenza. La transizione su larga scala da MPLS implica altri svantaggi più seri: la sua architettura di base non è pensata per le odierne richieste di larghezza di banda o per l’utilizzo in cloud (entrambi i fattori sono inevitabilmente destinati a prendere sempre più piede man mano che il modello del lavoro da remoto si stabilizzerà, quando non sia destinato ad aumentare) e la sua scalabilità per soddisfare tali esigenze implica un costo veramente proibitivo.
Inoltre, oggi è troppo inutilmente complicato mantenere un livello di sicurezza adeguato nelle distribuzioni MPLS in azienda. Sebbene sia difficile cambiare idea sull’impostazione della propria rete dopo aver fatto affidamento su una tecnologia per così tanto tempo, i problemi che possono derivare dalla decisione di mantenere attiva la tecnologia MPLS in un mondo che si sta orientando verso altre soluzioni dovrebbero però dare da pensare.
Preoccupazioni per la durata della soluzione tecnologica
I responsabili IT di alcune aziende sono riluttanti a migrare da MPLS perché pensano che la tecnologia SD-WAN non abbia i numeri per durare a lungo. A loro difesa, bisogna ammettere che la tecnologia è relativamente nuova e quindi non sufficientemente testata rispetto alla consolidata tecnologia MPLS. Inoltre, il fatto che Secure Access Service Edge (SASE) stia già iniziando a rubare parte del successo di SD-WAN – a detta dei media del settore telecomunicazioni – potrebbe alimentare i sospetti che quest’ultima sia una sorta di fuoco di paglia.
Sebbene l’equivoco sia comprensibile, quanto enunciato sopra semplicemente non corrisponde a verità: per prima cosa Gartner, che per prima ha teorizzato il concetto stesso di SASE, ha scritto nel suo rapporto Hype Cycle 2020 che la disponibilità di SASE come norma sarebbe avvenuta non prima di un lasso di tempo compreso tra 3 e 5 anni.
SD-WAN è oggi disponibile da decine di fornitori ed è molto probabile che la situazione rimanga tale, mentre solo una manciata di fornitori di telecomunicazioni sarà in grado di offrire SASE.
Inoltre, la tecnologia SD-WAN è ideale per un’ampia gamma di situazioni di rete, mentre SASE (nel suo stato attuale, semi-incompleto) non sarà compatibile con tutte le organizzazioni. Possiamo quindi affermare con certezza che SD-WAN è e rimarrà il trasporto di rete aziendale più praticabile per il prossimo futuro.
Interruzioni dell’operatività
Considerando che anche una semplice scansione delle vulnerabilità può portare a tempi di inattività della rete, si verificherà certamente un’interruzione dei servizi durante il passaggio da MPLS a SD-WAN.
Gli amministratori di rete temono questa eventualità a causa della pressione che esercita sull’infrastruttura, gli utenti finali sono quelli che sopportano il peso maggiore dell’inattività delle applicazioni aziendali, e i dirigenti responsabili hanno sempre un occhio ai costi associati.
Sebbene la migrazione SD-WAN non possa avvenire senza qualche tipo di interruzione del servizio, è possibile però mitigare il grado in cui esse influiscono sulle operazioni. L’aiuto di un fornitore globale di servizi gestiti come GTT – con accesso backbone Tier 1, partnership con fornitori affidabili, ampia esperienza SD-WAN e un’ampia gamma di opzioni di connettività – semplificherà notevolmente il processo di transizione.